La tutela dei mari in Grecia e il nodo della Fossa Ellenica...

"Our Ocean Conference", Atene creerà due nuovi Parchi Marini Nazionali e vieterà la pesca a strascico, ma fra l'Egeo e lo Ionio c’è un problema

Grecia: il messaggio in greco che recita
Attivisti di Greenpeace Grecia proiettano un messaggio in greco che recita "Stop Deep Sea Mining" vicino al Tempio di Poseidone, nei pressi di Atene, in vista della “Our Ocean Conference” (Foto: Greenpeace)

La Grecia sarà il primo Paese europeo a vietare la pesca a strascico. Lo ha reso noto il Primo Ministro conservatore greco Kyriakos Mitsotakis intervenendo alla “Our Ocean Conference”, che si è tenuta ad Atene tra il 15 e il 17 aprile.

Nel corso dell’iniziativa, che si svolge dal 2014, il premier ellenico ha presentato un piano d’azione molto ambizioso, che prevede l’istituzione di due enormi aree naturali protette, il ripristino di alcune zone marine particolarmente sensibili e l’istituzione di un sistema di sorveglianza all’avanguardia per il monitoraggio di queste aree tutelate.

C’è però un nodo piuttosto ingombrante da sciogliere: gli impegni assunti dalla Grecia alla “Our Ocean Conference” sono incompatibili con le concessioni fatte negli scorsi anni all’industria di gas e petrolio per l’esplorazione e lo sfruttamento degli idrocarburi nel mare greco. Quel che è peggio, fanno notare le associazioni, è che l’area di queste concessioni si sovrappone a buona parte della Fossa Ellenica, un habitat di importanza ecologica mondiale.

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La Grecia vieterà la pesca a strascico
La Grecia vieterà la pesca a strascico in tutte le aree marine protette entro il 2030, a partire dai Parchi Nazionali Marini: lo ha annunciato il premier alla “Our Ocean Conference” (Foto: Envato)

La Grecia sarà il primo Paese EU a vietare la pesca a strascico

Durante il suo discorso alla “Our Ocean Conference” di Atene, il primo ministro greco ha ricordato il rapporto ancestrale del popolo greco con Oceano, il titano figlio della Terra e del Cielo, e ha illustrato gli impegni della Grecia per la tutela delle sue acque: “La mitigazione e l’adattamento non sono sufficienti. Dobbiamo anche concentrarci sulla protezione e sul ripristino, per isolare terre e mari dalle attività umane dannose e per dare spazio alla natura per guarire”, ha affermato Kyriakos Mitsotakis, “e la natura può guarire, come abbiamo visto durante il Covid, quando una breve pausa dalla pesca ha contribuito a ringiovanire gli stock ittici a un ritmo sorprendente”.

La prima azione sarà quella di vietare la pesca a strascico in tutte le aree marine protette entro il 2030 a partire dai Parchi Nazionali Marini. Nonostante in Europa si parli da tempo di vietare questo tipo di pesca entro il 2030 (solo l’Italia ha espresso voto contrario), la Grecia è il primo Paese a mettere tale decisione nero su bianco.

Secondo i regolamenti europei, la pesca a strascico nel Mediterraneo è consentita a profondità comprese tra 50 e 1000 metri e a una distanza dalla costa superiore a 1,5 miglia nautiche. Tuttavia, si legge nel documento, il pattugliamento delle acque greche è particolarmente difficoltoso per via della loro estensione e della conformazione delle coste.

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La Grecia istituirà due nuovi Parchi Marini Nazionali
Una vista del Mar Ionio dalle coste della Grecia: presto verranno istituiti due nuovi Parchi Marini Nazionali che copriranno oltre il 32 per cento delle acque territoriali del Paese (Foto: Chris Χ/Wikipedia)

Due nuovi Parchi Marini Nazionali nei mari Egeo e Ionio

Lo storico divieto della pesca a strascico, considerata la più grande minaccia per gli ecosistemi marini, non è l’unico impegno assunto dalla Grecia a tutela dei suoi mari. “Istituiremo due ulteriori parchi nazionali marini, uno nello Ionio e uno nell’Egeo”, ha spiegato Mitsotakis, “aumentando la dimensione delle nostre aree marine protette dell’80 per cento e coprendo circa un terzo delle nostre acque marine territoriali”.

Attualmente, le aree marine protette coprono il 18,3 per cento delle acque nazionali (una superficie pari a 22.796 chilometri quadrati): per raggiungere l’obiettivo del 30 per cento entro il 2030, la Grecia istituirà già quest’anni due Parchi Nazionali Marini che copriranno oltre il 32 per cento delle acque territoriali.

Il primo è il Parco Nazionale Marino dell’Egeo, che avrà una superficie totale di oltre 8.000 chilometri quadrati (il 6,61 per cento delle acque greche) e che include alcune aree già designate come Aree Importanti per l’Avifauna e la Biodiversità (IBA) e l’ambiente marino circostante.

A questo si aggiungerà l’enorme Parco Nazionale Marino dello Ionio, che si estenderà da nord di Cefalonia a sud di Antikythira, con una superficie totale che coprirà oltre l’11 per cento dei mari greci: il nucleo del parco marino sarà il segmento ionico della Fossa Ellenica, un’area di cruciale importanza per mammiferi marini come capodogli, zifi e stenelle striate.

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Grecia, le trivelle offshore minacciano i cetacei
Nel 2021, l’Arctic Sunrise e Greenpeace Grecia hanno condotto un’indagine visivo-acustica con l’obiettivo di studiare la presenza di cetacei nella regione offshore della Fossa Ellenica (Foto: Leonidas Karantzas/Greenpeace)

Our Ocean Conference: gli impegni assunti dalla Grecia

Gli impegni assunti dalla Grecia per la salvaguardia e il ripristino delle acque nazionali vanno ancora oltre: tra i 21 punti programmatici illustrati nel documento presentato alla “Our Ocean Conference”, spiccano alcune misure che prevedono il ripristino di specifici habitat marini, la tutela di alcune specie e la riduzione dell’inquinamento da plastiche e microplastiche nelle acque territoriali.

Tra le azioni fondamentali messe in campo dalla Grecia c’è la creazione di un sistema di monitoraggio e sorveglianza scientifica di tutte le aree marine protette (AMP) del Paese, che si servirà di attrezzature di telerilevamento e di sorveglianza aerea (UAV). Si prevede poi di sviluppare un programma di misure specifiche a tutela di quattro aree già individuate nei golfi di Corinthiakos, Thermaikos, Saronikos e Pagasetikos.

La Grecia si impegna anche a ratificare il Trattato Globale sugli Oceani prima della prossima Conferenza dell’ONU sugli Oceani, che si terrà a giugno 2025, a ripristinare specifici habitat marini (aumentandone anche le dimensioni) e a ridurre l’inquinamento: il target è -50 per cento rispetto al 2019 per la plastica e di -30 per cento per le microplastiche.

Tra i progetti più interessanti illustrati nel documento greco, un’azione per l’identificazione degli habitat, delle rotte migratorie e delle aree di foraggiamento delle tartarughe marine: l’obiettivo è di installare 200 tag satellitari sulle tartarughe marine delle specie Caretta caretta e Chelonia mydas e di sviluppare un sistema di supporto decisionale (DSS) per la mitigazione degli effetti della pesca su questi animali.

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L'estrazione di gas e petrolio nel Mar Ionio minaccia la Fossa Ellenica
La protesta del 2022 di Greenpeace contro la compagnia petrolifera HELPE, che stava conducendo delle indagini sismiche nel Mar Ionio (Foto: Nicoletta Zarifi/Greenpeace)

Il nodo irrisolto delle trivelle offshore nella Fossa Ellenica

Nonostante contenga delle importantissime misure, il progetto greco è minato da alcune zone d’ombra: lo hanno fatto presente le associazioni (WWF, Greenpeace, Blue Marine Foundation, Cyclades Preservation Fund e molte altre), che hanno chiesto al Governo greco di perseguire fino in fondo le proprie ambizioni con azioni coraggiose.

L’annuncio di ieri sulla creazione di due parchi marini nazionali nel Mar Ionio e nel Mar Egeo è innanzitutto un’iniziativa importante, visti gli eccezionali valori ecologici di queste aree”, si legge in una nota congiunta.

Tuttavia, nel caso dello Ionio, la questione più importante ancora da chiarire riguarda i contratti di concessione esistenti per l’esplorazione e lo sfruttamento degli idrocarburi (petrolio e gas) in queste aree”, spiegano le associazioni.

Vietare queste attività sarà imperativo, poiché un’area marina protetta non è assolutamente compatibile con le estrazioni di petrolio e gas esistenti al suo interno”, fanno notare.

Il nodo del problema è la Fossa Ellenica, che rientrerebbe per buona parte nel territorio delle nuove aree marine protette: negli ultimi anni, la Grecia ha concesso i diritti di esplorazione su un’area marina di oltre 50.000 chilometri quadrati che si estende dallo Ionio a Creta, e che si sovrappone a uno degli habitat più importanti del Mediterraneo e non solo.

Nel 2023, due compagnie petrolifere hanno condotto un’indagine sismica di diversi mesi sui fondali interessati dalle concessioni, anche con esplosioni soniche, che come i sonar utilizzati dalle navi da guerra possono avere conseguenze fatali per le balene. Le perforazioni esplorative, secondo il governo greco, potrebbero iniziare nel 2025.

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Fossa Ellenica: il pericolo delle trivelle offshore
Le tartarughe della specie Chelonia Mydas faranno parte di un progetto di monitoraggio che punta a mitigare gli effetti della pesca su questi animali (Foto: Matt McIntosh/NOAA)

La culla dei cetacei e l’estrazione del gas naturale

La Fossa Ellenica è il tratto più profondo del Mediterraneo, nonché il luogo in cui capodogli e zifi partoriscono e allevano la prole. “La Fossa Ellenica e l’adiacente Arcipelago del Mar Ionio sono stati identificati come ‘Important Marine Mammal Areas’ da una task force globale di esperti di mammiferi marini, e la più ampia Fossa Ellenica è proposta come Area Marina Protetta”, spiegano associazioni e scienziati, “quest’area non è adeguatamente protetta e comprende l’habitat più importante per i mammiferi marini”.

Uno studio pubblicato alla fine del 2023 sulla rivista “Endangered Species Research” rivela che almeno quattro specie, tra cui il capodoglio, vivono nelle acque profonde della Fossa Ellenica sia in estate che in inverno. La ricerca, cui hanno collaborato Greenpeace Research Laboratories, Università di Exeter e Pelagos Cetacean Research Institute, sottolinea che il rumore prodotto dalle indagini sismiche costituisce una seria minaccia per i cetacei.

La popolazione locale di zifi, dopo decenni di ripetuti spiaggiamenti di massa dovuti all’uso di sonar militari, è in declino, così come i delfini striati che abitano la Fossa Ellenica“, spiega Alexandros Frantzis, co-autore dello studio e direttore del Pelagos Cetacean Research Institute. “I sondaggi sismici e l’esplorazione di gas e petrolio nell’area saranno il ‘colpo di grazia’ per le popolazioni locali di cetacei, se aggiunti alle pressioni e alle minacce antropiche già esistenti“.

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Our Ocean Conference: gli impegni della Grecia
La Grecia è il primo Paese d'Europa che vieterà la pesca a strascico, ma resta il nodo irrisolto delle concessioni nella Fossa Ellenica, la "culla" dei cetacei (Foto: Envato)