Facebook, i dati di milioni di profili diffusi pubblicamente
Un furto da 533 milioni di account FB è causa d’apprensione: telefoni, indirizzi, di tutto un po’. Secondo Menlo Park sarebbe accaduto nel 2019
Immagina di svegliarti una mattina e sapere da un tuo amico smanettone che i tuoi dati, insieme a quelli di altri 533 milioni di profili Facebook, sono stati pubblicati su un sito per hacker e ora circolano liberamente in rete. Beh, non è che devi immaginartelo, perché è successo davvero a qualcuno.
A più di qualcuno, in realtà: dei cento Paesi colpiti, l’Italia è stata una delle più vulnerabili in assoluto, con un numero di utenti che si aggira intorno a quasi la totalità degli utenti del social network, ovvero circa il 90%. Seguono 32 milioni negli Stati Uniti e 11 milioni in UK. La notizia è stata riportata sabato 3 aprile dall’esperto di sicurezza Alon Gal, e ha trovato risonanza grazie al Business Insider. In Italia, la notizia è stata successivamente confermata dal Corriere della Sera.
Tutto sulla privacy ai tempi della condivisione di massa
Quando è avvenuto la sottrazione dei dati?
Nessuno lo sa con precisione, ma si stima che i dati siano stati rubati in un brutto giorno del 2019. Penserete: caspita, è un po’ tardino. E siamo d’accordo con voi, ma una notizia del genere era già emersa a gennaio quando, su Telegram, era possibile interrogare un bot per ricevere previo pagamento il numero di telefono di un utente Facebook di cui si conosceva il Facebook ID. O viceversa.
Naturalmente il colosso di Zuckerberg ha già replicato alla faccenda, affermando con assoluta certezza che il problema era già stato individuato ai tempi (quindi nel 2019) e risolto immediatamente. Il buco della sicurezza permetteva a persone dotate di un pacchetto di conoscenze di base di accedere quasi liberamente ai dati delle persone. Il problema è che nessuno da con esattezza quando questo disastro potrebbe ripetersi. Del resto, la grandissima mole di informazioni personali che ogni giorno introduciamo, quasi inconsciamente, su Facebook, viene conservata minuziosamente e nei minimi dettagli – anche quando la andiamo poi a cancellare. Dunque potrebbe essere solo una questione di tempo prima che l’incidente si ripeta.
La “Digital Trust Label” svizzera ha respiro internazionale
Cosa posso fare per evitare questo genere di furto di dati?
Per prima cosa è essenziale non farsi prendere dal panico. Anche chiudendo il proprio profilo Facebook i tuoi dati difficilmente verrebbero cancellati dai database. L’unica cosa che puoi fare che sia concreta e minimamente efficace, è prendere qualche accortezza. Prima di tutto, inserisci il tuo indirizzo email su “Haveibeenpwned.com” e valuta se la tua email o il numero di telefono si trovano nel database. Cambia subito la password in questione e non usare il numero di telefono del tuo cellulare per l’identificazione su Facebook.
Quanto al phishing, beh, ci sono tanti modi per proteggersi ed evitare che i propri dati finiscano in mano a dei malintenzionati pronti a orchestrare danni alle tue spalle. Insomma, puoi evitare di farti “ancora più male” prendendo alcune accortezze e valutando il rischio, facendo sempre attenzione agli SMS e alle mail che apri da fonti che ti sembrano poco attendibili. Non aprire mai link diretti nella tua email che ti “consigliano di verificare i dati Amazon”, per esempio, ma andare direttamente sul sito e fare una verifica di prima persona potrebbe aiutarti a evitare qualche scam.
Tieni gli occhi aperti. Nel frattempo, il garante della privacy irlandese sta verificando la situazione e cerca di capire se i dati sono effettivamente gli stessi di due anni fa, così da comprendere se il problema si è verificato prima o meno. Anche il Garante Italiano, secondo le fonti del Corriere della Sera, sarebbe al lavoro per limitare i rischi per i dati privati delle persone.
Potresti essere interessato anche a:
Il Santuario Marino nel cuore del Pacifico minaccia la… pesca?
L’area del Monumento Nazionale del Mare delle Isole Remote del grande oceano potrebbe arrivare a coprire due milioni di chilometri
Tanja Zimmermann: “Stiamo cercando di ‘materializzare’ l’energia”
La Direttrice dei Laboratori Federali per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali sul ticket con l’EAWAG nel progetto “Mining the Atmosphere”
Video, battaglia terra-aria fra Red Bull RB20 e Dutch Drone Gods
Un rapidissimo robot volante FPV costruito in Olanda nella scia della nuova Red Bull RB20 del campione del mondo di Formula 1 a Silverstone
Martin Ackermann: “L’adattamento al clima? Proteggere se stessi”
Il Direttore dell’Istituto Federale Svizzero di Scienza e Tecnologia Acquatica sull'aiuto all'EMPA nel progetto “Mining the Atmosphere”