Perché la SEO è importante nella promozione del brand (e viceversa)

Troppo spesso, quando si lavora a un piano di digital markenting per la promozione di un brand online, si tende a ignorare i vantaggi che la SEO potrebbe portare in termini di crescita del marchio stesso. E, dall’altra parte della barricata, si tende a dimenticare che il branding è una parte fondamentale di ogni strategia SEO.

Solitamente, un’analisi SEO “a regola d’arte” si compone di quattro pilastri: ricerca keyword e ottimizzazione contenuti; SEO tecnico; SEO on-site e SEO off-site. In un’ottica “olistica”, però, il campo potrebbe essere allargato a un quinto pilastro: il branding (scarica il nostro ebook gratis). I professionisti della SEO, infatti, tendono a concentrarsi principalmente sulle chiavi di ricerca “non-branded”, ignorando invece quelle che contengono il nome del marchio al loro interno.

Una tendenza che, però, costa caro sia in termini di crescita del brand sia in termini di ottimizzazione del lavoro. Concentrandosi eccessivamente sulle keyword e contenuti “non-brand” si finisce con il penalizzare eccessivamente il brand. Scopriamo insieme come la SEO può ricoprire un ruolo fondamentale nella promozione del brand (e viceversa).

Perché le chiavi di ricerca brand sono importanti

Come accennato, una strategia SEO completa non dovrebbe prescindere da un’analisi del territorio semantico “brand-focused”. Ossia, la ricerca delle parole chiave sulle quali investire da un punto di vista SEO e SEA dovrebbe focalizzarsi anche sulle keyword di brand. E capire il perché non è troppo complesso.

In un funnel di conversione, le keyword branded si posizionano in uno stato avanzato del processo di acquisto. Solitamente, gli utenti che effettuano ricerche con il nome del marchio sono più interessati ad acquistare i prodotti del brand. Chi, invece, utilizza chiavi non branded è in uno stato più alto e meno vicino alla conclusione dell’acquisto.

Un esempio ci aiuterà a comprendere questo concetto in maniera più semplice e veloce. Immaginate di lavorare per un brand che produce smartphone o altri dispositivi elettronici. Ricerche non-branded come, per l’appunto, “smartphone”, “computer portatili”, “TV” o “laptop 14 pollici” rientrano nel novero delle cosiddette keyword informazionali: si tratta di chiavi che gli utenti utilizzano per cercare informazioni sul prodotto. Ricerche branded come “iPhone”, “smartphone Samsung” o “smart TV LG” rientrano invece tra le keyword transazionali: queste chiavi di ricerca sono solitamente utilizzate dagli utenti in una fase avanzata del processo di scelta dei prodotti da acquistare, permettendo così di intercettare più facilmente possibili clienti.

Insomma, il tasso di conversione delle parole di ricerca transazionali è più elevato rispetto a quelle informazionali. E, per questo, le keyword branded dovrebbero essere guardate con sempre maggior interesse da qualunque persona interessata a far crescere il volume d’affari online del proprio marchio.

Come far crescere la brand awarness (con la SEO e non solo)

Prima che gli utenti arrivino a cercare il nostro brand online, però, è necessario che il marchio sia conosciuto. Per questo, è necessario investire nella brand awareness online, in modo che un numero sempre crescente di utenti mostri interesse nei nostri confronti (e nei confronti dei nostri prodotti).

La stessa SEO è di capitale importanza nell’ottica di far crescere la brand awareness online, ma da sola non può bastare. Campagne di content marketing possono infatti aiutare a far conoscere il marchio e i prodotti, ma potrebbero non essere sufficienti per spingere gli utenti a convertirsi in clienti.

Tra le attività che permetterebbero di ottenere i migliori risultati sul fronte della promozione del marchio online troviamo sicuramente la SEA e l’advertising online in generale. Ma non sono le uniche.

  • Pubblicità online. Campagne di targeting contestuale e targeting demografico consentono di raggiungere facilmente, e con un investimento anche contenuto, fasce di pubblico in linea con i nostri obiettivi di crescita. In questo modo sarebbe possibile far crescere la notorietà del brand spendendo “il giusto”;
  • Influencer marketing. Gli influencer e i creator rappresentano un’altra leva da poter sfruttare nel processo di accrescimento della brand awareness del nostro marchio. Individuando 2 o 3 “personaggi social” e trasformando in ambassador del marchio e dei prodotti sarà possibile ottenere ritorni non solo in termini di notorietà, ma anche di vendite;
  • Digital PR. Investendo in attività di Public Relationship sarà possibile “parlare” direttamente con la nicchia di pubblico che più interessa. Scegliendo riviste e magazine del nostro settore, infatti, avremo la certezza di rivolgerci a un pubblico interessato tanto al nostro marchio che ai nostri prodotti. Sarà così possibile accrescere la brand awareness a “colpo sicuro” e, allo stesso tempo, migliorare il posizionamento SEO grazie all’acquisizione di preziosissimi link in ingresso.