Lo scienziato di colore e quella voce “nazista” nello spazio

Lo scienziato di colore e quella voce “nazista” nello spazio

L’esperto afroamericano Ed Massey vigilò sulle Voyager 1 e 2 lanciate nel 1977 dalla NASA e recanti dischi aurei con le parole di Kurt Waldheim

La sonda spaziale Voyager in missione di ricerca dal 1977 per la NASA
La sonda spaziale Voyager in missione di ricerca dal 1977 per la NASA

La voce di un ex gerarca nazista destinata a viaggiare per l’eternità nello spazio siderale, il tutto grazie a un progetto scientifico dal significato oggi anche simbolico, proprio nella misura in cui a capo di esso vi è stato ironicamente a lungo un uomo di colore.
I paradossi della storia, se si ammette la loro osservazione disincantata, propongono a volte curiosità e accadimenti che nemmeno la fantasia più fervida e l’immaginazione più estrema sarebbero in grado di tradurre in realtà.
Non parliamo di cinema, naturalmente, della divertente commedia “Fascisti su Marte”, firmata da Corrado Guzzanti nel 2006, o della più recente pellicola indipendente “Iron Sky”, diretta dal regista finlandese Timo Vuorensola e presentata al Festival di Berlino del 2012, ma di una vicenda più che reale.

La memoria deve correre per forza di cose alla straordinaria e affascinante epopea delle sonde Voyager II e Voyager I, lanciate rispettivamente in orbita il 20 agosto e il 5 settembre 1977 da Cape Canaveral per indagare da vicino i pianeti più imperscrutabili del sistema solare e per inoltrarsi nello spazio interstellare, ben oltre il confine dell’eliopausa.
Viaggianti a circa 17 chilometri al secondo, le due Voyager sono gli oggetti costruiti dall’uomo che più si sono allontanati dal pianeta Terra: il 17 febbraio 1998, alle 2:10 del mattino, la prima delle sonde superò infatti la distanza eliocentrica radiale della missione Pioneer 10, inaugurata nel 1972 e oggi in fuga verso la remota stella Aldebaran dopo aver visitato e studiato Giove e Nettuno. Gli scienziati pensano che la “I” raggiungerà il bordo interno della Nube di Oort fra tre secoli.
E il 6 marzo 2014 la “II” ha raggiunto l’eliopausa, dove il vento solare è intenso, compresso e turbolento a causa della sua interazione con lo spazio interstellare, toccando allora i 13.400 giorni di “volo” nel cosmo infinito e allo stesso tempo, ovviamente, di funzionamento al servizio della conoscenza umana.

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Nel 2025 “ultima chiamata” per le due esploratrici del cosmo

La coppia di “esploratori” continuerà a dialogare con noi sino al 2025, dopodiché cesserà l’energia della pila atomica che alimenta gli strumenti di misura e il sistema di comunicazione radio, i quali ancora “resistono” a oltre 22 miliardi di chilometri dal Sole, interagendo con gli scienziati del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena e impiegando 14 ore per inoltrare un segnale dallo spazio infinito alla Terra.
Ben consapevoli di ciò, lo scrittore e astrofisico Carl Sagan e il progettista Edward Stone ottennero a suo tempo immediatamente dalla NASA il placet per inserire all’interno delle sonde spaziali l’ormai celebre “Golden Record“, un disco d’oro per fonografo da 12 pollici che riproduce, insieme con altri ausili, la vita e la cultura del nostro mondo.
Oltre a informazioni sulle peculiarità fisiche, animali e vegetali del pianeta, a brani musicali, rumori e a 115 immagini, tutti destinati all’ipotetica civiltà extraterrestre che le Voyager dovessero rinvenire in futuro (fra settantacinquemila anni raggiungeranno la stella più vicina), in viaggio nell’universo ci sono anche… saluti audio formulati in una cinquantina di lingue terrestri, compreso l’italiano. Essi vanno dall’idioma accadico degli antichi sumeri all’attuale dialetto cinese dell’etnia Wu.
E vi sono anche i discorsi del Presidente degli Stati Uniti d’America, allora Richard Nixon, e del Segretario Generale delle Nazioni Unite.

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Il Golden Record imbarcato a bordo delle sonde Voyager 1 e 2 per le civiltà extraterrestri
Il Golden Record imbarcato a bordo delle sonde Voyager 1 e 2 per le civiltà extraterrestri

Doppio mandato per Kurt Waldheim all’ONU dal 1972 al 1981

Però Kurt Waldheim, che “regnò” sull’ONU per due mandati consecutivi dal 1972 al 1981 e morì a Vienna il 14 giugno 2007, scomparve accompagnato dalle polemiche per le successive accuse di crimini di guerra che gli vennero formulate in ragione di un fosco passato nella Wehrmacht in Francia, nei Balcani e sul fronte orientale, peraltro mai espiati con una condanna.
La sua voce, destinata a far conoscere suoni e colori della Terra ad altre forme evolute di vita, fu inserita all’epoca senza remore nel “Golden Record“, ma sino al 29 ottobre 2010 e per l’ultima difficile dozzina d’anni di esplorazione spaziale ne risultò “responsabile” a terra Ed Massey, il general manager e scienziato (nero afroamericano) della Voyager Interstellar Mission.
WaldheimMassey, cioè “carnefici” e “vittime” del nostro passato recente, avrebbero forse mai immaginato un simile intreccio di coincidenze, che li avrebbe “avvicinati” nel réclamizzare le presunte virtù dell’homo sapiens a esseri che potrebbero popolare altre galassie e per inviare loro un messaggio di speranza e di pace universale.

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L'infografica NASA della missione delle sonde spaziali Voyager 1 e 2 a partire dal 1977
L’infografica NASA della missione delle sonde spaziali Voyager 1 e 2 a partire dal 1977

Nel vuoto infinito tutte le contraddizioni dell’homo sapiens…

Le due sonde portano dunque con sé, anche dopo il subentro di Suzanne Dodd al vertice della missione della NASA, un paradosso e una contraddizione della nostra storia, pur senza rammentare esplicitamente né la guerra “dell’uomo all’uomo” praticata dal nazismo, né la separazione “dell’uomo dall’uomo” affermata dalle segregazioni razziali coloniale, statunitense, indiana e sudafricana.
Ma una domanda si impone. Le civiltà aliene che dovessero ascoltare e interpretare fra qualche millennio il “Golden Record” imbarcato sulla Voyager I e la Voyager II saranno così intelligenti da intuire, al di là dei contenuti politicamente corretti ed eminentemente didascalici del disco aureo approntato dalla NASA quarantaquattro anni fa e della suadente voce che li accompagna con un vistoso accento tedesco, la vera storia di odio e di aggressività che finora è stata la cifra distintiva della specie umana?

Il sito NASA sulle missioni Voyager: https://voyager.jpl.nasa.gov/mission/status/

La sonda spaziale Voyager 1 in missione di ricerca dal 1977 per la NASA
La sonda spaziale Voyager 1 in missione di ricerca dal 1977 per la NASA