Inchiostro dagli oli di scarto: l'innovazione sostenibile di IsusChem

La chimica verde della start-up campana nata dall’Università Federico II di Napoli che dà nuova vita all’olio esausto e protegge l’ambiente

IsusChem: team
Il team di IsusChem, la startup campana che realizza prodotti innovativi dagli oli di scarto (Foto: IsusChem)

Da rifiuto a materia prima: è difficile trovare un esempio migliore di IsusChem quando si parla di innovazione sostenibile. 

Questa startup tutta italiana, nata come spin-off universitario del dipartimento di Chimica della Federico II di Napoli, sta rivoluzionando il settore dei prodotti chimici a uso industriale, sintetizzando acidi grassi a partire dagli oli vegetali di scarto. Il loro obiettivo? Promuovere la chimica verde e dimostrare come questa possa fare la differenza e cambiare le regole del gioco, e del mercato. Ecco come.

L’economia circolare? Una giacca da una giacca da una giacca

IsusChem: olio di scarto
L’olio esausto può essere utilizzato per realizzare prodotti per settori diversi, dall’energia alla cosmesi (Foto: iStock)

L’impatto degli oli di scarto sulla collettività

Quando pensiamo all’inquinamento ambientale, difficilmente pensiamo all’olio da cucina. Eppure, gli oli di scarto prodotti dalle attività industriali, di ristorazione e di lavorazione di prodotti agricoli come olive o semi oleosi rappresentano una fonte importante di inquinamento delle acque e del suolo.

Dopo la cottura infatti, l’olio alimentare perde la sua struttura originaria e si ossida, assorbendo sostanze inquinanti dalla carbonizzazione dei residui alimentari. Questo scarto, una volta scaricato nelle fogne, si trasforma in un potente agente inquinante, capace di compromettere il sottosuolo e i pozzi di acqua potabile, e impedendo alle radici delle piante l’assunzione delle sostanze nutritive. Basti pensare che un litro di olio alimentare esausto è sufficiente a contaminare un milione di litri d’acqua.

Gli oli di scarto possono inoltre influire sul corretto funzionamento dei depuratori. In questo senso, è fondamentale trovare nuove soluzioni sostenibili per gestire correttamente lo scarto degli oli alimentari, affinché non diventino una minaccia per l’ambiente e per la salute umana.

La buona notizia è che gli oli esausti, se correttamente riciclati, possono essere trasformati in una risorsa. Sul territorio italiano per esempio, molti supermercati, isole ecologiche e benzinai offrono un servizio di raccolta di olio esausto.

Tramite una serie di processi di trattamento e pulitura, gli oli di scarto possono essere reimmessi sul mercato sotto forma di altri prodotti. Ad esempio, possono essere utilizzati come lubrificanti vegetali per macchinari, come biodiesel per autotrazione, oppure sotto forma di tensioattivi nei detergenti. Gli oli di scarto possono anche essere trasformati in combustibile per il recupero energetico, contribuendo così a una maggiore sostenibilità ambientale. Ma c’è chi si è spinto oltre.

Per cambiare l’ecosistema marino basta una goccia di petrolio

IsusChem: olio di scarto
L’olio di scarto prodotto dalle attività di ristorazione rappresenta un agente inquinante pericoloso per l’ambiente (Foto: iStock)

L’intuizione di IsusChem nell’alveo di un ateneo

Nata nel 2018 dall’incontro di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università Federico II di Napoli e giovani imprenditori del territorio, IsusChem ha puntato sulla sintesi a livello industriale di prodotti derivati da trattamento di oli vegetali di scarto. In altre parole, l’azienda converte gli acidi grassi degli oli vegetali di scarto in agenti pulenti, inchiostri da stampa, vernici protettive, tensioattivi e additivi per il settore cosmetico e molto altro. 

È stato soprattutto l’utilizzo dell’acido pelargonico, una delle sostanze, apparentemente inutile, che si viene a formare durante il processo di frittura degli oli, ad aguzzare l’ingegno del team di IsusChem. I ricercatori si sono infatti resi conto che una sintesi di questa sostanza era funzionale al processo produttivo di inchiostri da stampa offset –permettendo un notevole risparmio sia dal punto di vista ambientale che economico. 

Un particolare non trascurabile dal momento che circa il 40 per cento della formulazione degli inchiostri da stampa (molto richiesti sul mercato) necessita di una materia prima a base vegetale che se non fosse rigenerata, come fa appunto IsusChem, andrebbe prodotta ex novo consumando quindi risorse ed energia.

Un’ingegneria genetica per l’agricoltura e l’alimentazione sostenibili

IsusChem: impianto di esterificazione
L’impianto di esterificazione dove avviene la conversione dei residui di lavorazione degli oli usati (Foto: IsusChem)

Il futuro della chimica green in una sigla

Il nome IsusChem sta per Italian Sustainable Chemistry, e proprio la chimica sostenibile, o chimica verde, unita all’economia circolare, sono il cuore pulsante di questa startup. IsusChem al momento vanta la proprietà di due tecnologie brevettate, grazie alle quali ha portato una grande innovazione sia nel campo della stampa offset che nella produzione dei solventi.

Queste sono state possibili grazie all’utilizzo di un catalizzatore a base di zinco completamente riutilizzabile e a basso costo, che ha permesso di migliorare l’intero processo produttivo, aumentando la qualità dei propri prodotti, riducendo i costi di produzione e offrendo al mercato soluzioni innovative e rivoluzionarie.

“Questo nostro approccio, che parte dagli oli di scarto del settore alimentare, rispetta molti principi della Green Chemistry e pertanto si inserisce nelle linee di sviluppo della Circular Economy perché dona nuova vita a prodotti di scarto che altrimenti sarebbero finiti o alla termodistruzione o comunque nel settore dei carburanti”, spiega il team di IsusChem.

Un’ingegneria genetica per l’agricoltura e l’alimentazione sostenibili

IsusChem: il team di lavoro
Il team di IsusChem, composto da ricercatori universitari e imprenditori locali, sul lungomare di Napoli (Foto: IsusChem)

Da scarti a risorse: l’economia circolare guida l’innovazione

Il futuro è nelle tecnologie ecocompatibili e nell’economia circolare. Aziende come IsusChem, con le sue tecnologie innovative per la produzione di agenti pulenti, inchiostri da stampa e molto altro, dimostrano che anche gli scarti possono essere trasformati in risorse preziose.

Anche Terra Solida, azienda leader nel settore di strade e pavimentazioni naturali, utilizzando materiali riciclabili e inerti provenienti da cave o da siti di scavo, dimostra come innovazione e qualità possano andare di pari passo con la sostenibilità.

Due esempi diversi, eppure simili, di come l’economia circolare possa trasformare rifiuti in risorse per la creazione di nuove infrastrutture e prodotti all’avanguardia. Il futuro è nella sostenibilità e nell’uso intelligente delle risorse a nostra disposizione, unendo innovazione e rispetto per l’ambiente.

Economia circolare e uso efficace delle risorse in Svizzera

IsusChem: economia circolare
L’economia circolare è la chiave per un’innovazione sostenibile (Foto: iStock)