Il dovere della formazione per la transizione verso la sostenibilità
L’innovazione di “The Good Business Academy”, network di 27 università italiane riunite nel CUEIM con le B Corp Nativa e InVento Lab
Per gestire le aziende che intendono migliorare il loro impatto sull’ambiente serve una preparazione specifica.
La prima iniziativa di cui siamo al corrente si chiama “The Good Business Academy” ed è un progetto nato dalla collaborazione tra un network di 27 atenei italiani associati nel Consorzio Universitario di Economia Industriale e Manageriale (CUEIM) e le B Corp Nativa Lab e InVento Lab.
Sappiamo che le imprese hanno un ruolo importantissimo per affrontare in modo efficace gli squilibri climatici e le disuguaglianze.
Sono gli imprenditori ed i manager che, in concreto, possono fare molto per migliorare la qualità della vita di tutti noi, utilizzando al meglio le risorse disponibili, ma per poterlo fare devono essere adeguatamente preparati.
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Armonizzare i risultati economici con le grandi questioni ambientali
Nel prossimo futuro le aziende moderne dovranno saper armonizzare i risultati economici con le risposte alle grandi questioni della nostra epoca, come la sostenibilità e l’impatto ambientale.
“The Good Business Academy” è uno dei primi progetti formativi disponibili: si tratta di un master che prepara imprenditori, manager e consulenti ad affrontare adeguatamente l’introduzione e la diffusione di un approccio moderno ed innovativo al modo di fare impresa.
A proporlo sono 27 Università italiane associate nel CUEIM, assieme a due delle più importanti aziende del settore.
Chi scrive spera con tutto il cuore che iniziative come questa abbiano il meritato successo, superando le diffidenze iniziali e la resistenza al cambiamento, che da sempre è molto forte in tutta la società, mondo imprenditoriale compreso.
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Ma che cosa c’è davvero da imparare: non basterebbe il buon senso?
In concreto la formazione inizia dallo studio del contesto mondiale, dell’impatto delle tecnologie e dall’interdipendenza delle materie economiche, per poi entrare nel merito con materie tecniche come i nuovi concetti di impresa e di management, la responsabilità integrale d’impresa, le metodologie di misurazione e di rendicontazione delle performance sociali ed ambientali.
Un percorso serio ed impegnativo che consente di diventare punti di riferimento su questi temi, sia all’interno delle aziende che nei territori circostanti.
Per esperienza personale ho notato che negli ultimi anni è aumentata l’attenzione delle imprese alla sostenibilità.
Le comunicazioni di nuove Società Benefit sono numerose, così come le iniziative di divulgazione.
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Il mancato incastro dal 2015 fra Società Benefit e appalti pubblici
Con la formazione specialistica, come “The Good Business Academy” si propone di fare, si compie un ulteriore passo avanti.
Tra l’altro le imprese che hanno fatto questa scelta si aiutano tra di loro e vengono prese in maggior considerazione dalle persone, prevalentemente giovani, sempre più interessate a valutare anche l’attenzione alla sostenibilità nelle loro scelte di lavoro.
L’Italia ha una Legge del 2015, tra le prime al mondo, che ha regolamentato le Società Benefit prevedendo, tra l’altro, che negli appalti pubblici venga attribuito loro un punteggio specifico.
Non abbiamo notizia che nei bandi di gara se ne sia mai tenuto conto e non è un bell’esempio. Come al solito…
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