Che cos’è la Sindrome Metabolica? E come si può prevenire?
Comprendere quale sia l’elemento scatenante della Reaven è molto complesso, ma un’alimentazione scorretta e non equilibrata ha grande peso…
Vogliamo affrontare un argomento molto importante, visto il grande numero di persone che soffrono di una situazione la cui incidenza è in costante aumento nella popolazione.
Stiamo parlando della Sindrome Metabolica, detta anche Sindrome X, Sindrome da Insulinoresistenza oppure di Sindrome di Reaven.
Per Sindrome Metabolica si intende un insieme di fattori che al verificarsi collocano il soggetto in una fascia di rischio elevata per malattie come diabete, problemi cardiovascolari in genere e steatosi epatica (fegato grasso).
Per verificare l’effettiva esistenza di una Sindrome Metabolica devono essere presenti contemporaneamente almeno tre dei seguenti valori:
Pressione arteriosa superiore a 130/85 mmHg
Trigliceridi ematici superiori a 150 mg/dl
Glicemia a digiuno superiore a 110 mg/dl
Colesterolo HDL (ossia colesterolo buono) inferiore a 40 mg/dl nell’uomo o a 50 mg/dl nelle femmine
Circonferenza addominale superiore a 102 centimetri per i maschi o a 88 centimetri per le femmine.
Comprendere quale sia l’elemento scatenante della Sindrome Metabolica è molto complesso: ciò che però risulta certo è che questa situazione deriva da un’alimentazione scorretta e non equilibrata.
Fino a qualche decennio fa non vi era particolare attenzione a questa sindrome, in quanto ne erano colpiti pochissimi soggetti.
Questo era principalmente dovuto al fatto che le persone si muovevano molto di più rispetto ad ora, anche soltanto grazie all’attività lavorativa.
Se pensiamo alle città o alla vita quotidiana, anche quelli che erano semplici spostamenti venivano per lo più fatti a piedi o in bicicletta.
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Un’analisi innovativa dei vari sintomi della “SM”
Analizzando i principali sintomi presenti in caso di Sindrome Metabolica, è interessante vedere come le abitudini alimentari contemporanee siano effettivamente alla base proprio dei fattori scatenanti di questi sintomi.
Pressione arteriosa da Sindrome Metabolica
È risaputo che un elevato consumo di cereali e amidi, soprattutto se consumati a cena, è in grado di influire negativamente sulla pressione arteriosa minima.
Nelle abitudini alimentari degli italiani e dei ticinesi non è difficile trovare pane e pasta anche a cena, giusto per fare un esempio.
Soprattutto il pane, inoltre, viene spesso usato per accompagnare formaggi o salumi, che in questo caso influiscono negativamente sul valore massimo della pressione arteriosa.
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Colesterolo da Sindrome Metabolica
Nel caso del colesterolo è necessario notare come siamo di fronte non soltanto a valori bassi del cosiddetto “colesterolo buono”, ma anche a valori alti per quanto riguarda il “colesterolo cattivo”.
È scorretto pensare che il colesterolo è una causa dell’introduzione dei grassi animali: proprio per questo motivo, ultimamente, si è smesso di considerare un consumo elevato di uova come causa di valori alti di colesterolo.
È più corretto parlare, ancora una volta, di abuso di amidi, contenuti in cereali e patate, ad esempio.
Se si desidera fare una prova molto semplice, sarebbe opportuno fare le analisi del sangue prendendo nota del valore del colesterolo totale, affrontare quattro settimane eliminando tutti i cereali e gli amidi, mantenendo alto il consumo di uova, arrivando anche a 10 la settimana e rifare gli esami del sangue.
Si noterà con facilità che, alla fine delle quattro settimane di test, i valori di colesterolo totale si saranno inevitabilmente abbassati. Questo avviene perché il colesterolo è una molecola complessa, che quando viene introdotta tramite un alimento deve essere distrutta e smistata dal nostro organismo.
In questo processo, il nostro organismo assembra le molecole di colesterolo, ma in modo totalmente diverso rispetto alla loro origine.
Nonostante noi si abbia provato a spiegarlo in parole ultra semplici, è facile comprendere perché non è ingerendo cibi ricchi di colesterolo che i nostri valori salgono!
È il nostro fegato che fa alzare il colesterolo, quando si ritrova a trasformare zuccheri e amidi in grasso.
Ecco perché non potremo mai abbassare il nostro colesterolo se non eliminando cereali e amidi oltre che formaggi e salumi.
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Glicemia da Sindrome Metabolica
Quando si parla di glicemia a digiuno è bene fare un appunto.
La glicemia a digiuno va misurata la mattina, appena alzati. Questo valore, ovviamente, è influenzato fortemente da ciò che abbiamo mangiato a cena la sera precedente.
Al giorno d’oggi abbiamo invertito le nostre abitudini, mangiando tanto la sera e poco a pranzo.
Questo è dovuto anche alle abitudini lavorative e agli orari che spesso affrontiamo quotidianamente.
Mangiare tanto a cena è un errore per il semplice fatto che il nostro metabolismo si sta già preparando per il riposo, e quindi non richiede tutta l’energia che dà il cibo.
Una cena corretta dovrebbe essere di semplice carne, pesce o uova accompagnate da verdure, evitando tutto il resto.
Un’altra importante abitudine è quella di cenare presto!
Teniamo presente che riso e mais hanno un indice glicemico molto più alto del frumento, ragione per cui pensare di mangiare un bel piatto di polenta o un risotto a cena, magari per evitare la pasta, è una delle cose più sbagliate che si possa fare.
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Quelle sane abitudini che contrastano la malattia
Abbiamo già visto come, attraverso l’alimentazione, si possa intervenire pesantemente su tutti i fattori di rischio che identificano una Sindrome Metabolica.
Una dieta che limita l’uso di amidi, frumento, formaggi, insaccati e tagli di carne grassi e favorisce il consumo di verdure e frutta è alla base di qualsiasi consiglio relativo a una dieta sana ed equilibrata.
Oltre a questo, è bene assumersi un po’ di responsabilità e studiare quel poco che basta per comprendere come le giuste abitudini, legate a una corretta alimentazione, possano letteralmente allungarci e migliorarci la vita.
Quindi ecco una piccola lista di sane abitudini che chiunque può iniziare a mettere in pratica subito, soprattutto se si è in perfetta salute:
Mangiare tanto a colazione, abbastanza a pranzo e poco a cena
Cenare presto, per dare il tempo all’organismo di digerire il pasto leggero che si avrà ingerito e dormire bene
Dopo mangiato, fare dell’attività fisica leggera. È sufficiente passeggiare o tornare a lavorare se il mestiere non è sedentario: in questo modo si evitano i picchi glicemici, che sono garantiti in caso di “pennichella” o riposino dopo mangiato.
Ridurre al minimo il consumo di cereali
Di tanto in tanto, concedere al corpo una tregua serale saltando la cena
E, per concludere, non dare nulla per scontato per quanto riguarda gli alimenti.
Oggi siamo portati a pensare che una fetta biscottata sia sana e leggera, quando invece vi sfidiamo a misurare la glicemia mezz’ora dopo averla ingerita; il giorno seguente, mezzora dopo aver mangiato due cubetti di cioccolato fondente, si noterà come nel primo caso la glicemia sarà molto più alta…
La maggior parte dei cibi “light” che si trovano in commercio è perfetta per farvi ottenere un risultato opposto a quello che si propongono di fare…
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by Alberto NicoliniEditore di distrettobiomedicale.it, BioMed News e Radio Pico