Il terremoto in Turchia e la solidarietà al tempo delle crypto

Il sisma di Gaziantep ha cagionato oltre 40mila morti, ma le sofferenze saranno lenite dai primi aiuti in valuta digitale della storia...

Cryptovalute: in seguito al violento terremoto avvenuto in Anatolia meridionale fra il 5 e il 6 febbraio 2023, anche l'industria globale delle cryptovalute e della Blockchain si sta impegnando ad aiutare le vittime con ingenti donazioni
In seguito al violento terremoto avvenuto in Anatolia meridionale fra il 5 e il 6 febbraio 2023, anche l’industria globale delle cryptovalute e della Blockchain si sta impegnando ad aiutare le vittime con ingenti donazioni

Nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 febbraio un terremoto di magnitudo 7,8 della scala Richter ha colpito la zona tra la Siria e la Turchia meridionale, con epicentro a Gaziantep ed è stato rilevato dai sismografi di tutto il mondo.

Il bilancio provvisorio conta oltre 40.000 morti tra Turchia e Siria.
In territorio turco i feriti sono decine di migliaia, mentre sono già state tratte in salvo da sotto le macerie oltre 8.000 persone.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbero 350.000 le persone anziane e 1,4 milioni i bambini colpiti dal sisma.

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Il punto di contatto fra le placche tettoniche africana, eurasiatica e araba sul confine turco-siriano

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ll suolo dell’Anatolia si è spostato di almeno tre metri: uno dei terremoti più violenti mai registrati in Turchia.
Secondo l’esperto presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Carlo Doglioni, ad attivarsi è stata una delle due grandi faglie che attraversano il terriorio turco, quella Sud-Est anatolica, che è una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano, Israele e Giordania e che separa la Placca Araba da quella Africana.
Ed è lungo questa faglia che i due lembi del suolo si sono spostati.
Carlo Doglioni, inoltre, sostiene che nella zona di massimo movimento è avvenuto uno spostamento di almeno tre metri.
Causa dello slittamento è stato un movimento “di tipo transpressivo”, vale a dire che lungo la faglia il suolo si è spostato in senso orizzontale (quindi con un movimento di tipo trascorrente), durante il quale è avvenuta anche una compressione fra la Placca Anatolica e quella Araba.
Tuttavia, i dati mancanti, che permetteranno di andare oltre queste prime stime, sono attesi dalle Sentinelle del programma Copernicus, di Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dalla costellazione Cosmo Sky-Med, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

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120 grandi scosse come aftershock lungo le Placche Anatolica e Araba

Purtroppo, dopo la prima scossa di cui sopra, la terra in Turchia ha continuato a tremare ancora.
Infatti, almeno 120 scosse di assestamento si sono verificate dopo la prima, secondo un aggiornamento dell’Agenzia Turca per la Gestione dei Disastri e delle Emergenze (AFAD).
Secondo l’USGS statunitense, che riporta solo le scosse di assestamento più significative che vengono effettivamente avvertite da coloro che si trovano nella zona del terremoto, sono state almeno 43 quelle di magnitudo 4,3 o superiore.
Tre delle scosse di assestamento hanno misurato 6.0 o più, incluso il massiccio terremoto di magnitudo 7,5 che ha colpito 95 chilometri (59 miglia) a nord dell’epicentro del terremoto principale del mattino.

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Il Bitcoin è una criptovaluta e un sistema di pagamento valutario internazionale creato nel 2009 da un anonimo inventore, noto con lo pseudonimo di “Satoshi Nakamoto”, che sviluppò un’idea da lui stesso presentata su Internet a fine 2008

La comunità crittografica è tutta al fianco delle popolazioni colpite

In seguito al violento terremoto avvenuto nella Provincia di Kahramanmaraş, anche l’industria globale delle cryptovalute si sta impegnando ad aiutare le vittime.
Infatti, più di quaranta entità Blockchain nel Paese hanno firmato una petizione chiedendo alle autorità di istituire portafogli crittografici ufficiali per accettare donazioni in Turchia, in modo simile a ciò che è avvenuto in Ucraina.
Gli exchange più rilevanti nel mondo crypto hanno affermato che stanno cercando modi per inviare supporto o hanno iniziato a preparare pacchetti di aiuti.
In particolare, l’exchange di cryptovalute BitGet ha già promesso 1 milione di lire turche (circa 53.000 dollari) per gli aiuti umanitari, mentre Huobi Global ha promesso 2 milioni di lire.

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5 milioni di lire turche da Tether, in pendant con Huobi Global e BitGet

Anche Tether (USDT), la stablecoin di cryptovaluta supportata da asset, è la terza cryptovaluta che hanno promesso di aiutare la Turchia con 5 milioni di TRY dopo il sisma.
In generale, le comunità crittografiche di tutto il mondo sono generalmente veloci nel rispondere alle crisi umanitarie, con milioni di dollari in donazioni che si riversano in Ucraina dopo l’invasione russa dello scorso anno e soccorsi per il COVID-19 in India mentre lottava con un’epidemia mortale nel 2021.
Il problema è che le donazioni in cryptovalute possono essere più complicate dei pagamenti tradizionali o dei bonifici bancari quando le autorità locali sono meno accoglienti nei confronti delle risorse digitali, le quali si trovano in un’area grigia normativa nelle giurisdizioni di tutto il mondo.

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Una petizione affinché Ankara accetti le Blockchain come “normali”

È il motivo per cui l’industria della Blockchain e gli enti di ricerca in Turchia hanno messo insieme una petizione chiedendo alle autorità di consentire l’accettazione delle donazioni basate su cryptovalute in Turchia.
Si sono fatte immediatamente avanti anche Bitfinex, Bybit, Gate io, Binance e BitMEX, infatti.
Ad ogni modo, le oltre quaranta entità che hanno firmato la petizione chiedono alle autorità di Ankara di creare “portafogli ufficiali di cryptovalute e condividerli attraverso i canali ufficiali”, nello stesso modo in cui ha fatto l’Ucraina poco dopo l’inizio della guerra nel febbraio 2022, per evitare “regimi di aiuto dannosi”.
Non è chiaro se gli aiuti si estendano alla Siria, una Nazione dilaniata dalla guerra e soggetta a pesanti sanzioni economiche da parte delle principali economie, tra cui Stati Uniti e Unione Europea.

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I rottami di un edificio crollato nel Galeria Business Center di Diyarbakır, in Turchia, per effetto del terremoto veificatosi nell’Anatolia meridionale fra il 5 e il 6 febbraio 2023