Pensare all’acqua è pensare al futuro: da custodire e gestire meglio

La crisi idrica è sempre più un tema decisivo: tutte le novità e le opzioni emerse al World Economic Forum fra i 2.700 leader di 130 Paesi

acqua: assenza di acqua nel deserto
Assenza di acqua nel deserto (Foto: iStock Photos)

Il futuro dell’acqua, ma soprattutto del mondo: c’è tutto questo e molto di più nei temi affrontati al World Economic Forum di Davos, in Svizzera.

Un luogo di incontro e di dibattito in cui i grandi della Terra hanno fatto il punto sulla situazione globale, ma soprattutto discusso nuove tecniche e approcci legati alla sostenibilità e alla gestione delle risorse naturali, ma anche a un’integrazione sostenibile fra attività umana e ambiente (pensiamo ad esempio al pescaturismo).

La crisi legata alla pandemia inizia finalmente a recedere, ma le sfide globali da affrontare restano tante. In particolare quelle legate al clima e alla necessità di perseguire nuovi modelli con effetti a lungo termine e frutto di cooperazioni internazionali.

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acqua: una mano tocca l'acqua
Una mano tocca l’acqua (Foto: iStock Photos)

Il dibattito sull’acqua (e non solo) al World Economic Forum 2023

In un’epoca in cui la frammentazione sembra inevitabile, il World Economic Forum 2023 si pone come obiettivo quello di realizzare una globalizzazione che sia sostenibile. La transizione ambientale è ormai iniziata e ciò che servono sono risposte puntuali, coerenti e rapide che siano sostenute dai governi.

L’edizione 2023 ha visto – per la prima volta dal 2020 – la partecipazione di numerose personalità influenti. Nei 450 panel si sono avvicendati più di 2700 leader provenienti da più di 130 Paesi, fra cui 57 ministri delle Finanze, 52 capi di Stato e 17 banchieri centrali. I temi affrontati?

Economia, sanità, ambiente e sicurezza. Fra gli argomenti più urgenti le risorse energetiche e la loro gestione, ma soprattutto la necessità di rendere rapida la transizione energetica che appare ancora piuttosto lenta.

Fra i temi più urgenti da affrontare c’è senza dubbio quello legato alla gestione dell’acqua. In un contesto segnato sempre più dalla crisi climatica infatti è essenziale garantire l’approvvigionamento di questo bene così prezioso.

Già qualche tempo fa il World Economic Forum aveva annunciato la creazione di una commissione costituita da scienziati, economisti, politici e leader con l’obiettivo di studiare modelli di governance volti a proteggere e gestire le risorse idriche.

Per secoli l’acqua dolce è stata considerata come una risorsa gratuita, ma i cambiamenti climatici impongono attualmente un cambio di rotta a partire da una gestione che sia più responsabile e resiliente.

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Ruota in acciaio a pale d’acqua sulla Glatt in Svizzera
(Foto: EMPA)

L’Oro Blu e i cambiamenti atmosferici: le ipotesi in campo

Lo stress idrico è infatti una realtà con cui – purtroppo – stiamo sempre più facendo i conti. Una situazione provocata dai mutamenti climatici che ha coinvolto numerose zone del globo. Pensiamo, ad esempio, alla regione del Corno d’Africa, colpita dalla siccità più grave degli ultimi quarant’anni oppure agli Stati Uniti dove la carenza d’acqua ha già provocato danni ingenti all’economia e alla salute delle persone.

Non solo, alla siccità si accompagnano inondazioni e alluvioni che hanno colpito numerose aree dell’Europa Centrale, dell’India e del Bangladesh. Un quadro aggravato dalla deforestazione sempre più aggressiva che ha distrutto le foreste tropicali, creando un pericoloso effetto domino che ha coinvolto le piogge.

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Acqua: un rubinetto dell'acqua
Un rubinetto dell’acqua (Foto: iStock Photos)

Dalla scarsità d’acqua contrazioni del PIL del 6 per cento

Si tratta di eventi climatici estremi e disastrosi con cui, purtroppo, dovremo fare i conti sempre di più in futuro, complice l’aumento della temperatura globale. Una questione non solo ambientale, ma anche economica se pensiamo che, come evidenziato da alcuni studi, la scarsità di Oro Blu entro il 2050 potrebbe costare sino al 6 per cento del PIL annuale ad alcuni Paesi.

Quali sono le soluzioni possibili? Le opzioni al vaglio sono numerose. Prima di tutto la possibilità di pagare alcune nazioni, come Indonesia, Congo o Brasile, per la protezione delle foreste che favoriscono le precipitazioni oppure compensando le nazioni in cui l’acqua è utilizzata per coltivare alimenti poi esportati.

Luci puntate anche sull’agricoltura, dove da qualche anno sono stati sviluppati innovativi sistemi di irrigazione alimentati con energia rinnovabile per una produzione sostenibile e ad alto rendimento.

Non mancano poi applicazioni utili per monitorare umidità, vento e temperatura del suolo, al fine di calibrare l’uso dell’acqua.

Anche le industrie oggi sono sempre più indirizzate verso un uso consapevole dell’acqua, razionalizzando il ciclo idrico con innovazioni volte al risparmio, alla pulizia, al trattamento e alla disinfezione delle acque reflue.

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Mani raccolgono l'acqua di una cascata (Foto: iStockPhotos)