La Grande Barriera Corallina soffre. Il problema? Gli esseri umani...

Il reef australiano rischia di scomparire e dietro lo sbiancamento dei coralli si nasconde, una volta di più, l’uomo: che cosa possiamo fare

Grande barriera corallina: i coralli colorati
La grande barriera corallina (Foto: iStock Photo)

La Grande Barriera Corallina continua a soffrire e il problema, purtroppo, sono sempre gli esseri umani. Nel giro di pochissimi decenni infatti i reef meravigliosi che si trovano negli oceani e nei mari rischiano di scomparire per sempre. Colpa di una serie di fattori che stanno conducendo la Grande Barriera Corallina, anno dopo anno, verso il decadimento.

Un’isola galleggiante alle Maldive contro l’innalzamento dei mari

Grande barriera corallina: pesci e coralli
Coralli coloratissimi circondati da pesci (Foto: iStock Photo)

Alte temperature e CO2, i rischi per le barriere di corallo

In cima alla lista delle cause ci sono sicuramente i cambiamenti climatici, in particolare l’aumento della temperatura delle acque e l’assorbimento devastante di alte quantità di CO2. Un problema gravissimo per queste colonie straordinarie di organismi marini che stanno subendo una pericolosa trasformazione.

Da una parte infatti stiamo assistendo allo sbiancamento dei coralli causato dalla fuga delle zooxantelle, le alghe simbionti che rappresentano la base del nutrimento di numerosi invertebrati. Quando queste alghe, a causa dell’acqua calda, si allontanano, i coralli subiscono un degrado devastante: prima diventano bianchi, assumendo l’aspetto di scheletri, poi muoiono. A questo processo si aggiunge l’acidificazione degli oceani. L’impatto di questo fenomeno è così marcato da sciogliere persino le conchiglie.

Una condizione che sembra destinata a peggiorare, come sottolineato dagli scienziati del National Sea Simulator dell’Australian Institute of Marine Science (AIMS) di Townsville. In questa struttura i ricercatori studiano e allevano i coralli che compongono la Grande Barriera Corallina. Lo scopo è quello di raccogliere informazioni preziose per poter difendere al meglio il reef.

Gli studi in atto sono numerosi. Fra i più interessanti c’è quello, svolto proprio a Townsville, legato alla creazione di un possibile nutrimento extra per la Grande Barriera Corallina. La ricerca, guidata da Lone Høj, ecologo ed esperto in microbiologia, ha infatti consentito di mettere a punto un mix di integratori probiotici utili per la maturazione e il benessere dei coralli.

Il team di scienziati ha infatti isolato numerose specie di batteri che sono associati ai coralli per mettere finalmente a punto una soluzione in grado di potenziare il loro microbioma, rendendolo resistente per garantirne la sopravvivenza.

L’inquinamento nascosto che sta distruggendo i nostri Oceani

Grande barriera corallina: un sub la esplora
Un sub esplora la barriera corallina (Foto: iStock Photo)

Come possiamo salvare la Grande Barriera Corallina?

La domanda dunque sorge spontanea: che cosa possiamo fare per salvare la Grande Barriera Corallina? Innanzitutto va sottolineato che sono necessarie delle azioni congiunte (e immediate) che consentano di ridurre l’inquinamento, proteggere le aree che sono ancora in buone condizioni, ripristinare quelle degradate e puntare sull’economia blu. Tutti possiamo fare la nostra parte, nessuno escluso.

La priorità resta la lotta contro il riscaldamento globale, necessaria per rallentare lo sbiancamento dei coralli e il riscaldamento dei mari. L’imperativo è dunque quello di ridurre le emissioni di gas drasticamente, risparmiare energia, passando a una economia basata su basse emissioni di carbonio e un alto uso delle fonti rinnovabili.

Immettere meno anidride carbonica nell’atmosfera infatti significa prima di tutto non acidificare le acque degli oceani, andando a colpire lo scheletro calcareo dei coralli. A queste azioni dovrebbe accompagnarsi una necessaria riduzione nella produzione di rifiuti, adottando le giuste pratiche del riciclo e della diminuzione del consumo.

Per cambiare l’ecosistema marino basta una goccia di petrolio

Grande barriera corallina: Il mare è un ecosistema delicato e complesso
Il mare è un ecosistema delicato e complesso

Economia blu e pesca sostenibile per preservare i reef

L’economia blu è un altro aspetto essenziale per preservare la salute della Grande Barriera Corallina. La pesca sostenibile, il turismo ittico, l’acquacoltura e il trasporto marino sono attività che possono creare valore se sviluppate e seguite nel modo giusto. L’obiettivo? Sviluppare delle immersioni subacquee che possano rispettare ecosistemi e specie, diffondere una cultura legata alla pesca sostenibile, aumentare consapevolezza e supervisione per proteggere le acque.

Infine è essenziale sottolineare che le barriere coralline potranno avere una possibilità maggiore di essere preservate grazie alla creazione di aree marine protette, gestite in modo efficace e collegate in rete, ricche di specie e in buone condizioni.

Le aree più sensibili, da preservare con cura, restano le “zone rifugio”, situate fra i 30 e i 150 metri di profondità. Si tratta di punti in cui i coralli risultano meno sensibili allo sbiancamento, dunque utili per favorire una ricolonizzazione. Al tempo stesso andrebbero protetti gli ecosistemi di mangrovie e fanerogame, essenziali per il ciclo e lo stoccaggio del carbonio, utile per contrastare l’accumulo dei gas serra.

Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, i progetti e il futuro

Grande barriera corallina: la sua bellezza
La bellezza della barriera corallina (Foto: iStock Photo)