Il mondo subacqueo? Può essere inclusivo: le immersioni in braille
I sub non vedenti e ipovedenti scoprono il mare grazie a nuovi percorsi e soluzioni innovative che puntano sull’inclusività anche sott’acqua
Scoprire i tesori sommersi ed esplorare il mondo subacqueo in modo inclusivo grazie alle immersioni in braille. Accade in Italia, in numerosi siti archeologici che hanno aperto le porte a chi non ha l’uso della vista. Un risultato raggiunto grazie a tecniche e strumentazioni avanzate, utili per accompagnare le immersioni di tutti i subacquei ipovedenti o non vedenti.
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Le immersioni in braille: alla scoperta del mondo subacqueo
Sono tantissimi i progetti italiani che puntano a rendere inclusive le immersioni, alla scoperta di relitti e siti sommersi nei nostri mari. Un patrimonio immenso che merita di essere esplorato e valorizzato, rendendolo accessibile a tutti.
Cosa è stato fatto sino ad oggi? Come accade sulla terraferma, anche in mare sono stati realizzati dei percorsi da seguire, tracciati appositamente per i subacquei non vedenti accompagnati da targhe in braille affiancate a quelle originali per fornire una spiegazione dei tesori sommersi.
Scelte senza dubbio positive e inclusive, ma secondo molti non abbastanza, perché capaci sì di consentire l’esplorazione dei fondali, al tempo stesso però di limitare l’esperienza.
Un problema sollevato più volte a cui, associazioni ed enti, stanno cercando di trovare una risposta, un passo dopo l’altro. Oggi i sub non vedenti o ipovedenti entrano in acqua con istruttori qualificati.
La loro esperienza in mare diventa così una scoperta in cui, se toccano una particolare specie, hanno la possibilità di riconoscerla usando le tavole in braille che vengono tenute dai vari accompagnatori. Si tratta di indicazioni preziose in cui, in braille, sono descritte le caratteristiche delle diverse specie, con colore, caratteristiche e informazioni varie.
Non solo: a questo si aggiungono metodi formativi basati sulla memoria tattile e le facoltà di orientamento dei sub non vedenti per rendere le immersioni ancora più coinvolgenti e perlustrative, con la massima autonomia cognitiva e motoria. Una sfida per valorizzare al massimo il patrimonio sommerso e garantire l’accessibilità e l’inclusività subacquea.
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Tesori sommersi: il patrimonio nel mare italiano tutto da scoprire
Tesori sommersi e meraviglie da scoprire, sott’acqua si nasconde un mondo così bello da togliere il fiato. Nelle profondità del mare infatti si trovano mercantili, aerei, sommergibili, galeoni, navi da guerra, ma anche ville, antiche strade e persino città. Storie dimenticate che attendono solo di essere raccontate, un’immersione dopo l’altra, spalancando le porte verso un nuovo mondo.
I relitti presenti nei mari italiani, secondo le ultime stime, sono oltre ottomila. La maggior parte dei quali attendono ancora di essere identificati e classificati. Un museo silenzioso, fatto di ombre, di leggerezza che regala scoperte emozionanti dalla Liguria alla Calabria, sino alla Campania.
Una mappa fatta di meraviglia e di tesori tenuta aggiornata da carabinieri subacquei, soprintendenze, marina militare, autorità portuali e capitanerie. Con storie da raccontare, misteri e angoli da visitare fra navi, aerei e cargo. Mezzi che molto spesso sono visitabili persino all’interno, popolati da gronghi, murene, scorfani, cernie, ma anche pesci pelagici e saraghi.
Nonostante ciò l’archeologia subacquea, con immersioni mirate, resta un argomento ancora di nicchia che andrebbe invece esplorato al meglio e con la giusta attenzione. Se i finanziamenti offerti da Ministero non sono particolarmente alti (per il biennio 2019-2020, ad esempio, si parla appena di 1,9 milioni di euro), all’operato del dicastero di aggiunge quello delle Soprintendenze regionali.
Quest’ultime però hanno ideato strutture e nuclei subacquei appositi solamente in Sardegna, nel Lazio, in Campania e in Liguria. Mentre la Sicilia ha deciso di dotarsi nel 1994 di un servizio di tutela specifico per il patrimonio sommerso e, nel 2004, di una Sopraintendenza del mare. Nel frattempo la mappatura dei fondali continua, così come il censimento di siti archeologici e relitti.
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by Alberto NicoliniEditore di distrettobiomedicale.it, BioMed News e Radio Pico