Crisi idrica: l’esempio made-in-USA che può cambiare tutto?

California e Arizona affrontano la penuria d’acqua trasformando vecchie falde in bacini di stoccaggio, ma non intendono fermarsi qui…

Ingegnere controlla l'acqua
Un ingegnere controlla la qualità dell’acqua (Fonte: iStockPhotos)

Acqua e innovazione viaggiano di pari passo e arriva dagli Stati Uniti una possibile soluzione per risolvere il problema delle carenze idriche, soprattutto in presenza di condizioni estreme dal punto di vista meteorologico.

Per anni infatti le falde acquifere hanno rappresentato una fonte idrica essenziale. Nei periodi piovosi le falde si riempivano in modo naturale, diventando una riserva importantissima durante i mesi di siccità.

I cambiamenti climatici e una domanda crescente di acqua però hanno portato ben presto a un esaurimento di queste risorse che ora necessitano di essere reintegrate.

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rubinetto d'acqua
La sostenibilità passa attraverso la protezione dell’acqua (Fonte: iStockPhotos)

Lo stoccaggio e la questione delle falde acquifere

Una vera e propria emergenza, che ha spinto le autorità a ricercare un modo nuovo per rendere più efficienti le falde acquifere ormai svuotate. Lo stoccaggio sotterraneo, secondo molti, potrebbe essere una soluzione e un modello da adottare in tanti altri Paesi.

L’idea è semplice: sottoterra è presente dello spazio, occupato in passato dalle falde acquifere, che ora potrebbe servire per lo stoccaggio delle riserve idriche. Creando dei serbatoi per l’approvvigionamento locale.

Un sistema già adottato in alcune cittadine della California e dell’Arizona, dove le riserve del prezioso liquido, che ha dato origine alla vita sulla Terra, vengono utilizzate in modo sostenibile anche per tenere sotto controllo i corsi d’acqua che tendono a prosciugarsi, provocando danni alla fauna selvatica e alla vegetazione.

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Fiume con vegetazione
Un fiume che sfocia in un laghetto da una cascata (Fonte: iStockPhotos)

La grave emergenza idrica in terra americana

Da tempo d’altronde gli Stati Uniti d’America stanno affrontando un’emergenza senza precedenti, che ha portato alla consapevolezza di dover sostituire e innovare i sistemi idrici già esistenti.

The Senate Committee on Environment and Public Works (EPW), ossia La Commissione per l’Ambiente e i Lavori Pubblici del Senato, su questo tema ha infatti approvato un disegno di legge.

Si tratta dell’America’s Water Insfrastructure Act of 2020 (AWIA), un programma con cadenza biennale che prevede di investire oltre 17 miliardi di dollari in tutti gli Stati per una gestione sostenibile e nuova dell’acqua.

L’obiettivo non è soltanto il miglioramento delle infrastrutture idriche, ma anche un controllo più intelligente delle acque reflue.

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Acqua
Sprecare l’acqua non è più possibile: serve più consapevolezza (Fonte: iStockPhotos)

Il progetto apripista della Contea di Orange

La realizzazione di bacini di stoccaggio funzionerà? Forse è ancora troppo presto per dirlo. Di certo i numeri parlano chiaro e una innovazione su questo aspetto è più che mai necessaria.

Basta pensare che, soltanto in California, l’85 per cento della popolazione si affida alle acque sotterranee per l’approvvigionamento. Con l’obiettivo, da parte del Dipartimento delle Risorse Idriche, di espandere annualmente la riserva.

La sola Contea di Orange, ad esempio, pompa quotidianamente 65 milioni di galloni d’acqua dai bacini di Anaheim e rappresenta un punto da cui partire per sperimentare nuovi progetti di ricerca su questo tema.

L’imperativo è non esaurire i sistemi d’acqua sotterranei, utilizzati per l’agricoltura, le città e i corsi d’acqua, implementandoli continuamente con delle “ricariche” che possono avvenire in modi differenti.

Una soluzione potrebbe arrivare dalla creazione di bacini di percolazione, in cui le acque piovane o fluviali in eccesso si possano raccogliere.

Ma anche la costruzione di pozzi sopra la falda freatica, per consentire all’acqua di arrivare alle falde acquifere.

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acqua raccolta con le mani
L’acqua piovana va raccolta e considerata una risorsa (Fonte: iStockPhotos)

L’innovazione yankee e un modello da seguire

Gli studiosi di tutto il mondo d’altronde sono concordi nell’affermare che stiamo vivendo la più grave crisi idrica degli ultimi settant’anni. Un segnale chiaro del cambiamento climatico, ma soprattutto un processo irreversibile di cui dobbiamo prendere atto.

Un dato rilevante fra tanti è quello fornito dalle Nazioni Unite, secondo cui nel 2030 circa il 47 per cento della popolazione sarà costretta a convivere con una condizione grave di stress idrico.

L’Italia rappresenta un hotspot dal punto di vista dei cambiamenti climatici, e per questo guarda con estremo interesse ai cambiamenti e ai progetti innovativi messi in atto oltre Atlantico.

Dal potenziamento dell’uso dell’acqua piovana alla ristrutturazione totale della rete idrica, sino all’adozione di pratiche circolari con l’uso di acque reflue depurate e nuove tecniche di irrigazione. Idee e innovazioni che potrebbero coinvolgere anche la gestione del mare e la sua protezione, per un futuro più sostenibile e la sopravvivenza della vita acquatica

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