A Palau il laboratorio della pescicoltura che ci sfamerà in futuro
Nel piccolo Stato oceanico, dove 193.000 miglia quadrate sono riserva protetta, l’ONU sperimenta i più ecosostenibili allevamenti ittici
Sorvolando le acque blu e cristalline dell’arcipelago di Palau, nel Pacifico meridionale, si può notare in molti punti qualcosa di insolito: la totale assenza di barche da pesca.
Nel 2015, la piccola Repubblica oceanica designò 193.000 miglia quadrate del proprio territorio marittimo come riserva protetta, all’interno della quale non si può pescare.
Se da un lato questa decisione ha contribuito a proteggere la vita marina, dall’altro ha creato una grande sfida per il futuro.
Come può il Paese oceanico garantire che l’attenzione alla conservazione non vada a scapito della creazione di posti di lavoro e della crescita economica?
Palau, con il sostegno del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (l’UNEP), sta esaminando una possibile soluzione: l’acquacoltura.
Un’alleanza per la sostenibilità fra i pesci e le erbe aromatiche
Il test di un’acquacoltura fiorente, ma rispettosa dell’ambiente, per i 18mila abitanti
Mentre in molti luoghi la coltivazione di piante e animali acquatici è diventata una piaga per l’ambiente, a Palau i funzionari governativi sperano di costruire un’industria dell’acquacoltura fiorente e rispettosa dell’ambiente, che fornisca posti di lavoro e garantisca ai 18.000 residenti del Paese di non dipendere totalmente dagli stock ittici selvatici.
“L’industria della piscicoltura di Palau ha un enorme potenziale”, afferma Tsunghan Lee, un consulente esperto di tale settore merceologico che lavora per il Governo di Palau.
“Ma è ancora un fenomeno embrionale. Ci sono soltanto due allevamenti ittici di portata commerciale, che producono pesce da esca, e undici allevamenti in mare…”.
Un allevamento ittico semovente cercherà le… acque migliori
Il 10 per cento della popolazione mondiale dipende dalla pesca per il sostentamento
Palau non è l’unico Paese alle prese con il problema di come proteggere gli stock ittici, salvaguardando al contempo i mezzi di sostentamento dei pescatori e la biodiversità marina che è alla base del turismo costiero.
Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, la celebre FAO, fino al 10 per cento della popolazione mondiale dipende dalla pesca per il proprio sostentamento.
Tuttavia, nel 2019, un terzo degli stock ittici mondiali è stato sovrasfruttato, rispetto al 10 per cento della metà degli Anni 70, mentre un altro 60 per cento è stato impiegato al limite massimo sostenibile.
L’acquacoltura è cresciuta enormemente negli ultimi tre decenni e oggi fornisce la metà di tutto il pesce destinato al consumo umano.
“Le attività di pescicoltura sono più che triplicate a livello mondiale, passando da 34 milioni di tonnellate nel 1997 a 112 milioni di tonnellate nel 2017”, spiega ancora Sang Jin Lee, Task Manager dell’Unità di Biodiversità del Fondo Mondiale per l’Ambiente dell’UNEP.
Video, il trimarano “smart” per l’acquacoltura d’alto mare
9,8 miliardi di abitanti sulla Terra nel 2050, e un terzo del pesce dall’allevamento
Entro il 2030, l’acquacoltura potrebbe produrre quasi due terzi del pesce consumato a livello globale.
E poiché si prevede che la popolazione mondiale crescerà da 7,96 a 9,8 miliardi entro il 2050, la sicurezza alimentare continuerà a essere una questione globale di vitale importanza.
La piscicoltura non si limita alla produzione di cibo: genera anche prodotti utilizzati nella trasformazione alimentare, nei mangimi, nei carburanti, nei cosmetici e in una serie di altri lavorati industriali.
“Negli ultimi vent’anni, l’acquacoltura si è trasformata, passando da un ruolo relativamente secondario a un ruolo di primo piano nel sistema alimentare globale”, afferma Sang Jin Lee.
Ma il mondo della pescicoltura non è privo di problemi.
“Gran parte dell’acquacoltura praticata in tutto il mondo causa inquinamento, provoca l’insorgere di malattie e degrada le coste”, aggiunge Sang Jin Lee.
“Tuttavia, gli allevamenti di acquacoltura, se ben gestiti, hanno il potenziale per fornire una serie di servizi ecosistemici”.
Perché l’acqua è così indispensabile alla vita e alla salute
Dalla Salmars Ocean Farm norvegese da 3 milioni di salmoni agli stagni di terra
Le attività di pescicoltura possono variare enormemente in termini di dimensioni, dalla Salmars Ocean Farm al largo della Norvegia, che può ospitare tre milioni di salmoni, ai piccoli allevamenti d’acqua dolce negli stagni di terra, che ospitano centinaia di pesci.
“Se gestita all’interno di un quadro e di una strategia ecosistemica più ampia, l’acquacoltura ha il potenziale per migliorare gli ecosistemi e fornire maggiori benefici all’umanità, con valori potenzialmente restituiti attraverso un’ampia gamma di servizi specifici di regolazione, approvvigionamento, habitat e cultura”, commenta ancora Sang Jin Lee.
Nel 2022, l’UNEP ha ideato un progetto nazionale finanziato dal Global Environment Facility per rafforzare la politica, la pianificazione e la gestione dell’acquacoltura a Palau.
La Nazione con capitale Ngerulmud possiede uno degli ecosistemi sottomarini biologicamente più diversificati a livello globale, ma le pratiche di sviluppo non sostenibili, gli impatti del cambiamento climatico, l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e la continua espansione del turismo rappresentano minacce significative per la qualità ambientale e la biodiversità di Palau.
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Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite restano l’unico modello
“Molti dei cambiamenti dell’ecosistema indotti dall’uomo che si stanno verificando su queste fragili isole sono irreversibili”, aggiunge Sang Jin Lee.
Questi problemi si estendono all’industria dell’acquacoltura del Paese che, sempre secondo il Task Manager dell’Unità di Biodiversità del Fondo Mondiale per l’Ambiente dell’UNEP, ha sofferto di una pianificazione, capacità e coordinamento limitati.
“Questo ha spesso portato a impatti indesiderati sull’ecosistema e a una mancata corrispondenza tra la produzione di piantine, le esigenze e i siti per gli allevamenti di acquacoltura”, spiega Sang Jin Lee.
Il progetto guidato dall’UNEP guiderà lo sviluppo del settore dell’acquacoltura per integrare il patrimonio di conservazione della biodiversità marina di Palau.
“Se sviluppata in modo responsabile, l’acquacoltura rappresenta un’opportunità significativa per soddisfare contemporaneamente i tre pilastri degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite: porre fine alla povertà e alla fame e promuovere la prosperità, proteggendo al contempo il pianeta dal degrado”, ha dichiarato infine Sang Jin Lee.
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