Google rivoluziona i link: cosa cambia per gli attributi rel

Google l’ha definita come una vera e propria rivoluzione dei link, e la comunità SEO si affretta a prenderne atto per trasformare questo nuovo diktat in una fruttifera occasione per nuove opportunità di posizionamento.

Il nuovo aggiornamento, scritto a quattro mani da Danny Sullivan e Gary Illyes, rivela infatti che si sono verificati degli importanti aggiornamenti al temutissimo sistema dei link:

  1. Nofollow sarà un suggerimento per il motore di ricerca
  2. Sono stati creati due nuovi e differenti rel per la definizione della natura del link

Vediamo nello specifico di che cosa parla il post ufficiale del blog di Google.

Il nuovo rel “nofollow”

Il cugino rel “nofollow”, amico di tutti, ha cambiato faccia. I due autori dell’articolo spiegano che era stato introdotto circa 15 anni fa come strumento per combattere lo spam nei commenti e, in poco tempo, è diventato uno degli strumenti più efficaci per contrassegnare i link pubblicitari o sponsorizzati e segnalarli subito a Google. Con l’ultimo aggiornamento, però, “nofollow” è diventato nient’altro che un suggerimento, entrando ufficialmente in una posizione ben più nebulosa in ottica SEO. Secondo quanto dichiarato anche da John Mueller, dunque, il rel nofollow non sarà più un’imposizione dall’alto, ma un suggerimento al motore di ricerca di non seguire più quel determinato link. Tuttavia, Google potrà ugualmente decidere di usare i link nofollow per il ranking di una pagina.

Che cosa significa? Significa che tutti i link, anche quelli contrassegnati come “nofollow”, potranno avere incidenza sulla SEO on-page e, di conseguenza, sul posizionamento e sulla strategia di link building di un sito web. Questo vale anche per i link di spam e si applica sia in senso positivo che in senso negativo.

Nuovi attributi: link sponsored e ugc

Onde evitare la catastrofe “spam”, Google corre ai ripari e introduce due nuovi attributi, il primo dei quali è il rel=”sponsored”, seguito a ruota da rel=”ugc”. Si tratta di due nuovi valori alternativi capaci di riconoscere i collegamenti pubblicitari (sponsored) e quelli generati dagli utenti (user generated). Questo intervento permetterà al sistema di riconoscere ed elaborare con più precisione i link ai fini di un’analisi di ranking.

Perché del cambiamento? Le implicazioni

Stando a quanto riportato dal post, la decisione di trasformare i rel in suggerimenti nasce dal fatto che questa nuova normativa può aiutare Google ad analizzare e utilizzare in maniera più appropriata e meglio definibile tutti i collegamenti all’interno dei suoi sistemi. Questo permetterà all’algoritmo di prendere una decisione più consapevole e approfondita sui link, individuando con più facilità i collegamenti innaturali.

Le implicazioni di questo cambiamento sono moltissime e vertono soprattutto a politiche nate per combattere e scoraggiare lo spam. Inoltre, questo sistema consente migliore flessibilità nel determinare il peso e il valore dei backlink all’interno di un sito web. Pensiamo ad esempio a Wikipedia, che utilizza l’attributo nofollow per qualsiasi link punti al di fuori del portale. Da marzo 2020 in poi, tutti i link dell’enciclopedia online potrebbero essere valutati per scopo di ranking. Uno scenario del genere potrebbe quindi essere destinato a rivoluzionare le classifiche. Difficile fare previsioni precise.

Per dovere di cronaca, i Googler informano inoltre che rimane decisivo e invariato il valore dell’anchor text, indipendentemente dal rel utilizzato.

Aggiornamenti: da quando?

I nuovi attributi rel sono in funzione e utilizzabili già da oggi, settembre 2019. Per quanto riguarda invece il nofollow come suggerimento, occorrerà aspettare i primi giorni di marzo 2020.

I cambiamenti da effettuare sul proprio sito

Chi volesse può già utilizzare i nuovi attributi rel per ottenere attributi perfettamente validi, e combinabili tra loro. Per esempio, rel=”ugc sponsored” sarà da considerarsi generato dagli utenti e, al tempo stesso, anche sponsorizzato.

Per quanto riguarda invece il nofollow, vorremmo tranquillizzare i webmaster e i SEO specialist: al momento non sono necessari interventi sui link poiché l’attribuito continuerà regolarmente ad essere supportato. Questo è sempre vero, salvo quando la gestione di un sito non abbia deciso di fare largo uso del nofollow per bloccare l’indicizzazione di una pagina. In questo caso, infatti, potrebbe essere necessario utilizzare meccanismi più complessi, come ad esempio i file.robots.txt, meta tag o quant’altro.