Web Architecture, anche il sito web in realtà ha bisogno di un architetto.

Riflessioni sull’importanza dell’architettura di un sito web e la sua struttura semantica. Su cosa riflettere e perché oggi un sito internet è il più importante venditore di una azienda.

L’architettura di un sito web è una cosa complessa che contempla diverse fattispecie di aspetti partendo dall’hosting e quindi dall’infrastruttura hardware fino ad arrivare al cosiddetto front-end del sito, cioè quello che gli utenti vedono e leggono digitando un nome di dominio nel campo degli indirizzi del proprio browser.

Sostanzialmente il processo di creazione di un sito web e la sua architettura non differisce per nulla dagli stessi processi che vengono tenuti in considerazione per la costruzione di un edificio, esistono questioni intrinseche, estrinseche, di uso di materiali, la morfologia del terreno etc… Volendo, per il web potremmo parlare di questioni intrinseche ed estrinseche, materiali etc…

Qui però vorremmo soffermarci sulla parte visibile, quella che l’utente vede quando apre il sito, senza addentrarci nella parte intrinseca, non visibile e quella strutturale, altrimenti occorrerebbe un libro e forse non basterebbe nemmeno.

Perchè, diciamocelo, uno dei problemi che gli operatori di settore si trovano ad affrontare quasi sempre è: come devono essere composte le pagine? Quali azioni si vogliono incentivare? Cosa si vuole che l’utente percepisca? Generalmente si chiedono i contenuti al cliente (testi, immagini, iconografia), una semplice suddivisione delle pagine più o meno nidificata ma poi la questione è lasciata al web-designer. Che sia lui a smazzuolarsi per trovare la quadra. E la maggior parte delle volte sbaglia.

Educare i clienti a comprendere tutte le implicazioni tecniche per la realizzazione di un sito web, fargli comprendere l’infrastruttura semantica che il loro strumento di vendita dovrebbe avere, dovrebbe essere uno dei compiti di chi si occupa dic comunicazione online in tutti i suoi aspetti, ma non è sempre facile, anzi, è difficilissimo perché spesso si cozza contro la scarsissima preparazione anche generale del cliente che non capisce ad esempio la differenza tra un TAG e una CATEGORIA, tra un H1 e un H3 e quali sono le implicazioni e soprattutto gli aspetti che possono essere utili al fine di rendere il sito davvero efficace.

E così, davanti ai testi forniti dal cliente del CHI SIAMO, dei SERVIZI forniti o dei PRODOTTI venduti e la pagina dei CONTATTI più o meno articolata, il web designer si inventa la home-page che è di fatto la pagina più importante e rappresentativa di un sito. Ma inventarsi le cose su base empirica, non è mai una buona soluzione. Il risultato è sempre pessimo e si traduce in Bounce-rate altissimi, poca leggibilità e usabilità, niente conversioni e niente approfondimenti sulle pagine interne del sito a meno che non si arrivi direttamente dai motori di ricerca quasi più per caso e per fortuna che non per volontà.

Diciamocelo poi anche chiaramente, produrre siti web di cui si sa fin dall’inizio che non avranno nessun successo e diventano solo una vetrina per riconoscere le qualità grafiche del web designer, nel tempo diventa un tanticchio noioso e quasi controproducente. Ma senza la collaborazione del cliente, o si hanno a disposizione budgets a 6 cifre oppure bisogna inventare, sperando che prenderci.

Che l’era dei siti web a basso prezzo sia finita era nell’aria da un po’. Anche se nascono ovunque sistemi quasi automatizzati per la produzione semplificata di siti web stile 1&1 o WIX, non cambia la sostanza della questione e questi in realtà celano solamente operazioni di acquisizione clientela per vendere ben altro.

Quindi, di qui la domanda: caro cliente, cosa vuoi che il cliente veda, legga, percepisca e faccia quando apre la home page del tuo sito?

La risposta secca e anche corretta sarebbe: che vada nella pagina prodotti, scelga il prodotto e mi contatti e poi acquisisca.

Se vi pare poco!

Quello che è importante che il cliente comprenda e sta a noi farlo capire, è che il sito non è una scatola dove buttare alla rinfusa contenuti scritti senza un minimo di ragionamento, senza seguire le regole del gioco.

Occorre che il cliente capisca che ad ogni azione corrisponde una controreazione e che questa può essere anche negativa o peggio ancora una non azione che è ciò che di peggio possa accadere. Un sito web non deve essere bello, deve essere efficace e l’efficacia dipende dall’architettura in primis e dalla qualità dei contenuti subito dopo (o forse anche viceversa).

Perciò:

Come deve essere fatto il menù? Da quali e quanti voci deve essere composto? Come deve essere scritto?

Che cosa deve apparire nell’header? e nel body? e nel footer? Occorre uno slider? Sì? No? E se sì che funzione deve avere? Deve contenere una call to action? Che predominanza deve avere rispetto al body? E nel body occorre essere informativi? Fino a che livello? Oppure deve contenere richiami alle pagine dei prodotti/servizi? La home page deve portare rilevanza alle pagine interne? Se sì, in che modo. Come suddividere gli headings html (H1, H2, H3 … etc…) e come strutturare il loro wording e i loro font.

Ma poi, le immagini … Qui il buio è pesto. Il cliente generalmente di fornisce un set di immagini (quando è bravo e solerte) che spesso non hanno nessuna pertinenza con il contenuto, con quello che ci si aspetta che l’utente faccia. Ma le immagini devono avere una loro collocazione precisa, devono avere un senso, devono ricoprire un ruolo all’interno di una pagina web, soprattutto se la pagina web è la home page. Titoli delle immagini, descrizioni, abstract, sono tutti elementi importanti che vengono sottovalutati se non dimenticati e i risultati poi si vedono.

Ma l’architettura poi, lato front-end, non è solo questo. Vogliamo utilizzare un formato “boxed” o “wide-screen”? Quali sono le differenze, i vantaggi e gli svantaggi dell’uno rispetto all’altro modo di visualizzare i contenuti? Vogliamo un sito web responsive? Certamente sì!

E i colori? Quali colori scegliere? Che tipo di colori abbinare? Scegliere la palette di colori con i quali costruire un sito è uno dei momenti più importanti, spesse volte sottovalutato e lasciato al gusto e alle capacità del web designer ma è un grave errore.

La struttura del sito deve essere aperta ad aggiornamenti e modifiche oppure deve essere una struttura chiusa che non subirà modifiche di contenuto nel tempo? Anche qui, cambiano totalmente gli obiettivi e soprattutto ciò incide pesantemente sul tipo di architettura.

Ma poi, anche facendo tutto bene, il punto nodale di tutto rimane uno: il web è semantico. Lo scriveva e diceva Tim Berners-Lee con l’invenzione del World Wide Web e se questa affermazione è corretta (e lo è) a maggior ragione un sito web ha bisogno di una struttura o meglio di una architettura che risponda ad esigenze e dinamiche semantiche.

Ad esempio, uno degli errori principali che si affrontano dove si può notare una non corretta valutazione di determinati processi è il campo semantico di rilevanza di un sito web

In parole povere: un posizionamento del sito nei motori di ricerca non ottimale se non pessimo può dipendere da una non corretta interpretazione del campo semantico di rilevanza del sito web dei motori di ricerca. In parole ancora più povere: di che parli? cosa vendi? cosa fai? chi sei? Scegliete voi a quale domanda dare una risposta ma datela e in modo corretto affinchè i motori di ricerca comprendano bene e possano dare pertinenza ai contenuti sottostanti.

Ma non serve ovviamente solo ai motori di ricerca ma anche e soprattutto agli utenti. Chi arriva sulla home page di un sito vuole comprendere in meno di un secondo se ciò che sta per guardare è importante, rilevante ai fini della sua ricerca e se le informazioni in esso contenuto possano servirgli. Altrimenti si alza il coefficiente di rimbalzo e buona notte, cliente potenziale perso.

Allora la domanda finale è questa: quando vi accingete finalmente ad avere un sito web, volete vincere o volete perdere? Perchè ricordatevi che la sconfitta sul web è terribile e difficile da recuperare, non basta rinnovare un sito se poi si continuano a fare gli stessi errori.

Poi, è chiaro che occorrerebbe una vera e propria bibbia per sviscerare ogni singolo aspetto ma almeno occorre tentare di sensibilizzare i clienti su questi aspetti prima di procedere al design e poi alla programmazione di un sito web. Uomo avvisato, mezzo salvato.