Come fare link building “seriamente” senza rischiare il cartellino rosso

Come fare link building “seriamente” senza rischiare il cartellino rosso

Come costruire la buona reputazione del proprio sito internet per i principali motori di ricerca

Spesso molti si chiedono perché qualunque contenuto venga pubblicato all’interno di un determinato sito sia subito premiato da Google con i primi posti tra i risultati di ricerca, quando, per raggiungere lo stesso obiettivo, la stragrande maggioranza degli operatori del web deve compiere dei veri e propri salti mortali.

Se ci fai caso, basta digitare le parole chiavi di una ricetta e tra i primi posti su Google troviamo il sito di Giallo Zafferano; se cerchiamo un pacchetto vacanze ci compare Expedia; se abbiamo bisogno di dritte per formattare il PC e digitiamo la keyword “formattare PC” ci appare subito in cima alla lista il sito di Aranzulla.

Le risposte a questo quesito sono molteplici e se ci pensi non fanno una piega:

  • un elevato numero di backlink;
  • il dominio esiste da un bel po’ (anzianità del dominio, fattore molto importante);
  • il sito riceve tanti link da altri siti a tema (concetto di rilevanza e authority);
  • vi è una buona distribuzione dei Deep links;
  • il sito ha un’alta Domain Authority (autorevolezza).


Tutte le risposte dell’elenco soprastante sono valide ma la ragione principale di un beneficio così enorme che Google concede ad alcuni siti consiste nel rapporto di fiducia che si crea nel tempo tra il motore di ricerca e i siti web.

Per riuscire ad ottenere la fiducia da parte di Google è necessario ricorrere ad una strategia che si basi sul perfetto equilibrio di una serie di fattori indispensabili quando si conduce una campagna di link building.

Oltre a ciò, è importante svolgere contemporaneamente anche altre attività che consentiranno di far acquisire una certa credibilità agli occhi di Google e agli occhi dei Quality Rater.

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Qual è l’impatto della Link Building?

Una campagna link building condotta in modo esageratamente intenso in tempi troppo ridotti sicuramente può garantire nel breve periodo dei risultati rilevanti che fanno balzare il sito nei primissimi risultati di ricerca di Google. Ma è un’arma a doppio taglio.

Infatti, nel medio – lungo termine i danni che si potrebbero configurare annullerebbero gli ottimi risultati conseguiti fino a quel momento a causa delle penalizzazioni inflitte da Google. Per non incorrere a tali penalizzazioni è importante riuscire a mantenere un certo equilibrio tra tutti i fattori presi in considerazione da questo motore di ricerca, evitando di eccedere con i link.

Facendo link building, infatti, Google si domanda se l’incremento dei link sia credibile o meno. Se le risposte a tale quesito sono positive, il sito ottiene degli ottimi risultati. Se si accorge che il link non sono credibili, immediatamente applica la penalizzazione. Se non è certo della credibilità dei link di un sito, ricorre al suo strumento di verifica “Quality Rater”: in questo caso, è possibile ricevere il risultato ottenuto ma non è escluso che si possa subire una penalizzazione.

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Gli altri fattori da tenere in considerazione durante una campagna di Link Building

Pensate a un sito web come ad una persona. Per fidarvi di un sito web, proprio come avviene nella vita sociale con qualunque persona estranea, avete bisogno di sapere:

  • chi è il suo brand (o dominio);
  • cosa fa, cosa offre in rete (beni o servizi);
  • qual è la sua reputazione sul web (come ne parlano, citazioni e menzioni che lo riguardano);
  • se ha dei followers e quali sono le azioni nei suoi confronti;
  • se è consigliato dagli utenti (Backlink sul suo brand/servizi/prodotti).

Il lavoro di Google è quello di raccogliere e organizzare tutti i fattori appena indicati. Si avvale di tantissimi e sofisticati algoritmi che elaborano i dati e ne consentono una valutazione fidandosi di ciò che dicono gli utenti sul web.

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I requisiti che deve avere un sito per farsi conoscere da Google  e aumentare la sua fiducia

Ritengo sia di fondamentale importanza, ai fini di una campagna di link building di successo, lavorare su alcuni aspetti utili per farsi conoscere da Google e creare un rapporto di fiducia con esso. Ecco quali sono i fattori da tenere in considerazione per raggiungere tale obiettivo:

Dati Anagrafici (o Knowledge Graph). Si tratta di tutte le informazioni che consentono di avere un quadro molto chiaro dell’identità del brand, di ciò che fa, dei rapporti intrattenuti con altre entità e di tutti i fatti e notizie che lo riguardano. Lavorando su tale fattore, si acquisisce notorietà anche con Google, il quale conosce ciò che fa un sito, quali sono i prodotti immessi in rete, con quali utenti si relaziona e si crea un rapporto fiduciario tra i dati forniti dal sito stesso e il motore di ricerca.

Fama (o Social Graph). La popolarità sul web per un sito è di vitale rilevanza. Più ne parlano e lo linkano, più aumenta la sua autorevolezza. Se chi lo cita è autorevole e famoso, cresce di conseguenza anche la notorietà del sito. Tutti questi fattori si chiamano Segnali Sociali (o Social Signals).

Google ha dichiarato di utilizzare dei segni sociali ma non può accedere ai dati disponibili all’interno dei social network, come Facebook e Twitter. I segnali sociali di cui si fida Google, a dire il vero, non sono molto chiari. Però si sa con certezza che:

  • conosce le entity del brand e dei prodotti immessi sul mercato;
  • sa quali sono i contesti tematici in cui si trovano tali prodotti;
  • ha strumenti che consentono l’intercettazione delle menzioni alle Entity di un sito;
  • intercetta co-citazioni di un Brandi o prodotti simili.

Gradimento (o Engagement Graph). É il fattore che consente di avere una dimensione quantitativa ben precisa degli utenti che interagiscono con il sito. Tali dati vengono ottenuti da Google attraverso la query di ricerca e dalle analisi effettuate individua:

  • il numero degli utenti che vanno alla ricerca di un brand;
  • il numero degli utenti che vanno alla ricerca dei suoi prodotti;
  • il numero degli utenti che cliccano il suo sito web nelle SERP;
  • il numero degli utenti che tornano indietro dopo il loro click;
  • la quantità delle visite dirette che il sito riceve;
  • il livello di gradimento dell’utente;
  • quanto interagisce l’utente con il sito di un brand;
  • la quantità di visite da referral ricevute dal sito.

Fiducia (o Link Graph). Questo fattore viene misurato sulla base del numero di utenti che:

  • consigliano un determinato brand e il suo sito web;
  • consigliano i suoi bene o servizi;
  • consigliano come soluzione ad un determinato problema;
  • utilizzano i contenuti di un sito web e condividono i link per l’attribuzione dei credits.

Google fa uso di una mole molto elevata di risorse per controllare i Link Graph. Capita, però, che possa incontrare dei problemi con i link. Ecco i problemi più comuni in cui può incappare Google:

  • non riesce a gestire il link perché è sporcato dallo spam;
  • il link non può essere gestito se risulta altamente manipolabile;
  • il link può indurlo erroneamente a premiare il sito web;
  • il link lo induce a penalizzare il sito web.

Gli strumenti di cui si avvale Google per risolvere le problematiche appena indicate nell’elenco di sopra sono i seguenti:

  • Algoritmi;
  • Penalizzazioni;
  • Google evangelist e politica del terrore;
  • Webspam Team.

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Come creare un certo equilibrio tra  i diversi fattori e i link per aumentare la fiducia?

Il processo che consente di migliorare il proprio rapporto di fiducia con Google si basa sul giusto equilibrio tra i link e i diversi fattori di cui bisogna individuare il loro peso specifico di ognuno di loro. Tale processo necessita dei seguenti passaggi:

  • come prima cosa, bisogna preparare Google ad accogliere i link (con le menzioni);
  • poi, bisogna citare in modo adeguato il brand (quindi url-brand e url-match);
  • infine risulta necessario creare dei link con le giuste anchor text.

Il rapporto deve essere di un buon 70%-80% per le citazioni; circa il 4% con anchor-text link.

Ovviamente più risultano coinvolti gli utenti, maggiore è il grado di autorevolezza e quindi anche di fiducia che si crea nel rapporto tra il sito web e Google.

Ciò che viene percepito dagli utenti da un determinato sito web non può essere manipolato, ma può sicuramente essere migliorato impostando una strategia di web marketing adeguata che si basi sull’utilizzo dei sottostanti strumenti:

  • campagne social impostate in modo da accrescere la visibilità del brand e che fa aumentare il parlare di sé;
  • sviluppare un certo interesse attorno al brand e a ciò che fa, in maniera tale che gli utenti vadano alla ricerca dei suoi prodotti in rete;
  • apportare dei miglioramenti sulla grafica del sito web del brand in modo che risulti più attraente agli occhi degli utenti;
  • apportare dei miglioramenti sull’usabilità e sulla navigabilità del proprio sito web;
  • creare una versione del sito per utenti con dispositivo mobile.

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Concludendo…

Come in tutte le operazioni e campagne di web marketing, anche una campagna di link building necessita di un’adeguata analisi preliminare e di un attento e costante lavoro di “contorno”. Tu puoi creare anche una campagna di link building concentrandoti solo sulle parole chiavi, quindi sugli anchor-text link, ma ti assicuro, che alla lunga non paga mai, anzi. Fare link building aggressiva ti mette nelle condizioni di lavorare sempre e costantemente in border-line e spesso, non puoi permettertelo, sopratutto se stai lavorando alla visibilità del sito di un tuo cliente. C’è dietro una forte responsabilità, prima etica, poi personale e sociale, perché, magari quello stesso sito rappresenta il sito aziendale dove all’interno ci lavorano persone con rispettive famiglie.

Lavorare superficialmente solo perché in qualche modo si voglia sfidare Google non fa sicuramente onore, anzi, ti mette nelle condizioni di affrontare l’argomento in modo totalmente superficiale e per niente serio. Ti assicuro che uscire da una penalizzazione per SEO negativa, a volte, non è per niente simpatico e rapido, costringendoti a lavorare poi il triplo. A me è successo sai? Ma te ne parlerò in un prossimo articolo.

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