Pronto soccorso SEO: 5 errori da non fare per indicizzarti
Pronto soccorso SEO: 5 errori da non fare per indicizzarti
Ci sono sviste di Search Engine Optimization che possiamo commettere, più o meno in buona fede, e che sarebbe opportuno lasciarsi alle spalle
La SEO è un pacchetto di conoscenze in costante evoluzione e crescita. Quella che ieri poteva essere considerata tra le best practice, oggi potrebbe essere diventato un errore. A differenza di qualche anno fa, quando scalare la SERP era piuttosto facile, al giorno d’oggi si tratta di una sfida da prendere poco per volta, e che non sempre regala i risultati sperati.
Ci sono tanti errori SEO che possiamo commettere, più o meno in buona fede, e che sarebbe opportuno lasciarsi alle spalle per favorire l’indicizzazione delle tue pagine. In questo pronto soccorso rapido, ti forniamo qualche idea sugli errori classici commessi anche dai migliori siti web, al fine di aiutarti a porvi rimedio al più presto facendo correzioni rapide – oppure optando per una riprogrammazione delle priorità.
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Quella mancanza di contenuti di qualità
I contenuti istituzionali rappresentano una parte importante del tuo sito, ma da soli non bastano. Affinché possano essere consultati e presi in analisi, il tuo sito dovrebbe essere corredato da contenuti di alta qualità. Cosa significa? I testi, siano essi parte di un blog o di altri inserimenti, creano un valore aggiunto dal valore inestimabile. Non solo per l’utente, ma anche – per proprietà transitiva – per il motore di ricerca.
Il tuo sito dovrebbe porsi l’obiettivo non solo di fungere da vetrina – esserci e basta non è più sufficiente – ma anche di illustrare agli utenti che lo frequentano domande e risposte chiare ai vari quesiti che ci si pone sul tuo settore. La creazione di contenuti ad hoc non è un lavoro per tutti: la capacità di scrivere per il web, e dunque per il pubblico digitale, richiede esperienza e duro lavoro. Ciò significa che non puoi pensare di occupartene in via autonoma se non hai mai fatto nulla del genere. Rivolgiti a un’agenzia specializzata nella scrittura per il web, con esperti SEO che sapranno come massimizzare l’effetto di ogni singolo testo.
Può sembrare un investimento eccessivo, sì, ma ti accorgerai che sul lungo periodo il contenuto valevole è l’unica strategia che non muore mai.
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Dimenticare il valore del “Search Intent”
L’intento di ricerca non può e non deve essere mai sottovalutato o male interpretato. Non è sufficiente scrivere un contenuto di qualità, infatti, se non si tiene conto delle parole chiave utilizzate per renderlo davvero pertinente. Se le parole chiave usate non corrispondono alle reali ricerche degli utenti, il rischio è quello di attirare traffico non pertinente.
Gli esperti SEO conoscono molto bene il significato dietro l’intento di ricerca, e sanno consigliarti le parole chiave da usare nei tuoi contenuti al fine di massimizzarne l’effetto. Ti verrà detto che ogni ricerca su Google presenta un volume, ma anche una key difficulty, un grado di competitività e un intento di ricerca preciso. L’utente che vuole cercare una cosa è abbastanza certo che scriverà determinate parole per trovarla. Ricordati sempre che non è l’utente a sbagliare l’intento, anche se lo sbaglia. Sei tu che non hai previsto il suo potenziale errore!
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Trascurare o sottovalutare i “Meta Tag”
I meta tag sono elementi dichiarati nella sezione <head> del codice HTML che forniscono ai bot dei motori di ricerca le informazioni principali sul contenuto della pagina. Assicurati di compilare l’headings, fondamentale per le titolazioni, rappresentati in ordine di importanza da H1 ad H3. Ce ne sono anche di più, ma è norma socialmente accettata non spingersi oltre al 3.
Tra gli errori più diffusi nella titolazione ci sono i duplicati tra pagine diverse e il mancato inserimento nel titolo della parola chiave. Anche il tag title, elemento on page più importante lato SEO, richiede la sua attenzione. Ricordati che il titolo dev’essere sempre diverso dall’H1 e non deve mai essere eccessivamente ottimizzato. Ovvero: i titoli devono essere il più naturali possibili. Google premia la spontaneità del linguaggio.
Da compilare assolutamente anche la metadescrizione, la quale contiene la parola chiave più una breve descrizione che espande ciò che si apprende nel titolo. Una buona meta non deve mai superare i 130-150 caratteri.
Quando vai a inserire una foto, non dimenticare i dati alternativi. Il tag ALT svolge una funzione importantissima nell’indicizzazione dell’immagine.
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Tralasciare la versione mobile del sito
La maggior parte del pubblico che atterrerà sul tuo sito lo farà da dispositivo mobile. Accettalo come una realtà che, con il passare del tempo, tende a consolidarsi sempre più. Un buon sito è adattivo, e performa da qualsiasi schermo lo si guardi. Google premia i siti che funzionano alla perfezione, senza rallentamenti o banner accecanti, anche da smartphone.
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Indurre una pessima “User Experience”
La user experience è un discorso ampio che include anche l’adattività del sito, ma non solo. Ogni cosa nel mondo digitale dev’essere pensata dal punto di vista dell’esperienza dell’utente. Dalla fruizione dei contenuti (con l’inserimento dei grassetti), passando per la velocità di caricamento per arrivare poi allo snellimento delle procedure di acquisto sul tuo eventuale eCommerce. Ci sono tanti modi per migliorare questo aspetto del tuo sito web: per farlo, però, c’è bisogno di pensare come un utente, e non come un webmaster.
Innovando si spende ogni giorno per aiutarti a comprendere i concetti base della SEO. Quali sono gli errori più comuni che hai notato navigando per il web?
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