L’avvento di Google Chrome 71 e il nuovo material design

C’è fermento in casa Google. Il motore di ricerca più cliccato al mondo (primo sito per numero di visitatori a livello globale) sta cambiando per l’ennesima volta look, aprendo una nuova frontiera in ambito di web design. L’evento non arriva certo per caso: giusto il mese scorso ci sono stati due compleanni importanti, il ventesimo della fondazione della società Google Inc. e il decimo del lancio di Google Chrome, oggi leader indiscusso nel panorama dei browser web, per lo meno nel mondo occidentale. Forse per mostrare i muscoli, forse per non tradire le aspettative, forse per continuare nel solco già tracciato del material design, o forse per queste (e altre) ragioni insieme, il colosso di Mountain View, città americana sede di Google, ha deciso di fare le cose in grande. E così, insieme alla diffusione della settantunesima versione di Google Chrome, ecco arrivare la notizia di ulteriori release a supporto del material design.

Le applicazioni e gli ambienti virtuali interessati sono molteplici e spaziano da Google News a Google Pay, da Assistente Google alle App di Google, da Google Maps ad Android Messaggi. Per alcune il passaggio è tuttora in atto, per altre è già possibile osservare le variazioni sul tema. Ecco una lista indicativa di ciò che potreste già avere notato riguardo al material design grafico se utilizzate i prodotti Google su PC, tablet o smartphone:

  • Scelta fra tonalità scure e chiare (su Windows e Linux disponibile con tool di terze parti)
  • La tab aperta è bianca, le altre grigie
  • Scompaiono angoli, trapezi, spigoli, al loro posto linee arrotondate e forme smussate (v. barra di ricerca)
  • Nuove icone e colori nel puro stile material design

FUNZIONI E SCORCIATOIE DEL MATERIAL DESIGN FIRMATO GOOGLE

Come è facile intuire dal nome, il material design non si limita alla sola veste grafica. Se questa rimane protagonista e motore del cambiamento, di pari passo notiamo e noteremo in futuro alcuni passi avanti anche sul fronte della usability e quindi della user experience. Anche qui, vediamo una lista di evoluzioni in atto, più o meno significative in base alle abitudini di ciascuno:

  • Memorizzazione password e collegamento con altri Google Chrome collegati allo stesso account
  • Possibilità di creare nuove password e associarle a un sito specifico (evitando così ripetizioni pericolose)
  • Scorciatoie da tastiera o da display touch dello smartphone per velocizzare ricerche, traduzioni e altre operazioni
  • Salvataggio a richiesta dei codici e dati delle carte di credito

DALLA SEMPLICE NAVIGAZIONE AL CONCETTO DI LOOK & FEEL

Per chi come noi lavora in ambito digital ogni giorno, quelle che potrebbero apparire a occhi meno esperti delle banali modifiche sembrano piuttosto piccoli tasselli di una rivoluzione epocale. Senza bisogno di sbandierarlo ai quattro venti, Google non sta solo “aggiornando” il suo browser e le numerose applicazioni a esso collegate, ma sta cambiando in profondità l’esperienza che un utente prova (diciamo pure vive) durante la navigazione, la consultazione di una mappa, il pagamento di un servizio, la scrittura di un messaggio… Stiamo entrando dunque nel pieno dell’era del look & feel, una fase che si distingue per l’assottigliarsi della barriera fra schermo e realtà. L’utente moderno non si limita più a premere un tasto con il dito o il mouse: al contrario, percepisce una certa atmosfera, entra in confidenza con la dimensione del sito che ha di fronte, assimila informazioni per via intuitiva, scrolla in pochi secondi miriadi di dati. Un anticipo di quello che ci riserva il futuro in fatto di realtà virtuale? Ai posteri la risposta, di sicuro il trend è segnato, e a guidarlo è l’azienda leader nel comparto digitale contemporaneo.

E I SITI WEB? COME ADEGUARSI AL MATERIAL DESIGN DI CHROME

Se è vero che i cambiamenti di Google Chrome e della suite Google non interferiscono in misura sostanziale con le funzionalità e il design di un sito web, è anche vero che l’utente abituato a questo tipo di look & feel focalizzato sul material design difficilmente gradirà esplorare in portali, ecommerce e blog vetusti (leggi con tema grafico non all’altezza e funzionalità obsolete). I Google Font di cui abbiamo parlato in un precedente editoriale rappresentano in questo senso la punta dell’iceberg di un percorso ormai irreversibile. Come affrontare il giro di boa? E quali misure adottare in concreto? Purtroppo o per fortuna non esiste un vademecum tecnico univoco scritto sulla pietra, ciò che possiamo e dobbiamo fare è cercare un filo conduttore nel magma eterogeneo di informazioni, dichiarazioni rilasciate dagli ingegneri di Google, voci di corridoio, conferme e smentite di fonti autorevoli. Senza fasciarci la testa, non sarà necessario per forza “rifare” il sito, bensì rivederlo alla luce del material design.

Ecommerce, blog o magazine online non importata: come abbiamo provveduto ad aggiornare la privacy e cookie policy in vista del GDPR, così dovremo muoverci per soddisfare al meglio le aspettative degli utenti. Una road map valida potrebbe iniziare dalla verifica della tecnologia responsive del sito: risulta navigabile dai dispositivi mobile in maniera efficace? Se la risposta è sì, passiamo oltre e controlliamo gli aspetti squisitamente grafici del material design: icone, banner e contenuti rispecchiano lo stile 3D e i caratteri del material design? Se vogliamo andare oltre, aggiungiamo l’impiego dei Google Font nei titoli e nei testi presenti. Da ultimo, valutiamo le performance globali del sito in termini di velocità di caricamento delle pagine, pulizia del codice, immagini e link rotti… Sforziamoci insomma di guardare al material design di Chrome come a un’opportunità per rinnovare la grafica e la comunicazione, più che come all’ennesimo scoglio imprevisto. Se ancora non hai fatto nulla in questa direzione, ti suggerisco di approfittarne, prenderti il tempo per pianificare la strategia e cogliere al volo l’occasione di spiccare il volo e brillare nel firmamento del web. Noi siamo qui per aiutarti.