Tutto quello che non si conosce sull’allergia al Nichel…

Alcuni cibi come pomodoro, spinaci, nocciole e mandorle contengono per loro natura il metallo di numero atomico 28: quando fa male e quando no

Molti dolci possono contenere il Nichel come cacao, cioccolato e cannella
Molti dolci possono contenere il Nichel come cacao, cioccolato e cannella

Doveroso è parlarvi del Nichel e di come oggi rappresenti uno degli elementi di cui si sa meno e su cui c’è maggior disinformazione.
Del Nichel, innanzitutto, appartenente al gruppo del ferro, sappiamo che fa bene per contrastare problemi come l’anemia, ma che fa male per le dermatiti da contatto.
Quindi già qui ci troviamo davanti a un chiarimento importante: il Nichel non fa male in senso assoluto, ed è quindi necessario approfondire l’argomento per comprendere che cosa davvero ci troviamo di fronte.
Esistono cibi che contengono naturalmente l’elemento chimico di numero atomico 28, come ad esempio pomodoro, spinaci, nocciole, mandorle.
L’ingerimento di questi alimenti provoca reazioni sistemiche e generali alla pelle e, su alcuni soggetti, nell’intero organismo.
Nel contempo, si è visto come sia possibile reintegrare questi cibi non appena una persona inizia a disintossicarsene.
Può sembrare una situazione carica di contrasti, ma in realtà ciò ha una spiegazione logica che può essere molto utile, soprattutto se si soffre di qualche reazione al Nichel.

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Una ragazza riflette sulla presenza del Nichel nel cibo di tutti i giorni
Una ragazza riflette sulla presenza del Nichel nel cibo di tutti i giorni

Un metallo da comprendere, così come le sue funzioni

Il Nichel, in sé, non rappresenta un veleno: infatti, può creare problemi alle persone sensibili, e soltanto se assunto da un determinato quantitativo in avanti.
La risposta dell’organismo all’elemento chimico di numero atomico 28, fortunatamente, è sempre individuale, caratteristica che evidenza come questo fenomeno dipenda da altri elementi e non soltanto dal contenuto specifico della sostanza.
Quindi il primo mito da sfatare è che un cibo non fa male perché contiene Nichel, come molti sostengono, ma perché ne contiene individualmente troppo.
Inoltre, esso può essere fastidioso soprattutto perché è spesso associato ad altre sostanze che facilitano la reattività dell’organismo nei suoi confronti.
Ad esempio, una mandorla può risultare innocua, nonostante l’elevata quantità di Nichel che contiene, mentre la preparazione “roasted” aumenta moltissimo l’intensità della reazione scatenata verso quel cibo.
In questo caso, è sbagliato sostenere che la reazione è stata causata dal Nichel, poiché è piuttosto avvenuta nei confronti di altre sostanze, che ne accentuano la sua responsività.
Quindi è importante capire quali sostanze e quali condizioni determinano una reazione allergica verso questo metallo argenteo, anche di fronte a bassi contenuti.
Per anni, il problema relativo all’ingerimento del Nichel con gli alimenti non è stato preso in considerazione, in quanto si pensava che determinasse soltanto reazioni da contatto.
Invece, oggi, si comincia a comprendere meglio come un elemento di per sé indispensabile per l’organismo umano possa scatenare anche reazioni avverse all’interno dell’organismo.
Per capire quanto sia importante il Nichel per il nostro organismo è sufficiente pensare che ogni molecola di Emoglobina umana contiene anche questo elemento chimico, scoperto ufficialmente nel 1751 dal mineralogista svedese Axel Fredrik Cronstedt, tentando di estrarre rame dalla niccolite.
Quindi è fondamentale comprendere quali sono i limiti individuali e le caratteristiche che influenzano la tolleranza a questa sostanza.
Eliminare un cibo o un alimento non fa che accentuare le risposte verso le sostanze che saranno mangiate come sostitutive.
Come sempre, c’è da dire che la varietà alimentare è importantissima per mantenere la tolleranza immunologica, il corretto equilibrio del microbioma intestinale e un generale stato di benessere.

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La carne e il pesce contengono in genere Nichel
La carne e il pesce contengono in genere Nichel

Cause e problemi per il trattamento della sostanza “Ni”

Per molti anni, le popolazioni occidentalizzate e gli italiani in particolare hanno vissuto di biscotti, cracker e merendine in cui erano sempre presenti grassi vegetali idrogenati, che contenevano abbondante Nichel nella loro composizione.
Questo ha certamente portato a scompensi non soltanto relativi all’elemento chimico di numero atomico 28, ma anche ad altri metalli pesanti, che hanno evidenziato come spesso siano proprio loro la causa di reazioni verso il Nichel.
In un certo senso, possiamo proprio dire che il Nichel è un ottimo segnalatore della presenza di altri metalli nell’organismo.
Nonostante oggi questa realtà sia lentamente e gradualmente in calo, il legame durato per anni e memorizzato dal sistema immunitario potrebbe ancora a lungo rappresentare un problema sul piano della reazione al Nichel.
Al contempo è scientificamente provato come un microbioma funzionante sia la base sulla quale trattare forme di allergia al Nichel anche a livello terapeutico.
Eliminare questo metallo argenteo dalla propria dieta è praticamente impossibile, in quanto è presente naturalmente in pratica ovunque, tanto che vale la pena fornire al lettore una lista, comunque non esaustiva, di alcuni cibi contenenti “Ni”.

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Pomodori, spinaci e mandorle sono cibi che contengono naturalmente Nichel
Pomodori, spinaci e mandorle sono cibi che contengono naturalmente Nichel

Alimenti contenenti nichel:

Verdura:
• Asparagi
• Spinaci
• Broccoli
• Pomodori
• Funghi
• Cipolle
• Spinaci
• Lattuga
• Cavolo
• Cavolfiore
• Carciofi
• Mais
• Crauti
Legumi:
• Fagioli
• Piselli
• Lenticchie
• Soia
Frutta:
• Pere
• Prugne
• Frutti di bosco (more, mirtilli, lamponi)
• Uva passa
• Ananas
• Frutta secca (mandorle, noci, arachidi, anacardi, nocciole, pistacchi, pinoli)
• Datteri
• Cocco
• Melone
• Amarene
• Nespole
Carne:
• Fegato
• Prosciutto cotto
Pesce:
• Aringhe
• Acciughe
• Merluzzo
• Pesce azzurro
• Sogliola
• Sardine
• Sgombro
• Baccalà
• Nasello
Aromi:
• Alloro
• Basilico
• Origano
• Prezzemolo
• Ginepro
• Cumino
• Cannella
• Sesamo
• Menta
• Noce moscata
Condimenti e lieviti:
• Margarina
• Concentrato di pomodoro
• Ketchup
• Olio di semi
• Senape
• Salsa di soya
• Lievito di birra
Bevande:
• Caffè
• Caffè d’orzo
• Tè nero
• Tè verde
• Camomilla
• Birra
• Liquori
• Bibite gasate
Dolci/Dolciumi:
• Cacao
• Cioccolata
• Liquirizia
• Barrette ai cereali
Condimenti e lieviti:
• Margarina
• Concentrato di pomodoro
• Ketchup
• Olio di semi
• Senape
• Salsa di soya
• Lievito di birra
Molluschi e crostacei:
• Ostriche
• Gamberi
• Granchio
• Scampi
• Calamari
• Cozze
• Polpo
• Totani
• Vongole
• Lumache
• Seppie
Cereali e Farinacei:
• Polenta
• Farine integrali
• Avena
• Crusca
• Mais
• Farro
• Malto
• Orzo
• Grano saraceno
• Farina O
• Corn Flakes

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I biscotti e i crackers possono intaccare il nostro macrobiota
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Consultare regolarmente il medico dev’essere un must

Non è così, invece, per quanto riguarda altri elementi che risultano nocivi per l’organismo e che, quindi, ne scompensano l’equilibrio.
Attraverso un percorso mirato a riequilibrare e a risolvere lo stato infiammatorio dell’organismo, molte persone affette da questa problematica hanno visto una riduzione importante e, spesso, la totale cessazione di sintomi legati a patologie differenti.
Una scelta molto importante è quella di ricordarsi che il consulto di un medico è sempre da considerare come doveroso in caso di problemi.
Ad affiancare il lavoro di un dottore, un’attenzione maggiore verso la propria alimentazione non soltanto può apportare benefici collaterali, ma addirittura coadiuvare il processo di cura rendendolo molto più rapido e risolutivo.
Ovviamente qualsiasi integratore o medicinale forniamo al nostro organismo, non sarà in grado di agire al meglio se si troverà già ad affrontare un disequilibrio o un’infiammazione di qualsiasi tipo.

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