Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, i progetti e il futuro
Ecco come la città lagunare sta cambiando per effetto della Fondazione che si propone di farne un modello globale di rispetto del pianeta
Un progetto grandioso e la consapevolezza di dover agire: dietro la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità (Venice Sustainability Foundation) c’è questo e molto di più. L’idea è tanto semplice quanto innovativa: unire menti eccellenti, risorse e progetti per ideare un modello integrato economico, sociale e ambientale di sviluppo di Venezia.
Negli ultimi anni la città ha subito profondi cambiamenti che ne hanno cambiato il volto e messo in pericolo l’identità. Pensiamo al sovraffollamento turistico, al problema delle maree e della conservazione del patrimonio culturale e storico. Qual è la soluzione? Una risposta può arrivare da un approccio integrato che consenta di restituire a Venezia il suo antico e straordinario splendore.
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Venezia e il sogno di un mondo sostenibile
D’altronde grazie a un centro storico di dimensioni ridotte e a un territorio che unisce terra e mare, la città è un laboratorio perfetto per realizzare e testare un modello di sostenibilità ambientale che sia una sintesi ideale fra il passato e il futuro.
Difesa antica, ma anche fonte di problemi, la laguna è da sempre un tutt’uno con Venezia. Rendendo questa città unica al mondo e inimitabile. La storia di Venezia infatti è la storia stessa dell’acqua alta che invade la città e la sommerge, portando scompiglio, umidità e danni.
Non solo, allo stesso tempo la storia della città è quella di una comunità che per secoli, proprio grazie alla presenza della laguna, è sfuggita a invasioni e conflitti.
Riuscendo al tempo stesso a crescere e svilupparsi al meglio, diventando il luogo meraviglioso che conosciamo oggi. Proprio per questo l’esistenza della città è quasi in simbiosi con l’acqua, con cui ha un legame che è inscindibile e straordinario.
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Venezia, città dell’acqua: il MOSE e il futuro
Costruita su più di cento isole, Venezia può contare su fondamenta d’eccezione, create con pali di legno lunghi più di venticinque metri che vennero piantati durante la sua fondazione nella laguna.
Il legno, a contatto con il fango salino, si pietrificò, consentendo una base solida su cui costruire la città. Da allora Venezia ha continuato a combattere costantemente con l’acqua alta e con l’idea di un destino ineluttabile.
Negli ultimi trent’anni la situazione è però peggiorata e non a causa dell’acqua, bensì dell’uomo. Prima sono state le industrie a sottrarre l’acqua freatica della laguna, provocando un abbassamento della stessa città. In seguito i rifiuti di azoto e cloro hanno provocato una corrosione dei pali. Fenomeni a cui si sono aggiunte le grandi alluvioni causate dal riscaldamento globale.
Proprio per questo da anni gli esperti hanno messo in campo le loro competenze per salvaguardare la laguna e l’integrità di Venezia, puntando su una visione sostenibile. Pensiamo, ad esempio, al MOSE, un sistema colossale composto da quattro dighe a scomparsa.
Il sistema è costituito da 78 paratie mobili che vengono posate sul fondo nei tratti di mare che congiungono. l’Adriatico e la laguna. Ogni volta che l’acqua oltrepassa il livello di guardia, si sollevano le paratoie, sigillando la laguna.
Le barriere del Mose dunque permettono di far sì che il livello delle acque sia sempre entro i novanta centimetri, salvaguardano Venezia e le sue bellezze.
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