Ti spieghiamo Google Bert in poche parole

Si può veramente saziare la curiosità delle persone? E, cosa più importante, Google può davvero rispondere a tutte le domande che gli vengono poste? La risposta è, sostanzialmente no. Pandu Nayak ce lo ha confermato in uno speak, sostenendo che Google riceve ogni giorno miliardi e miliardi di “interrogazioni”, di cui quasi il 15% sono nuove o mai viste prima. Non una percentuale da poco, se ci soffermiamo a pensare. E allora, che fare?

Occorre inserire un algoritmo che risponda predittivamente alle domande che non si possono anticipare. Diamo il benvenuto al Bidirectional Encoder Representations from Transformers, ovvero l’amico Google Bert. Google Bert è, spiegato in parole povere, una rete neurale che elabora il linguaggio umano naturale e si pone l’obiettivo, riuscendoci, di comprendere meglio il contesto dell’interrogazione così da fornire risposte più pertinenti, con soglie di comprensione intersecate tra loro che comunque hanno un margine di precisione talmente buono da sembrare, addirittura, un po’ inquietante.

Google Bert è stato rilasciato ufficialmente il 9 dicembre 2019 in Italia.

Il voodoo della rete neurale

Sembra magia nera, ma in realtà è un complesso sistema di modelli matematici e statistici che messi insieme… funzionano davvero. Stiamo parlando delle reti neurali, ovvero quei sistemi intelligenti che imparano da una base di dati e dalle informazioni che vengono immesse dalle persone. Sistemi che, in due parole, si evolvono da soli, alimentati dalla gente, per soddisfare le loro curiosità. La cosa magica è che funzionano davvero, anche se di “stregonesco” non c’è proprio niente. Una rete neurale impara dall’ambiente circostante e cresce, raggiungendo conclusioni che a volte non avrebbe i dati per raggiungere con il potere del mettere in relazione le informazioni che ha a disposizione. Se volete sapere di più sulle reti neurali, rivolgetevi a un esperto. Questa definizione è frutto di una ragazza che, un giorno, si è imbattuta in uno splendido articolo in inglese sulle reti neurali e ha sviluppato un timore reverenziale nella loro incredibile potenza. Sono solo una novizia che si approccia alla materia. La spiegazione tecnica la lascio a chi di competenza.

Ora, torniamo a Google Bert.

Google Bert (e il suo update di cui s’è tanto parlato)

BERT è il nuovo aggiornamento dell’algoritmo di Google, un nuovo tentativo del motore di ricerca di abbinare le ricerche ai risultati più pertinenti. Il Natural Language Processing è la base fondante di questo update e consiste nell’addizionare tutti gli algoritmi di Google per arrivare a comprendere le parole della frase immessa nel box di ricerca e dare un senso complessivo alla frase, nel suo contesto semantico. Una novità semplicemente rivoluzionaria.

BERT esamina il contesto e non si limita ad analizzare le parole prese singolarmente. In questo modo, se googli “ho preso un granchio”, non ti usciranno risultati relativi al granchio reale delle coste atlantiche del continente americano, ma solo risultati in relazione al fatto che “ti sei sbagliato”. Questo esempio è molto generalista e non descrive perfettamente quello che può fare davvero Google Bert, ma ti dà un’idea del concetto generale dietro lo stesso.

Google Bert: come può aiutare la SEO del tuo blog?

Ok, tutto molto bello, ma in che modo questo BERT cambierà il modo di fruire la SEO del mio sito web? Come cambierà il mio posizionamento?

C’è chi dice che probabilmente l’influenza sarà minima e che BERT non avrà l’impatto trascendentale con il quale è stato dipinto. In realtà, qualcosa potrebbe cambiare. Rimaniamo sempre nella sfera delle possibilità perché, come ben sapete, gli algoritmi di Google sono il quarto segreto di Fatima.

BERT potrebbe farti perdere traffico nel momento in cui il tuo sito web non ha definito chiaramente il contesto in cui opera. Inoltre, le parole chiave a coda lunga (le long tail keywords) potrebbero assumere un’importanza ancora più preponderante all’interno dell’organico di un pezzo.

Che cosa ne pensi di Google BERT? In che modo riuscirà a cambiare il nostro approccio alla SEO onpage e offpage?