Sostenibilità: gli Emirati Arabi (e non solo) protagonisti del 2023

Sostenibilità: gli Emirati Arabi (e non solo) protagonisti del 2023

L’inatteso impegno della Federazione del Golfo Persico per un domani più “green” e il confronto con gli altri Paesi: facciamo il punto…

Sostenibilità: impianto eolico nel deserto
Un impianto eolico nel deserto degli Emirati Arabi osservato da un abitante

La sostenibilità come priorità per le future generazioni: è questo il motto che gli Emirati Arabi hanno adottato per il 2023, dichiarato “l’anno della sostenibilità”. Con un impegno deciso verso la tutela dell’ambiente, l’economia circolare e l’energia rinnovabile, la nazione della penisola araba sta cercando di dimostrare al mondo di essere all’avanguardia nella lotta contro i cambiamenti climatici. Investimenti significativi e azioni concrete sono alla base del progetto ambizioso di diventare un punto di riferimento mondiale per la sostenibilità. 

Ma che cosa succede nel resto del mondo? Come stanno affrontando gli altri paesi questi temi cruciali per il futuro del pianeta?

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Sostenibilità: il padiglione Terra a Dubai
Il padiglione a impatto zero “Terra”, progettato per l’Expo 2020 di Dubai (Foto: iStock)

Dal petrolio all’energia pulita: la sfida di Abu Dhabi per la COP28

Gli Emirati Arabi Uniti avranno gli occhi puntati addosso nel 2023, anno in cui ospiteranno la ventottesima conferenza delle parti (COP28) dell’ONU sul clima. Sotto la guida del leader, lo Sceicco Mohammed bin Zayed al Nahyan, il paese è deciso a far sì che l’evento stabilisca un precedente unico nella cooperazione globale per affrontare i problemi climatici.

Non solo è risultato il primo paese della regione del Medio Oriente e Nord Africa e l’undicesimo a livello globale per la qualità delle infrastrutture nell’Indice di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, ma ha anche promosso un’iniziativa di green economy, avviata oltre dieci anni fa, con l’obiettivo di rafforzare la produzione di energia pulita, pianificare città rispettose dell’ambiente, proteggere la biodiversità, razionalizzare le risorse naturali e gestire in modo efficiente i rifiuti.

Ha suscitato non poche perplessità la decisione di eleggere come presidente designato della COP28 il sultano al-Jaber, amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company, multinazionale del petrolio che produce circa 4 milioni di barili di greggio al giorno.

Tuttavia, negli ultimi 15 anni, gli Emirati Arabi hanno dimostrato un impegno vero e proprio per la sostenibilità, investendo un totale di 50 miliardi di dollari in energie rinnovabili e tecnologie pulite e pianificando di investirne altri 50 nei prossimi anni.

Questa ambiziosa mossa potrebbe indicare che anche il settore petrolifero ha compreso il potenziale economico e sociale dell’energia pulita. Sarà interessante vedere come il paese affronterà questa sfida durante la COP28.

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Sostenibilità: Al Jaber ad Abu Dhabi
Il Presidente designato della COP28, Ahmed Al Jaber, durante un discorso inaugurale per il Summit Mondiale del Futuro dell’Energia ad Abu Dhabi (Foto: Masdar Corporate)

L’Asia verde: verso un futuro sostenibile per Cina e Giappone

Spostandoci dagli Emirati Arabi verso est, diventa inevitabile parlare ‘dell’elefante nella stanza’. Se la Cina negli ultimi anni si è guadagnata la fama di principale inquinatore mondiale, è pur vero che sono stati fatti notevoli sforzi per alleggerire la gigantesca impronta ecologica di questo popoloso e complesso paese, primo produttore manifatturiero mondiale.

Il settore dell’energia rinnovabile, in particolare solare, ha visto un vero e proprio boom che ha portato la Cina a diventare leader dell’energia pulita in pochissimo tempo; il paese punta a produrre oltre il 40 per cento della propria energia dal sole entro il 2060.

Il gigante asiatico sembra aver compreso perfettamente come i cambiamenti climatici minaccino la sua prospera economia sul lungo periodo, ed è deciso a supportare la transizione a un’economia più sostenibile attraverso un dettagliato programma pluridecennale.

Anche il Giappone figura tra i paesi virtuosi. Il paese del Sol Levante non solo ricicla oltre l’80 per cento della plastica che produce ma è anche tra i primi dieci paesi al mondo per produzione di energia pulita.

Del resto, il concetto di “mottainai” è intrinseco alla cultura nipponica: questo termine indica il rammarico per qualcosa che viene sprecato e il conseguente impegno a far si che ciò non avvenga.

Un’altra nazione che sta facendo passi importanti per la sostenibilità è Taiwan. Il piccolo Paese insulare ha da poco emanato una legge che si impegna a contrastare gli effetti del cambiamento climatico con una serie di misure che spaziano dall’alimentazione “low carbon” alle tecnologie green.

Infine, in Oceania, la Nuova Zelanda brilla per il suo impegno nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella promozione di politiche della sostenibilità. Il paese sta lavorando per ridurre le sue emissioni di gas serra, coinvolgendo attivamente la comunità Maori nella salvaguardia dell’ambiente

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Sostenibilità: fotovoltaico Cina
Un enorme impianto fotovoltaico a Dunhuang, nella Repubblica Popolare Cinese (Foto: Unsplash)

Gli sforzi degli USA e il modello vincente del Costa Rica

Gli Stati Uniti rappresentano la prima economia mondiale e il secondo paese dopo la Cina per impatto ambientale. Gli USA sono ancora lontani da potersi definire una nazione che mette al centro la sostenibilità: un’analisi sul raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU li colloca quarantunesimi, riconoscendo un notevole impegno nel settore delle infrastrutture ma uno stallo sull’azione per il clima e la biodiversità.

Tuttavia, in maniera simile alla Cina, la potenza economica e di investimenti degli USA possono fare la differenza negli anni a venire. Molti stati hanno già adottato politiche energetiche che puntano al 100 per cento di energia rinnovabile e all’obiettivo “rifiuti zero”.

Decisamente più virtuoso in materia di sostenibilità il Canada, che produce il 97 per cento della propria elettricità da fonti rinnovabili e sta lavorando molto sulla mobilità sostenibile e l’ottimizzazione delle risorse naturali. 

Ma il premio per il paese più sostenibile del continente americano va alla piccola nazione centroamericana del Costa Rica. Uno dei primissimi paesi a puntare sull’energia pulita, esso ha capito molto presto quale fosse la sua ricchezza principale: le sue lussureggianti foreste, che ricoprono oltre la metà del territorio nazionale.

Questo paese è l’unico al mondo a essere riuscito a invertire il proprio tasso di deforestazione, preservando così la sua ricchissima biodiversità. Anche Colombia e Uruguay meritano una menzione speciale per la sostenibilità: la prima per aver puntato in maniera decisa sul turismo ecologico e responsabile e il secondo per gli investimenti massicci in energia pulita.

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Sostenibilità: Costa Rica
Playa Escondilla e Playa Manuel Antonio: il Costa Rica è l’unico Stato al mondo ad aver invertito il trend di deforestazione (Foto: Unsplash)

L’impegno europeo per un avvenire più ecologico e solidale

E la nostra Europa? Da diversi anni fanno notizia le politiche e i risultati in termini di sostenibilità del “blocco scandinavo”, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia.

Una combinazione di politiche governative, ricchezza di risorse naturali ed elevato PIL pro capite fa sì che questi paesi figurino nella top 5 dei paesi europei per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU.

Bene anche Austria, Germania e Svizzera, rispettivamente alla quarta, sesta e settima posizione, mentre l’Italia si colloca ventitreesima, subito dopo la Spagna. Un dato interessante che emerge dalla situazione europea è che generalmente il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale va di pari passo con quella sociale del “non lasciare nessuno indietro”.

Insomma, sostenibilità sembra fare rima con solidarietà per i paesi che hanno conseguito i risultati migliori in Europa. Rimane comunque moltissima disparità tra gli stati membri dell’Unione Europea, disparità che purtroppo gli anni della pandemia hanno accentuato.

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Sostenibilità: mobilità green a Copenhagen
Copenhagen: la capitale danese prevede che entro il 2025 il 75 per cento della mobilità cittadina avvenga in bicicletta (Foto: iStock)

La sostenibilità come dovere di tutti: Terra Solida, un esempio attuale

La sostenibilità è un obiettivo che richiede un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti: governi, cittadini e aziende. È un concetto ricco di sfaccettature, che si estende dalle politiche energetiche alla tutela dell’ambiente, fino al benessere sociale e all’efficienza delle infrastrutture.

Ma una cosa è certa: tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per creare una società più sostenibile e accogliente. Aziende che uniscono l’etica alla qualità come Terra Solida, leader nel settore delle pavimentazioni ecologiche e strade naturali, sono in prima linea in questa sfida, lavorando quotidianamente per realizzare questo ambizioso obiettivo.

È incoraggiante vedere come molti paesi stiano facendo progressi verso un futuro più sostenibile e come molte aziende siano consapevoli della propria responsabilità in questo ambito. Siamo tutti parte della soluzione e possiamo lavorare insieme per creare un mondo migliore per le generazioni future.

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