L’inquinamento nascosto che sta distruggendo i nostri Oceani

Le nuove ricerche su una contaminazione occulta del mare che sta via via deteriorando le acque del pianeta e le specie che lo abitano

megattere nuotano in acqua
Un branco di megattere a stretto contatto e osservate da un subacqueo

Quando parliamo di inquinamento degli Oceani la prima cosa che ci viene in mente non è certo il suono.

In realtà da diversi anni gli studiosi di tutto il mondo hanno iniziato ad analizzare gli effetti e la portata di un inquinamento “nascosto”, ma con conseguenze che, alla luce delle ultime ricerche, sembrano essere piuttosto rilevanti per gli esseri viventi che popolano gli Oceani e per la loro sopravvivenza.

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Un delfino che nuota nell'Oceano
Un delfino nuota nelle acque soffendo le contaminazioni dovute all’inquinamento

Una “polluzione” crescente e molto pericolosa

Ma partiamo dalle basi. I rumori rappresentano da sempre una fondamentale strategia di sopravvivenza per tutti gli animali, non solo quelli di terra, ma soprattutto quelli che vivono nell’acqua. In questo elemento d’altronde il suono si propaga meglio e i rumori sottomarini riescono a viaggiare per centinaia o migliaia di chilometri.

Con il surriscaldamento globale e le conseguenze sugli oceani queste condizioni sono rapidamente mutate negli ultimi anni. Pressione, salinità e temperatura sono cambiati, provocando dei cambiamenti anche nei suoi che vengono prodotti e diffusi in acqua. Un “effetto domino” che ha provocato effetti sugli esseri viventi che sfruttano proprio questi rumori per la propria sopravvivenza.

Pensiamo, ad esempio, alle balene, che si muovono e comunicano fra loro tramite il rumore delle onde, ma anche ai delfini che riescono a localizzare le prede emettendo suoni. O ai pesci che popolano la barriera corallina e sfruttano proprio il suono dei coralli per trovare un rifugio.

Sono soltanto alcuni esempi, che però ci lasciano intendere quanto delicata e fondamentale sia la questione dell’inquinamento acustico negli Oceani.

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Una megattera in acqua mentre nuota
Una megattera in acqua: si tratta di uno degli animali più grandi del pianeta

L’inquinamento acustico dei mari è sottovalutato

L’aumento della temperatura dell’acqua e l’inquinamento acustico che viene prodotto dall’uomo dunque stanno cambiando radicalmente il modo in cui si propagano i suoi nel mare, provocando un effetto a catena che è ancora oggi oggetto di studio e un mistero per molti scienziati.

Ai suoni “umani”, frutto dello sfruttamento degli Oceani, si aggiungono quelli che derivano dal Pianeta stesso. Pensiamo ai venti e alle tempeste che scuotono la superficie marina, alle frane e ai terremoti sottomarini o agli tsunami. Eventi che originano un frastuono aumentato negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici.

Soltanto di recente gli studiosi hanno iniziato a domandarsi come stia cambiando il modo di percepire i suoni negli Oceani con il continuo aumento dell’impatto umano.

Come noto il suono in acqua viaggia molto più velocemente rispetto a quanto farebbe in aria. Il modo in cui si propaga poi è legato a temperatura, pressione e salinità del liquido.

Ciò è dovuto al fatto che i suoni sono delle onde di pressione che tendono a comprimere e decomprimere le varie molecole d’acqua. Quando quest’ultima è più calda – a causa del surriscaldamento – le molecole vibrano molto più velocemente, consentendo al suono di viaggiare rapidamente.

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Le conseguenze dei suoni e dei rumori “molesti”

Il paesaggio sonoro degli Oceani negli ultimi anni è mutato drasticamente, rendendo ancora più complicata la vita di numerose specie. Un problema che si sovrappone e accompagna a questioni delicate come quelle riguardanti la pesca eccessiva, l’inquinamento plastico e quello chimico.

Mentre il ghiaccio di Antartico e Artico si scioglie, infatti, l’acqua dolce che viene introdotta negli Oceani modifica ulteriormente la propagazione dei suoni, modificando la salinità.

Un fenomeno che mette a dura prova la sopravvivenza di quelle specie che si affidano in gran parte proprio ai rumori che si propagano nell’acqua.

A ciò si somma il frastuono che viene causato dalle attività umane con piattaforme petrolifere, navi e infrastrutture varie.

Movimenti che contribuiscono ad aumentare il caos fatto di rumori di qualsiasi tipo, mettendo a rischio seriamente la capacità di balene, delfini e non solo di sfruttare il suono come uno strumento di sopravvivenza.

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C'è la prova che molti pesci si orientano grazie ai suoni della barriera corallina