Innovare è azzeccare le soluzioni, non inveire contro il passato

La competenza si acquisisce con il tempo e la gavetta e non è detto che il nuovo sia, incondizionatamente, migliore di ciò che è vecchio

L'eterno bilanciamento fra innovazione e conservazione è proprio dell'indole umana
L’eterno bilanciamento fra innovazione e conservazione è proprio dell’indole umana

Non è detto che tutto ciò che è nuovo sia, per forza e incondizionatamente, migliore di ciò che è vecchio.
Certo, a favore del nuovo depongono la freschezza e la, diciamo così, verginità: spesso, ciò che è nuovo non paga dazio alle infinite macchie e cicatrici che segnano il vissuto.
È pur vero, tuttavia, che “dant vulnera formam”, come postula il Vate. Talvolta, proprio ciò che è navigato ha fascino e sapere, che il neofita non possiede. Insomma, per dirla in soldoni, dipende da caso a caso.
Una cosa, però, possiamo dirla con certezza, sulla scorta dell’esperienza recente: in politica, il nuovo è sovente sinonimo di incapace, di sprovveduto se non, purtroppo, di scemo, tout court.

Innovazione è non contrapporre cultura tecnica ed umanistica

Una fotografia di Giuseppe Conte usata per le restituzioni dei compensi dei parlamenari 5 Stelle
Una fotografia di Giuseppe Conte usata per annunciare le restituzioni degli emolumenti dei parlamenari del Movimento 5 Stelle

Il desiderio pentastellato di sistemarsi economicamente è l’istinto più antico del mondo

Oppure, dietro la novità si maschera un istinto che, purtroppo, tanto innovativo non è, vale a dire la sacra fame d’oro. Il desiderio di sistemarsi economicamente.
Prendiamo l’esempio del Movimento 5 Stelle in Italia: raramente si è visto prendere d’assalto le istituzioni con simile focosa pertinacia, con altrettanta presunzione e, ahinoi, con simile superlativa incapacità politica e amministrativa.
Questo, per la verità, discende dal vizio originario di questo similpartito, creato ex novo, lo ricordiamo, da un comico con velleità di tribuno della plebe: il vizio di credere che chiunque possa fare qualunque cosa. Il che, perlomeno nella realtà fenomenica, non si realizza.
Noi viviamo in un mondo complicato e complesso, in cui, per fare i semplici, per spiegare le cose pianamente, occorrono gigantesche competenze e un enorme bagaglio pregresso.
Non fatevi ingannare dalle apparenze: a farla facile siamo bravi tutti, ma per rendere comprensibili le cose difficili ci vogliono capacità e conoscenze fuori del comune, debitamente metabolizzate, digerite e restituite.

Quindi, per presentarvi una palla di gomma, che laverebbe come e meglio del detersivo, può anche bastare un guitto con la terza media, ma per misurarsi con le grandi questioni nazionali e internazionali è meglio avere tutte le cartebolle al loro posto.
Vale a dire avere alle spalle una bella gavetta, giacché nessuno nasce con la scienza infusa. Competenza, questa è la parolina magica. E competenza significa studio, fatica, applicazione, acume.
E specializzazione: è inaccettabile che un Ministro dell’economia non distingua una cambiale da un’obbligazione, come che un Ministro degli esteri sia debolino in geografia o nelle lingue o che un Ministro dell’interno confonda Costituzione e leggi ordinarie.
Perciò, largo alle competenze: a quelle vere, non alle certificazioni elargite da qualche ente compiacente, che sono come i gradi di ufficiale concessi a qualche politico, senza che abbia neppure fatto il militare.

Il futuro è già qui: sempre da capire, mai da sprecare…

Il Capitano di Vascello Gianluca Assettati e il Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga
Il Presidente della Repubblica Italiana, Francesco Cossiga, durante la visita di congedo del Capitano di Vascello Gianluca Assettati, suo consigliere militare per la Marina

Il “miracolo” di Francesco Cossiga: ufficiale di marina sì, ma senza un solo giorno di naja

Francesco Cossiga, ad esempio, aveva ottenuto i galloni da ufficiale di marina, senza un giorno di naja: miracoli italiani.
Siamo stufi di finti politologi, finti ingegneri nucleari, finti umanisti, che, alla prova dei fatti, non sanno neppure soffiarsi il naso, senza un tirapiedi che regga loro il fazzoletto.
Siamo stufi, del pari, di gentucola, venuta su come fanno i funghi dopo il temporale, che si arrampica verso poderosi guiderdoni, a colpi di ingiurie contro i propri predecessori: non basta indicare i difetti della politica, bisogna pure proporre qualche controveleno, qualche rimedio.
Altrimenti, non si è statisti e neppure semplici peones: si è solo dei cioccolatai. Ricoperti di denaro e di potere, come il cioccolato con la stagnola. Ma sempre e comunque cioccolatai.

“Scambiatevi un’occhiata di pace”, e la farsa si fa tragedia

La gavetta e lo scorrere del tempo sono esemplificati dalla competenza necessaria a risolvere il Cubo di Rubik
La gavetta e lo scorrere del tempo sono esemplificati dalla competenza necessaria a risolvere il Cubo di Rubik