E-mail marketing: 5 consigli per perfezionare la gestione della newsletter

Proprio come il punk, anche l’email marketing è ben lungi dall’essere morto. Si pensa alle email come un prodotto del passato, un oggetto che ha fatto il suo tempo e che si avvia verso il tramonto inevitabile.

Eppure, così non è: l’email marketing è vivo e prospera, e così le email. Di tutti i sistemi di comunicazione digitale, questo è quello che (almeno per il momento) ha meglio superato la prova del tempo. È diretto, è comodo, è personale e somiglia un po’ alla corrispondenza tradizionale. L’email marketing stima volumi intorno ai 5 miliardi entro il 2024 e rimane ancora oggi uno degli strumenti di comunicazione più potenti a disposizione di coloro che vogliono consolidare il loro personal branding.

Non hai ancora una strategia di newsletter?

Non hai ancora configurato il tuo piano di newsletter? È forse perché stai ancora raccogliendo candidati per la tua mailing list, oppure stai procrastinando?

L’email marketing è lo strumento giusto per:

  • Aumentare le conversioni. La newsletter è ad oggi lo strumento con valori più alti di ROI nel marketing mix aziendale, sia in ambito B2C che B2B.
  • Fare marketing spendendo poco. Avviare una campagna di email marketing è infinitamente più economico del mettere in piedi una strategia di marketing tradizionale o social.
  • Canalizzare la comunicazione aziendale e focalizzare l’attenzione dell’utente sulle cose che piacciono. La newsletter permette di invitare l’utente a prendere visione di un contenuto altamente profilato e dunque per lui potenzialmente interessante.
  • Produrre risultati rapidi e misurabili. Ci vuole poco meno di un giorno di lavoro per strutturare una newsletter (una volta che si conosce il procedimento e si ha confidenza con il tono di voce da usare) e i feedback sono immediati, misurabili da strumenti come MailChimp, MailUp! e altri ancora.
  • Parlare a utenti profilati, senza sprechi. Se si sono iscritti alla tua mailing list, è perché probabilmente sono interessati al tuo prodotto.
  • Migliorare la brand awareness, andando a costruire valore e autorevolezza nel brand. Una buona newsletter getta le basi per costruire un solido rapporto di fiducia col consumatore.

Se ancora non dovesse bastarti, poiché si tratta di risultati potenziali, parliamo di numeri. Secondo GetResponse, piattaforma di marketing online con 20 anni di esperienza nel settore, ogni giorno 4,03 miliardi di persone si scambiano circa 319 miliardi di email. Aggiungici la pandemia, e ottieni che buona parte della comunicazione aziendale si è spostata sui canali digitali, anche la più diretta.

Spedire le email è facile, ed è comodo perché – salvo casi particolari – non senti la pressione a rispondere subito, come invece accade con la messaggistica istantanea. Anche l’avvento dei social media non ha fatto vacillare questo strumento, tutt’altro. L’email marketing è un canale potentissimo che trova il suo ampio spazio nelle strategie di comunicazione.

Ora che conosci il motivo dietro questo articolo, andiamo a illustrare i 5 consigli per la gestione di una buona newsletter che, forse, vorresti aver ricevuto all’inizio del tuo percorso in questo segmento.

Sai cos’è il preheader?

Nome del mittente, oggetto e preheader. Queste sono le tre basi fondamentali del colpo d’occhio che carpisce l’attenzione del lettore e lo convince a fare click. Il preheader, ovvero il sommario, è un elemento testuale che, all’interno della casella di posta degli utenti, appare dopo l’oggetto. È quel brevissimo snippet di testo che anticipa il contenuto della email e va ad esplodere l’oggetto stesso, il quale dovrebbe essere interessante e accattivante.

Non sottovalutare l’importanza di questo elemento: esso gioca un ruolo tanto fondamentale quanto quello dell’oggetto. Il motivo è presto detto: se lo “lasci al caso” e rivela che all’interno vi è un ennesimo messaggio promozionale di scarsa importanza, un buon oggetto cessa immediatamente ogni effetto.

Insomma: mittente, oggetto e preheader si spalleggiano a vicenda e costituiscono i tre elementi che convincono l’utente a fare click. Al momento, GetResponse afferma che solo l’11% delle email inviate ha un preheader degno di tal nome: fai fruttare questa possibilità, avvantaggiandoti prima degli altri.

Il colpo d’occhio, nel dettaglio

Ogni elemento della newsletter è finalizzato a cogliere l’interesse del lettore e portarlo sul tuo sito. Ciò significa che dal primo istante in cui posa l’occhio sul contenuto, deve sentirsi interessato. Si tratta davvero di pochi attimi, e poi l’incantesimo, se non è portato a termine con i dovuti crismi, svanisce.

Si stima che nel 2000 le persone erano capaci di rimanere concentrate per ben 12 secondi su un contenuto. Dopo l’avvento dell’informazione che ti bombarda di continuo, dei social e della modernità in generale, si stima che i secondi siano scesi a 8. Il pesce rosso mantiene invece i suoi gagliardi 9,2 secondi di span. E l’evoluzione ancora una volta ci ha fatto vedere di che pasta è fatta, battendoci con l’esperienza.

Tornando alla newsletter, è importante strutturare il contenuto in maniera da tenere in considerazione queste tempistiche. La mail dev’essere facile da leggere, da capire, e da usufruire per raggiungere i tuoi obiettivi personali.

Fai sempre un test prima dell’invio ufficiale

Ti è mai capitato di inviare una mail importante e accorgerti solo dopo aver cliccato invia che c’era un errore grammaticale da incubo nel titolo? Più un testo è curato e revisionato, meno facilmente la lettura ti permetterà di rintracciare errori di battitura. Specialmente se li hai fatti tu stesso.

A volte l’errore è nel testo, altre volte nella configurazione. Non c’è niente di peggio di inviare un’email sulle novità lingerie a Roberta, quando il destinatario sarebbe Luca. L’A/B test ti permette di evitare figuracce e trovarti sempre sul pezzo. I dispositivi di invio massivo di email ti permettono di effettuare i dovuti check senza impazzire.

La misurabilità per capire dove sbagli

Il bello dell’email marketing è che, ancora più del social media marketing, è uno strumento misurabile. I sistemi di invio massivo di newsletter ti notificano errori di invio (bounce), rateo di aperture, tempo di permanenza sulla mail, tasso di click, tasso di disiscrizioni.

Gli strumenti di email marketing ti permettono di costruire e gestire un funnel coerente con la tua strategia, al fine di ottenere un lead magnet ideale per la profilazione del tuo target. Detto semplicemente: grazie ai numeri, puoi capire dove stai sbagliando e correggere il tiro.

In sintesi, per quanto piccola sia la tua mailing list, non usare Outlook: usa uno strumento dedicato.

Convincerli a restare: come?

Le piccole cose trattengono gli utenti sul lungo periodo. La thank you page all’iscrizione, per esempio, è ciò di cui hai bisogno per instillare un senso di accoglienza e benvenuto in chi ti sceglie. Secondo i dati GetResponse, i tassi medi di apertura in Italia si aggirano intorno al 30%, ma i click effettivi sui link non superano il 3,3%.

Ci sono tanti modi per convincere un utente a rimanere. Uno sconto, un contenuto davvero pertinente o un titolo accattivante. Quello che conta è schedulare un invio periodico, costante ma non ossessivo, e studiare contenuti altamente profilati e dedicati al tuo utente di riferimento.

L’email marketing è spesso questione di trial and error, ma è davvero gratificante. Cosa ti sentiresti di suggerire a chi si sta avviando in questo mondo?