Andrea Anastasi: “Con le statistiche e i video, nel Volley si studia!”

Com’è cambiato il modo di allenare grazie alle nuove tecnologie? Un’icona europea della Pallavolo ne racconta in dettaglio le innovazioni

Andrea Anastasi: Dynamo Varsavia
Andrea Anastasi in Polonia nel 2021 nella veste di allenatore della Dynamo Varsavia (Foto: Adam Starszynski/PressFocus)

Andrea Anastasi vanta una lunga carriera ai massimi livelli del Volley mondiale.
Dopo aver esordito a soli diciassette anni in Serie A, ha vissuto lunghe stagioni da campione vincendo tre Coppe CEV, peraltro con altrettanti diversi club, e raggiungendo i vertici internazionali con la maglia della Nazionale Italiana, con cui ha vinto un Campionato Europeo, un Campionato del Mondo e due World League.
Allenatore dal 1994, ha guidato sia importanti squadre di club in Italia e in Polonia, che diverse squadre nazionali.
In particolare, ha diretto e allenato l’Italia (per due volte), la Spagna, la Polonia e il Belgio.
Con gli azzurri, ha ottenuto la medaglia d’oro nel 1999 nella World League a Mar del Plata (Argentina) e nei Campionati Europei di Vienna (Austria) e nel 2000 nella World League di Rotterdam (Olanda), la medaglia d’argento nel 2001 nella World League a Katowice (Polonia) e nei Campionati Europei a Ostrava (Repubblica Ceca) e la medaglia di bronzo nel 2000 alle Olimpiadi di Sydney (Australia).
Per gli iberici, ha raccolto la medaglia d’oro nel 2007 nei Campionati Europei a Mosca e San Pietroburgo (Russia).
Con i polacchi, ha conquistato la medaglia d’oro nel 2012 nella World League a Sofia (Bulgaria) e nel 2011 la medaglia d’argento nella Coppa del Mondo a Tokyo (Giappone).
Chi scrive ha il privilegio di conoscere bene Andrea Anastasi e in un recente incontro a Poggio Rusco, il piccolo paese dell’Oltrepò Mantovano in cui egli è nato l’8 ottobre 1960, ha avuto modo di parlare con lui dell’innovazione tecnologica nel volley.
Ne è uscita un’intervista lucida e sincera, che mette in luce aspetti particolari del mondo dello sport, e della Pallavolo in particolare…

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Andrea Anastasi: Sir Safety Perugia
La Sir Safety Perugia di Volley nella positiva stagione 2022-2023 condotta da Andrea Anastasi

Rileggendo la carriera che ti ha visto protagonista, viene spontaneo rivolgere tanti complimenti a tua moglie Erika, per la pazienza che ha dimostrato nell’avere un marito sempre in giro per il mondo. Adesso Piacenza è praticamente dietro casa…
“Complimenti meritati, poiché Erika mi ha aiutato molto e continua a farlo, pur se contenta di non dover più prendere aerei per raggiungermi sul lavoro”.

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Andrea Anastasi: Italia, Spagna, Polonia e Belgio
Andrea Anastasi ha diretto e allenato nel Volley l’Italia (per due volte), la Spagna, la Polonia e il Belgio

Iniziamo chiedendo se, nel corso della carriera di allenatore, c’è stato modo di sviluppare e sperimentare innovazioni tecnologiche che hanno cambiato la preparazione e il controllo delle prestazioni degli atleti.
“La prima considerazione da fare è che, certamente, la Pallavolo è sempre stata uno sport innovativo dal punto di vista dello studio di quello che avviene in campo, utilizzando sia le statistiche che il video. Lo streaming è ormai di uso comune, sia in allenamento che durante le partite, e questo consente anche ai giocatori di rivedere in tempo reale sette secondi dell’ultima azione e di migliorarsi. Questo sistema ci ha consentito di migliorare costantemente, così come altre importanti innovazioni”.

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Andrea Anastasi nei panni di allenatore della Sir Safety Perugia nella positiva stagione 2022-2023

C’è un’innovazione agonistica o tecnologica che, più di altre, si può ritenere abbia fatto storicamente la differenza?
“Un’innovazione che voglio ricordare, per esempio, è ‘Volleymetrics’, cioè un sistema sviluppato da un ragazzo italiano, che lavorava nel mio staff alle Olimpiadi di Pechino e che si è poi trasferito negli Stati Uniti. Grazie a ‘Volleymetrics’ possiamo studiare la Pallavolo avendo sotto controllo i giocatori di tutto il mondo. Anche in passato siamo però stati innovativi, sperimentando sempre l’utilizzo di nuovi strumenti per la preparazione degli atleti. Per esempio, nel 2006 in Spagna introdussi la ‘macchina sparapalloni’, al fine di migliorare i fondamentali tecnici di seconda linea (la ricezione e la difesa, ndr). Questa soluzione è stata poi costantemente migliorata e ha consentito di fare notevoli salti di qualità”.

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Andrea Anastasi: Jockey Fas Schio
Un giovanissimo Andrea Anastasi al servizio per la Jockey Fas Schio di Volley nel 1991

Sappiamo che anche il corpo dei pallavolisti, la macchina complessa che dà vita alle azioni in campo, ha bisogno di continui affinamenti e migliorie: la perfezione dell’organismo degli atleti è decisiva…
“Sulla preparazione fisica degli atleti, l’innovazione tecnologica ci ha consentito di fare salti di qualità incredibili. Sono stati sviluppati e costantemente migliorati strumenti di misurazione sempre più evoluti. In questo campo altri sport più ricchi di noi hanno maggiori possibilità, ma noi del Volley stiamo facendo di tutto per rimanere al passo. Per esempio, nell’ultimo club dove vado ad allenare, a Piacenza, hanno creato un sistema in cui tutte le informazioni riguardanti ogni singolo giocatore vengono raccolte in un unico file. Allenatore, preparatore atletico, medico sociale e direttore sportivo lo tengono costantemente aggiornato in modo da avere sempre tutti una visione d’insieme, ovviamente riservata, che consente di valutare correttamente ognuno dei ragazzi”.

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Andrea Anastasi: Polonia
Nel 2013 Andrea Anastasi è stato l’allenatore della Nazionale di Pallavolo della Polonia

Trovi che i giovani che alleni oggi siano molto diversi da quelli della tua generazione? E quali sono le principali differenze, eventualmente?
“Sì, i giovani di oggi sono estremamente diversi da noi. Si sono avvantaggiati con i nuovi sistemi di comunicazione e con tecnologie che prima non c’erano, com’è naturale e giusto che sia. Queste innovazioni hanno cambiato anche il modo di relazionarsi con la squadra. Basti pensare che i ragazzi odierni hanno disponibili in ogni momento sul loro smartphone tutte le informazioni che noi riteniamo utili e i video per lo studio della loro preparazione. Dal punto di vista della comunicazione, la differenza pertanto è enorme perché la tecnologia ha preso il sopravvento e, quindi, lo sforzo maggiore lo dobbiamo fare noi allenatori per adeguarci a questi nuovi standard”.

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E nel futuro prossimo quali potrebbero essere le innovazioni tecnologiche del Volley, che influiranno sul modo di allenare?
“Sono convintissimo che stiamo andando nella direzione di avere sempre più monitorati i dati del lavoro tecnico, fisico e, mi auguro, anche mentale, per poter poi incidere ulteriormente su questi aspetti. Io sto portando avanti con il mio staff un lavoro incentrato sul recupero fisico. I ragazzi disputano 80-90 partite l’anno e, di conseguenza, stiamo andando a cercare costantemente nuovi sistemi che ci possano aiutare in modo scientifico a farli arrivare al meglio delle loro possibilità…”.

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Andrea Anastasi: Italia e Polonia
Andrea Anastasi ha guidato importanti squadre di club in Italia e in Polonia nella Pallavolo

Gli allenatori italiani di Pallavolo si sono sempre distinti ai massimi livelli europei. È un fatto casuale oppure, per così dire, esiste una “scuola azzurra” in questo sport?
“Sì, è vero, noi allenatori italiani siamo certamente stati i capostipiti di un movimento e questa nostra qualità ci ha portato a viaggiare tantissimo. Io stesso ho lavorato in Belgio, in Spagna due anni e in Polonia altri undici, tra Nazionale e club. E come me hanno fatto molti altri. Noi italiani siamo stati a lungo dei giramondo e questo ci ha permesso di portare avanti una ‘scuola italiana’, fondata anche sullo studio tattico delle squadre, ma ormai mi permetto di dire che non è più così. Ci sono tantissime scuole importantissime in giro per il mondo e tanti allenatori bravi. Con la comunicazione generalizzata, e l’apertura delle frontiere, non è più una cosa ristretta all’Italia e quindi, ahinoi, dovremo confrontarci con tanti colleghi bravissimi provenienti da altri Paesi nostri concorrenti…”.

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