GPT-3, l’algoritmo che scrive come un essere umano arriva in Italia

Gpt-3 è un algoritmo di scrittura che riesce a produrre testi della stessa qualità di un essere umano. Come si fa a dirlo? In che modo lo si può stabilire? Lo ha definito il test di Turing, nientemeno.

Gpt-3 è l’ultimo algoritmo elaborato da OpenAI che crea testi dello stesso livello di quelli di un essere umano. Lo dico a denti stretti, perché questa grande macchina virtuale potrebbe scalzare la mia stessa posizione lavorativa! Torniamo, però, alla notizia. Questo risultato incredibile è reso possibile da un nuovo modello di linguaggio, completamente rivalutato per consentire una scrittura chiara, fluida, priva di errori su qualsivoglia argomento.

Facciamo un rapido paragone con Gpt-2, la versione precedente dello stesso algoritmo. Gpt-2 conosceva all’incirca 1,5 miliardi di parametri. Bene, sembra una cifra assurda, ma Gpt-3, appena arrivato anche in Italia, ne ha già immagazzinati 175 miliardi.

Che cosa vuol dire? Vuol dire che questi input, ovvero informazioni specifiche, possono essere utilizzati e inseriti nel contesto attraverso un percorso di apprendimento dinamico che non ha bisogno di supervisione umana. Il valore di un simile algoritmo? Milioni di dollari, naturalmente. Questo splendido gioiellino ha appena ottenuto il via libera di Microsoft e potrà essere integrata sulla piattaforma della startup Indigo.Ai.

Secondo quanto riportato da Gianluca Maruzzella, CEO e co-fondatore di Indigo.Ai, il potenziale di questa tecnologia è immenso. “Siamo tra le prime società in Europa a sperimentare il modello di linguaggio tecnologico ad oggi più sviluppato al mondo. L’intelligenza artificiale creata da OpenAI si integra con le caratteristiche della piattaforma no-code creata da Indigo.ai – abbattendo in pochi minuti il tempo per creare un assistente virtuale.

Quali sono le implicazioni concrete di Gpt-3?

Allo stato attuale delle cose ancora nessuna, ma si prevede che il Paese potrebbe beneficiarne grandemente, trattandosi di un sistema così avanzato. Si pensa addirittura che un uso a livello internazionale potrebbe portare a uno schema economico basato su Gpt-3. Sempre dall’intervista: “Immagino che in futuro, magari uno molto prossimo, nascerà un micro universo di tool che baseranno il proprio business su questo modello di linguaggio, per il semplice motivo che permette di non dover impiegare tempo per istruire l’intelligenza artificiale. Essa sarà infatti in grado di auto-apprendere gli strumenti di cui ha bisogno”. Un nuovo step nella costruzione della rete neurale, sostanzialmente.

La capacità di Gpt-3 non è data solo dalla mole di informazioni, ma anche dalla sua straordinaria capacità di metterle in relazione per ricavare dati e fatti attendibili. Una cosa non da poco, vista appunto la quantità di dati immagazzinati. Wikipedia in Italia al momento occupa circa 4 GB. Gpt-3 ne prende 164. Immagina dunque uno scenario in cui questa capacità viene messa al servizio dei chatbot, permettendo effettivamente di costruire un algoritmo abbastanza intelligente da fornire una risposta utile e non circostanziata. Il cliente trova DAVVERO la soluzione al suo problema e non è più irritato all’idea di stare parlando con un robot un po’ limitato.

GPT-3 fa parte dei modelli di linguaggio diffusi con il BERT, ovvero il Bidirectional Encoder Representations from Transformers di Google, e non si limita più a prevedere il possibile pensiero dell’utente, andando a trovare soluzioni di autocompletamento. Insomma, prendi Gmail che ti aiuta a scrivere le email basandosi sulle tue precedenti.

GPT-3 è in grado di costruire frasi di senso compiuto e sostenere discussioni senza che tu abbia l’orribile sospetto di stare parlando con una IA. Qual è il limite etico nell’utilizzo di un GPT-3? C’è un ampio spettro alle spalle di questa tecnologia straordinaria. La sua capacità di imparare così bene e così in fretta è da considerarsi quasi un’arma a doppio taglio. La sua capacità di mettere in relazione informazioni, giuste o sbagliate, lo rende infatti un ottimo strumento di propaganda.

Insomma, occorre che questo strumento venga utilizzato entro certi parametri etici e non speculativi, al fine di servire l’umanità e non di essere sfruttato come elemento di manipolazione. Gpt-3 dovrà essere utilizzato nella difesa della libertà altrui e a sostegno dell’uomo. Norme sociali e politiche pubbliche, oltre che educative, dovranno essere istituite per costruire un modello di linguaggio capace di aiutare, e non di distruggere il lavoro che si è fatto fino a questo momento per creare un modello di internet sostenibile. E su questo ci sarebbe tanto da dire. Insomma, staremo a vedere cosa accadrà a Gpt-3, nella speranza che possa esserci utile, e non ritorcersi contro.