È l'alba dell'AI nella traduzione dell’antica scrittura cuneiforme
Un nuovo strumento di intelligenza artificiale interpreta l'accadico usato da assiri e babilonesi, aprendo le porte a incredibili sviluppi...
Il cuneiforme, la più antica forma di scrittura conosciuta, è stato un mistero per molti anni, con soltanto poche centinaia di esperti in grado di decifrarlo.
L’idioma in questione è l’accadico, che fu usato in particolare dagli assiri e dai babilonesi.
Ora, un team di archeologi e informatici israeliani ha sviluppato un programma di traduzione in stile Google Translate, che utilizza l’intelligenza artificiale per tradurre in inglese i testi scritti nell’antico linguaggio cuneiforme.
Parlata nell’antica Mesopotamia, in corrispondenza dell’attuale Iraq, quella accadica era una lingua semitica orientale utilizzata in particolare dai popoli dell’area.
I risultati sono promettenti, ma il programma può essere ulteriormente perfezionato.
Questo progetto è importante perché, traducendo antichi testi accadici, potremmo scoprire tradizioni finora sconosciute e risalenti all’inizio della moderna civiltà.
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Il funzionamento del programma messo a punto da un’équipe totalmente israeliana
Il software made-in-Israele si basa sulla cosiddetta traduzione automatica neurale, la stessa tecnologia utilizzata da Google Translate e da altri servizi di traduzione.
Questa tecnologia funziona convertendo le parole in stringhe di numeri e poi traducendole in un’altra lingua con una costruzione sintattica più precisa.
Lo hanno congegnato un gruppo di ricercatori israeliani della Tel Aviv University, in collaborazione con l’Ariel University.
Shai Gordin della AU e Jonathan Berant e Omer Levy della TAU, insieme ad altri colleghi, hanno da poco condiviso i frutti dei loro studi sulla rivista specializzata PNAS in un articolo intitolato “Tradurre dall’accadico all’inglese, mediante traduzione automatica neuronale”.
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Un promettente punteggio di 37 secondo il “Best Bilingual Evaluation Understudy 4”
Per valutare le traduzioni automatiche, esiste uno strumento sviluppato all’inizio degli anni 2000 chiamato “Best Bilingual Evaluation Understudy 4” (in sigla BLEU4).
Il nuovo programma sviluppato dai ricercatori ha ottenuto un punteggio di 36,54 nella traduzione cuneiforme-inglese, su una scala da 0 a 100.
Un punteggio attorno a 37 è considerato piuttosto buono per un modello di traduzione in via di sviluppo.
Per avere un termine di paragone, Google Traduttore ha un punteggio di circa 60 nella traduzione dallo spagnolo all’inglese.
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Le migliori performance in genere scaturiscono da testi stereotipati o parole intuitive
Come accade con altri strumenti di traduzione più sviluppati, l’intelligenza artificiale si è rivelata più precisa nella traduzione di testi stereotipati, come decreti reali o divinazioni, che seguono delle formule ben precise.
Ha avuto più difficoltà con testi narrativi e poetici, come lettere e trattati.
Il programma ha comunque restituito risultati migliori del previsto, anche se è ancora ben lontano dal fornire traduzioni accurate.
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L’evoluzione della lingua, i dialetti e le poche fonti i limiti nell’addestramento dell’IA
Una delle sfide più complesse è stata la scarsità di materiale su cui addestrare l’intelligenza artificiale.
Nel caso del cuneiforme, il più grande database di tavolette in accadico aveva soltanto poche decine di migliaia di voci.
Un altro ostacolo è stato il fatto che, durante i circa 3.000 anni in cui il cuneiforme accadico è stato utilizzato, la lingua è cambiata notevolmente.
In alcuni casi, i simboli sono mutati totalmente nel giro di mille anni, senza contare la differenza tra i vari dialetti.
Nonostante queste sfide, si tratta comunque di un progetto di uso dell’AI di grande valore, poiché fino a ora tradurre dal cuneiforme richiedeva molto tempo e l’impiego di esperti in grado di traslitterarlo in latino, e successivamente in inglese.
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L’uso in Israele del deep learning per la comprensione dell’antica lingua accadica
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