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Brand positioning: l'arte di posizionarsi sul mercato

I concorrenti si moltiplicano, il pubblico è volubile, Internet introduce continuamente nuovi strumenti e nuove tecnologie. Come sperare di avere successo in un mercato così difficile e in apparenza così saturo? La risposta si chiama posizionamento del brand, o brand positioning: in questo articolo scopriamo come conquistare il proprio posto e brillare di luce agli occhi del tuo target.

IL PROFILO DELLA BUYER PERSONAS IDEALE (NICCHIA DI PUBBLICO)


La parola che più di ogni altra viene associata al brand positioning è buyer personas. Questo per un motivo molto semplice: senza un’idea chiara e definita di chi sono i nostri competitor, e di che cosa cerca il pubblico, diventa impossibile capire in quale nicchia posizionarsi. È infatti così che funziona il mercato moderno: non esiste più una massa generica e indistinta di persone a cui rivolgersi, esistono piuttosto molteplici nicchie, formate da gruppi di individui (in gergo tecnico buyer personas, appunto) con caratteristiche di volta in volta simili ma differenti. Una nicchia specifica, ad esempio, potrebbe essere quella delle neomamme, un’altra potrebbe essere quella degli studenti universitari, un’altra ancora quella dei vegani e vegetariani… e così via all’infinito. Possiamo puntare a più nicchie? Certo che sì, ma più allarghiamo il tiro, più la nostra comunicazione diventerà ambigua e dispersiva. Ecco perché il concetto di nicchia di pubblico merita la massima attenzione. E non si tratta solo di comunicazione (e quindi marketing, e quindi social media, e quindi sito web, ecc…).

In gioco c’è anche un altro aspetto essenziale, che riguarda la matematica, ovvero i numeri. L’errore più comune che si possa commettere è pensare che più è numeroso il pubblico, maggiori saranno le chance di riscontrare vendite e contatti. Sbagliato! Per dimostrare che non è così, e che invece, restringendo il tiro, si ottengono sempre risultati migliori, possiamo fare un esempio verosimile, basato su uno scenario immaginario ma realistico. Ipotizziamo che il nostro brand corrisponda a un’agenzia di viaggi. Se non abbiamo un posizionamento chiaro e proviamo a colpire un target di buyer personas indistinto (coloro che viaggiano), avremo a disposizione un bacino di utenza sterminato (solo qui in Svizzera pari a svariati milioni di persone). Anche la concorrenza sarà maggiore, perché dovremo fare i conti con tantissime altre agenzie di viaggio, online e offline. E se invece posizionassimo il nostro brand?

MENO CLIENTI POTENZIALI, PIU' CLIENTI REALI (E FATTURATO)


Posizionare il proprio brand, e puntare di conseguenza a nicchie ben precise di clienti, permette di avere margini di manovra maggiori su tutti i fronti. Nell’esempio precedente, la nostra agenzia di viaggio potrebbe specializzarsi in viaggi in Lapponia, o in viaggi per single, o ancora in viaggi per genitori con bambini piccoli. Questo restringerebbe sì il target di pubblico, in termini assoluti, ma aumenterebbe in misura esponenziale la copertura in termini relativi. Se prima abbiamo un pubblico potenziale di 4 milioni di persone all’anno, a fronte però di 4.000 agenzie concorrenti, nello scenario due il pubblico si riduce a 100.000 persone/anno, ma con due/tre player a contenderci il mercato. Riepilogando:

Scenario 1 (Pubblico generico)

4.000.000 clienti potenziali / 4.000 agenzie = 1.000 clienti reali

SCENARIO 2 (pubblico di nicchia)

100.000 clienti potenziali / 2,5 agenzie = 40.000 clienti reali

Sono numeri totalmente arbitrati, certo, ma fanno capire bene quanto sia importante ritagliarsi una posizione all’interno di un mercato sempre più vasto, fragile e multiforme. Questa posizione, come vedremo fra poco, non coinciderà necessariamente con la specializzazione, per cui non è vero che per posizionarsi bisogna per forza specializzarsi. La differenza è sottile, eppure sostanziale. Come avviene quindi in concreto il posizionamento di un brand nel mercato online e offline? Prima di rispondere, è d’obbligo distinguere fra brand positioning a tutto tondo e posizionamento di un singolo prodotto o servizio (product placement).


DIFFERENZE FRA BRAND POSITIONING E PRODUCT PLACEMENT


Numeri alla mano, abbiamo capito che l’idea di sparare nel mucchio il proprio brand (e prima ancora il proprio business) lascia il tempo che trova. Molto più conveniente è posizionarsi (e di conseguenza emergere) agli occhi di un certo target di pubblico. Per farlo ci sono diverse strade, che vanno ponderate ogni volta a seconda delle circostanze, del budget e delle specifiche di quel business. La distinzione principale va fatta tra brand positioning (posizionamento di un brand) e product placement (posizionamento di un prodotto/servizio).

Brand positioning

Il brand positioning coinvolge il brand per intero, senza escludere alcuna sfumatura. Dall'immagine coordinata al packaging, dal layout grafico del sito web allo stile dei video, il brand deve trovare una sua precisa collocazione, precisa e coerente con il gusti e le aspettative del pubblico a cui si rivolge. Un posizionamento di questo genere richiede a volte anni di paziente lavoro, sia che venga fatto da zero, sia che riguardi un'operazione di ri-collocazione di un brand per cambiare rotta e dare vita a qualcosa di nuovo sul mercato.

Positioning di un prodotto (product placement)

Un brand potrebbe anche trovarsi nelle condizioni di non potere o non volere posizionare se stesso. Ad esempio perché pur essendo già ben collocato e riconoscibile, ha bisogno di lanciare un prodotto diverso da quanto offerto fino a quel momento. Oppure perché deve entrare in un nuovo mercato (tipicamente all'estero) con singoli servizi e prodotti, che andranno quindi posizionati adeguatamente per creare interesse e generare lead (conversioni).


COME FARE BRAND POSITIONING: DAL DESIGN ALLA STRATEGIA


Dalle premesse fatte finora emerge in maniera vivida il ruolo determinante che hanno elementi come la nicchia di mercato o la buyer personas ideale in relazione al buon esito di un brand positioning, con tutti i benefici che ne derivano. Si può arrivare a dire che posizionamento di un brand, buyer personas e nicchia di mercato siano tutte facce della stessa medaglia. È nostro dovere quindi da un lato comprendere quali sono queste facce (chi è il nostro target di pubblico, quali nicchie esistono, come interagire con ciascuna) e dall’altro finalizzare il percorso di posizionamento con la massima efficacia, senza perdite di tempo né costi superflui. Detta altrimenti, dobbiamo capire come passare dalla teoria alla pratica non per tentativi ma per azioni mirate e sequenziali. Gli step che dobbiamo mettere in conto di affrontare includono:

Analisi di mercato

Analisi di mercato, intesa come studio del mercato di riferimento (ogni settore ha il suo), delle nicchie, delle buyer personas e della concorrenza. L'analisi è tassativa, escluderla è come pretendere di giocare a scacchi bendato. Fattibile, se sei un campione, ma molto, molto più difficile se devi iniziare a farti le ossa.

Brand design

Brand design, una fase in cui, a fronte delle conclusioni tratte nell'analisi, si comincia a costruire l'identità dell'azienda (corporate identity) o del brand, materiale o immateriale che sia. È una fase delicata, perché la scelta di un logo, di un payoff o di una paletta colori avrà inevitabili ripercussioni anche sulle decisioni successive (a partire da quelle strategiche).

Brand strategy

Brand strategy, l'atto finale, quello più emozionante, dove dopo tante riflessioni e tante analisi si materializza la via da intraprendere. La fretta in questo frangente può giocare brutti scherzi ma non bisogna correre. Se è vero che per raccogliere buoni frutti bisogna prima seminare e preparare il terreno, è altrettanto vero che per rendere un brand remunerativo occorre innanzitutto promuoversi nei modi e nei termini più idonei.

Dalla brochure al packaging: il brand design offline


Tutto ciò che riguarda il branding design non deve essere concepito come estemporaneo perché legato alla sfera digital. Se anche un brand non dovesse possedere, per qualsiasi motivo, un sito vetrina, un ecommerce o un profilo all’interno di uno specifico social media, benefici e vantaggi di un’immagine coordinata vincente continueranno a sussistere anche offline. Pensiamo in questo senso alle brochure cartacee, ai cataloghi, ai manuali, ai biglietti da visita, alla cartellonistica, e non da ultimo pensiamo al packaging dei prodotti (pochi o tanti che siano non importa). Che speranze di posizionarsi sul mercato può avere un brand che si propone esclusivamente offline senza avere investito nel branding design? Come può distinguere i suoi prodotti sullo scaffale, o le vetrine del suo negozio in strada, senza una veste grafica di impatto? Domande retoriche, la cui risposta per noi addetti ai lavori è scontata. Ma così non è per tutti gli imprenditori. A quanti sottovalutano il valore e l’immagine del proprio marchio, consigliamo di scaricare il nostro ebook su Branding e re-branding: una guida completa e aggiornata per avere un quadro completo su questa incredibile e preziosa opportunità di crescita. Visita la pagina e scaricalo gratis con un clic!