Sovrapesca, nell’Atlantico si rischia il collasso di interi stock ittici
Aringa, sgombro e melù degli oceani a livelli critici, causa l'eccessiva cattura di pesci: l’allarme del mondo scientifico nei report di ICES e MCS
A causa della sovrapesca, entro il 2025 lo stock di aringa dell’Atlantico raggiungerà la soglia critica, quella al di sotto della quale non è più garantita la sua sussistenza sul lungo periodo. L’allarme viene dall’ultimo report del Consiglio Internazionale per l’Esplorazione del Mare (ICES): se la pesca non allenterà la tensione su aringhe, sgombri e melù dell’Atlantico, rischiamo di esaurire alcuni degli stock ittici più numerosi ed economicamente rilevanti d’Europa.
Secondo l’analisi del Marine Stewardship Council (MSC), infatti, negli ultimi anni le catture di aringhe hanno sempre superato notevolmente le quantità raccomandate dall’ICES: se non si pone un freno alla sovrapesca, denuncia l’associazione per la pesca sostenibile, si arriverà al collasso dello stock.
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Aringhe dell’Atlantico: in quindici anni stock dimezzato
L’ultimo report dell’ICES con le raccomandazioni per la pesca dell’aringa (Clupea Harengus in latino) nell’Atlantico settentrionale e nel Mar Glaciale Artico è stato pubblicato il 29 settembre 2023.
Secondo l’organizzazione scientifica, che fornisce consulenza ai governi sui livelli di cattura sostenibili per gli stock ittici sin dagli inizi del secolo scorso, le catture nel 2024 dovranno limitarsi a 390.010 tonnellate. Nel 2022, per farsi un’idea, il totale delle catture è stato di poco inferiore al milione di tonnellate.
I nuovi dati disegnano uno scenario preoccupante, soprattutto per alcune specie: aringa, sgombro e melù dell’Oceano Atlantico soffrono degli effetti di una sovrapesca che non accenna a diminuire, nonostante le continue raccomandazioni dell’ICES.
Per questo il Marine Stewardship Council (MSC), organizzazione non profit che promuove le pratiche di pesca sostenibili, ha recentemente sospeso i suoi “certificati blu” per tutte le attività di pesca che riguardano le tre specie, cruciali per l’economia e per l’ecosistema dell’Atlantico settentrionale.
Il risultato di anni di pesca eccessiva è che, dal 2008 ad oggi, lo stock di aringa dell’Atlantico è passata da 7 a 3,7 milioni di tonnellate. E ancora oggi, denuncia il MSC, le catture di aringhe nei mari del Nord superano del 36 per cento le quantità indicate nelle raccomandazioni scientifiche.
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L’allarme di MSC: così si rischia il collasso del pescato
“Dovrebbe essere chiaro a tutti che gli stock sono a rischio di collasso se vengono sfruttati eccessivamente anno dopo anno”, afferma Erin Priddle, Direttrice di MSC Nord Europa.
Eppure, i Paesi dediti alla pesca in acque atlantiche non riescono ancora a stare nei ranghi: ad oggi, ogni Paese stabilisce le proprie quote, e non si è mai giunti a un accordo sulle ripartizioni che soddisfi le richieste e le raccomandazioni degli scienziati.
La somma delle singole quote accordate alla pesca nazionale dei Paesi che affacciano sui mari del Nord è molto superiore a quella indicata dall’ICES.
“Dobbiamo solo guardare indietro alla storia più recente”, spiega la Priddle, “quando la sovrapesca e la ‘cattiva gestione’ negli Anni 60 portarono al collasso dello stock di aringa atlantico-scandinava e alla sospensione di cinque anni di tutte le attività di pesca per consentire allo stock di riprendersi”.
“Molte attività di pesca e impianti di lavorazione fallirono durante questo periodo”, ricorda ancora l’esperta del MSC, “e migliaia di posti di lavoro andarono perduti”.
Si rischia di ripetere lo stesso drammatico errore.
L’analisi degli ultimi dati pubblicati dall’ICES ci consegna un quadro eloquente: negli ultimi sei anni, le catture totali di aringhe, sgombri e melù dell’Atlantico del Nord hanno superato di quasi un terzo le quantità raccomandate dalla comunità scientifica.
Significa che quasi 4,5 milioni di tonnellate di pesce, che avrebbero dovuto essere lasciate in mare, sono invece state sottratte al ciclo riproduttivo e biologico della specie, fiaccando le possibilità di sussistenza delle generazioni successive.
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Aringhe e sgombro: sospesi i certificati di sostenibilità
Le Nazioni coinvolte (Paesi Scandinavi, Islanda, Isole Faroe, Russia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Danimarca, Groenlandia) non sono state ancora in grado di concordare quote di pesca sostenibili. Questa protratta inefficienza ha condotto il MSC a sospendere i propri certificati verdi per tutte le attività di pesca dell’aringa, dello sgombro e del melù dell’Atlantico.
Soltanto negli ultimi due anni, la quota sostenibile della gamma di sgombri e aringhe al dettaglio sul mercato tedesco è passata dall’83 al 53 per cento, e per l’anno in corso si prevede un ulteriore calo: il pescato dei mari del Nord soddisfa sempre meno i requisiti di sostenibilità stabiliti dal MSC.
Per una pesca sostenibile, infatti, non basta ridurre al minimo le catture accessorie e l’impatto sulle specie minacciate, in pericolo e protette.
Uno dei principi cardine della pesca sostenibile, nonché primo parametro per ottenere il marchio blu MSC, è pescare in modo da mantenere popolazioni ittiche sane e in grado di prosperare. Proseguire a questi ritmi di sovrapesca non è un’opzione.
La situazione è talmente grave che, se anche i Paesi pescatori aderissero istantaneamente al programma di riduzione delle catture, lo stock di aringa scenderà comunque al di sotto della soglia critica entro il 2025. Ciò significa che la sostenibilità dello stock, nel lungo periodo, è già seriamente minacciata: l’ICES prevede che quest’anno ci sarà un calo delle catture del 44 per cento.
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L’appello dello MSC: si fa urgente trovare un accordo
L’appello del Marine Stewardship Council ai governi dei Paesi dell’Atlantico Nord Orientale è quello a coordinarsi quanto più rapidamente possibile per stabilire una ripartizione sostenibile delle quote. “I governi coinvolti devono considerare gli ultimi dati scientifici come un avvertimento urgente per concordare finalmente quote di pesca comuni e mantenere le loro catture entro limiti sostenibili”, afferma Erin Priddle.
Le conseguenze di una mancata azione saranno spaventose: “Aringhe, sgombri e melù dell’Atlantico sono tra le popolazioni ittiche più grandi d’Europa, e sono pescate da alcune delle nazioni più ricche del mondo”, conclude l’esperta MSC, “sarebbe una vergogna per i governi coinvolti non riuscire a trovare un accordo su una gestione sostenibile della pesca”.
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