Sotto i riflettori di Alphabet

Come riconoscere e (tentare di) risolvere una penalizzazione da parte di Google

Gli effetti di una penalizzazione da parte di Google possono incidere negativamente sul bilancio di un’attività che ha dedicato tempo e investito soldi per la visibilità organica su Google. Vedere ridursi drasticamente il traffico sul proprio sito web o peggio ancora essere completamente eliminati dai risultati di Google potrebbe comportare un drastico contraccolpo per niente salutare.

Onestamente, ogni volta che si ha a che fare con una penalizzazione da parte di Google difficilmente si tratta di un risanamento semplice e veloce, tutt’altro. Il viaggio sarà parecchio lungo e richiederà parecchia pazienza. Infatti molti, non disponendo di tale pazienza e del tempo necessario, aprono un altro dominio, ricominciando tutta la trafila per cercare di raggiungere la massima visibilità rispetto ai propri concorrenti. Capisci però che un conto è aprire un nuovo dominio, un altro conto è fare in modo che il nostro sito sia classificato autorevole da parte di Google e raggiungere risultati importanti sul posizionamento organico sulla serp.

Quindi, per intenderci, siccome prevenire è meglio che curare, prima di fare attività illecite o azzardate pensa alle conseguenze.

Se volessi cercare di uscire da una penalizzazione? Innanzitutto parto dalla premessa che una volta che il tuo sito web ha subito una penalizzazione sarà per parecchio tempo (forse per sempre) sotto i riflettori dei controlli di Google; seconda premessa: non sarà semplice uscirci e occorrerà parecchio lavoro di analisi e molti tentativi dove la maggior parte saranno vani; terza premessa: un sito che ha subito una penalizzazione è come un animale ferito, salvo rare eccezioni potrà capitare che non otterrà gli stessi risultati che aveva pre-penalizzazione.

Come capire se un sito web è stato penalizzato

Il primo campanello di allarme ce l’hai sicuramente con il calo del traffico delle visite al tuo sito web, spesso repentino, ma non sempre. Puoi ricevere un calo di tutto il sito, di alcune pagine o nella peggiore delle ipotesi che il tuo dominio sia bannato dall’elenco dei risultati.

Devi considerare che le penalizzazioni da parte di Google possono essere di due tipi:

penalizzazione di tipo algoritmica, ovvero che in maniera automatica Google ha rilevato delle anomalie delle sue politiche di classificazione del sito web e automaticamente l’ha penalizzato;
penalizzazione di tipo manuale, ovvero che tale penalizzazione è stata messa a punto da una persona che fa parte del quality rater di Google.

Come avvengono le penalizzazioni di tipo algoritmico

Come detto sopra vi sono dei comportamenti che Google non vede di buon occhio. Sono delle tecniche che erano più in auge anni fa e cercavano di compromettere, forzare, artificiare la classificazione del sito web da parte di Google. Vediamole insieme.

Il testo nascosto

Questa tecnica si basa sull’inserire del testo nascosto nella pagina del sito dove il visitatore non riuscirà a vedere. Il visitatore no, ma lo spider di Google si e per questo motivo, secondo questa logica, si andrebbe a forzare l’identificazione del sito web. Soluzioni per poterlo fare ce ne sono diverse come porre lo stesso colore del testo del medesimo colore della pagina, per esempio bianco sul bianco. (…background:white; color:white…) Un altro modo per avere lo stesso colore del testo con la pagina è usare script in javascript; oppure usando sempre i css usando l’identazione del testo, per esempio …style=“text-indent: -999px” oppure nascondendolo… style=“display:none” , oppure agendo di profondità …style=“z-index:-999… (immagina quando vai ad usare per esempio un tema gratuito dove non c’è il minimo controllo e spesso parecchia incuria sul codice da parte del web designer ).

Link spam

Questa tecnica è una delle tecniche forse più usate per manipolare la visibilità di un sito web. Questi link si possono presentare sia in entrata che in uscita. In entrata quando da un momento all’altro il sito web inizia a ricevere link in maniera massiva, senza il giusto equilibrio tra menzioni, citazioni, co-citazioni e deep link; in uscita quando per esempio il nostro sito è vittima di intrusioni per diversi motivi come la non adeguata manutenzione del CMS usato (per esempio aggiornamenti e sostituzione di plugin obsoleti e non più seguiti dagli sviluppatori) oppure link presenti su commenti automatici dove non si è ricorso all’adeguato sistema di controllo e precauzione (un esempio potrebbe essere Akismet se usi WordPress come CMS).

Un altro episodio di backlink anomalo si può presentare quando abbiamo un vecchio link in entrata dove nel frattempo il sito mittente è stato sostituito da un sito pornografico, sul gioco d’azzardo o altro che potrebbe essere visto male agli occhi di Google. Per questo motivo occorre sempre avere sotto controllo il proprio profilo sia di backlink che di link i uscita in modo da poter intervenire tempestivamente.

Schemi di link

Questa ipotesi avviene quando si comprano link e non si sono fatte le opportune valutazioni. Queste valutazioni servono a capire se il link del sito mittente, anziché aiutare a portare vantaggi, potrebbe compromettere il sito poiché lo stesso sito appartiene ad uno schema link finalizzato a far solo guadagnare il link builder o il proprietario del sito o della PBN (public blog network), dove, attraverso un sistema dinamico, promette di inserire il tuo sito in centinaia di directory di poco o nullo valore.

Se hai questo tipo di criticità devi rifiutare tutti i link in entrata attraverso il tool Disavow di Google a questo indirizzo https://www.google.com/webmasters/tools/disavow-links-main

Abuso di Cross Linking

Questa situazione si presenta quando per esempio siamo proprietari di più siti e tutti questi portali sono linkati tra loro, magari da link su sidebar (sidewide) e/o link che non c’è la minima rilevanza tra un argomento e l’altro delle pagine. La criticità peggiore è quando questi link sono collegati in exact match (chiave secca).

Un consiglio che posso darti, per evitare questo problema, è di procedere così: ipotizziamo che tu abbia creato un sito e vuoi porre il link credits che punta al sito della tua agenzia. Anziché replicarlo su tutte le pagine del sito rischiando di trovarti nella situazione appena citata, crei il link solo sulla home page (che in teoria dovrebbe, non sempre è così, essere la pagina più importante, con più trust) mentre su tutte le altre pagine del sito inserisci solo la menzione, senza link. Se per esempio usi WordPress per la creazione dei tuoi siti puoi utilizzare il plugin Widget Logic, lo trovi qui . Vai a creare due widget nel footer: quello destinato alla home scriverai is_home() , mentre il secondo, destinato a tutte le altre pagine !is_home()

Contenuto duplicato

A Google piace l’originalità e fare copia/incolla di un contenuto esistente non porta mai a buoni risultati nella migliore delle ipotesi, nella peggiore delle ipotesi può capitarti una penalizzazione. Un contenuto duplicato si può definire tale non solo quando tutto li contenuto sia stato replicato ma basta anche circa il 40% del contenuto originale.

C’è anche l’aggravante. Se un sito molto più autorevole copia un tuo contenuto molto probabilmente Google darà ragione al portale con più trust, costringendo te a rimaneggiare il tuo contenuto. (…Lo so, è dura la vita nel web).

Per avere la certezza che Google ha rilevato il contenuto duplicato riceverai comunicazione sulla Google search console, come ci fa vedere il test effettuato su https://dejanseo.com.au/google-against-content-scrapers/

Spinning

Questa tecnica viene usata attraverso dei software per creare dei contenuti apparentemente originali, prendendolo da una fonte che stabilisci tu, inserendo le varie combinazioni con le parole. Questo per cercare di avere una sintassi leggibile e presentabile. Se vuoi dare un’occhiata a tale tecnica ecco un video

Keyword stuffing

Questo problema si presenta quando all’interno dello stesso contenuto la parola chiave è ripetuta troppe volte ed è palese che la finalità sia quella di essere più visibile con quella data keyword.

Contenuto non raggiungibile

Questo problema si presenta per diversi motivi come la troppa presenza di 404 in status code (pagina non trovata), oppure sito e pagine troppo lente per il servizio di hosting troppo scadente o perché il sito è stato compromesso per plugin non aggiornati o intrusioni di script malevoli.

Doorway pages

Questa situazione si presenta quando un visitatore raggiunge una pagina trovata su Google e automaticamente viene dirottato su un’altra pagina. (Da non confondere col redirect 301, reindirizzamento permanente che è tutt’altra cosa).

Cloaking

Questo avviene quando al visitatore viene presentato un contenuto mentre al motore tutt’altro. Ecco un video famoso dove Matt Cutts spiega tale tecnica e come viene combattuta

Come avvengono le penalizzazioni di tipo manuale

Questo tipo di penalizzazione avviene quando il team che si occupa della verifica di irregolarità mette sotto esamina il sito per diversi problemi. Può capitare una verifica a campione oppure in casi specifici.
Vediamoli uno ad uno.

Innanzitutto per capire se il sito è stato messo sotto controllo occorre verificarlo nella seach console

Segnalazione di Spam

Spesso per forzare la visibilità del proprio sito web si ricorre a sistemi un po’ aggressivi sottovalutando le conseguenze. Dando per scontato che il tuo sito sia in perfetta forma e non sia vittima di intrusioni malevoli o altro, un sistema molto conosciuto per creare link spam è Scrapebox (lo trovi qui http://www.scrapebox.com/). Questo sistema può crearti centinaia di backlink inserendoli nei commenti su siti creati in WordPress.

Se ti interessa l’argomento il fantastico Danilo Petrozzi e la sua meravigliosa chioma ci dedicano una mezz’oretta di spiegazione su come funziona questo tool

https://www.youtube.com/watch?v=gHf55Lqnzf0

Se invece sei in buona fede puoi chiedere una rivalutazione a questo indirizzo https://www.google.com/webmasters/tools/reconsideration

Segnalazione di acquisto link

Questa situazione si crea quando il profilo backlink è troppo corposo ma soprattutto composto da backlink dove la quantità domina sulla qualità. Se vuoi approfondire meglio questo aspetto leggi “Fino a che punto è importante la rilevanza in una campagna di link building”. Sinceramente ti anticipo che uscire da una penalizzazione del genere è molto impegnativo e non sempre dà i risultati sperati. La soluzione è quella di tenere sotto controllo il profilo backlink del sito, chiedere il rifiuto dei link in entrata attraverso il tool dedicato https://www.google.com/webmasters/tools/disavow-links-main, contattare tutti i rispettivi portali (ora hai capito perché impegnativo? pensa quando hai migliaia di backlink) e chiedergli la cortesia di eliminare il link verso il tuo sito web. Man mano che operi in tal modo puoi richiedere la riconsiderazione tramite il tool https://www.google.com/webmasters/tools/reconsideration

Quali possono essere le ipotesi dove invece il sito non è stato penalizzato

Prima di andare in ansia inutilmente vediamo ora quali invece possono essere i motivi per cui il tuo sito web è sceso nei risultati di Google.

Se per esempio inizi ad accorgerti che il tuo sito web sta calando di posizioni rispetto ai tuoi concorrenti, molto probabilmente è perché gli stessi siti sono considerati più autorevoli, hanno più trust e di conseguenza sono classificati meglio da parte di Google. Hanno probabilmente dei contenuti migliori, hanno dei segnali sociali migliori, ma sopratutto, solitamente, l’ago della bilancia lo fanno i link in entrata. Spesso troverai siti dove i contenuti sono palesemente più scarsi del tuo o di un sito che si trova più sotto sulla serp, poi, vai ad analizzare il profilo backlink e capisci tutto.

La serp è liquida

I risultati di Google sono abbastanza dinamici, non sono strettamente fissi. Questa vicenda è multifattoriale poiché dipende dal settore, dalla quantità dei contendenti, dalla velocità con la quale si inseriscono nuovi contendenti e nuove pagine (del resto tutti puntano agli stessi risultati e la prima pagina fa gola a tutti). Per avere una certa stabilità devi lavorare prevalentemente sul trust, quindi link in ingresso e sopratutto a tema.

Approfondimento: Link building e l’importanza dell’authority

Approfondimento: Fino a che punto è importante la rilevanza in una campagna di link building

Conclusioni

Mi rendo conto che a volte la linea di confine tra il lecito e l’illecito è molto sottile, sopratutto quando in gioco ci sono soldi, competitività e successo. Per fortuna o purtroppo a seconda dell’angolo col quale affronti questo aspetto ci sono delle regole e come in ogni gioco (teoricamente) vanno rispettate.

Non voglio fare morale, non mi interessa, ti dico solo che potrebbe essere una perdita di tempo e sul lungo periodo occorre valutare se effettivamente ne vale così la pena. Il mio consiglio è di lasciare stare le tecniche che ti ho descritto sopra, non perché non funzionano, ma perché oramai sono conosciute e azzardando si fa presto ad entrare nel registro degli indagati.

Ho scritto diversi articoli che possono aiutarti nel creare, anche in autonomia, un sito con tutto ciò che serve per far si che il successo sia abbastanza garantito. Ovvio, ogni situazione è a sè, ma con la giusta dose di studio, impegno e pazienza, puoi competere egregiamente con qualsiasi competitor. Purtroppo a volte però, non è solo una questione di impegno ma anche di budget. Ad ogni modo ti invito alla lettura degli articoli che trovi qui sotto nei correlati perché ti potranno aiutare a questo scopo. Se poi vorrai azzardare, sono qui