Il giardino si fa opera d’arte: la mostra è solo in Realtà Aumentata

“Seeing the Invisible” è un exhibit sul tema della natura, l’ambiente e della tecnologia: coinvolge 10 oasi botaniche in 8 Paesi al mondo

‘’Seeing the Invisible’’ è una mostra d'arte contemporanea in realtà aumentata
‘’Seeing the Invisible’’ è una mostra d’arte contemporanea in realtà aumentata

La Realtà Aumentata come forma d’arte, ma anche come strumento per goderne. È il concetto alla base di Seeing the Invisible”, una mostra d’arte contemporanea in realtà aumentata avviata nel 2021 dai Jerusalem Botanical Gardens in collaborazione con Outset Contemporary Art Fund con il sostegno della Jerusalem Foundation, che nel 2022 giunge alla seconda edizione.

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‘’Seeing the Invisible’’ è una mostra d'arte contemporanea in realtà aumentata
‘’Seeing the Invisible’’ è una mostra d’arte contemporanea in realtà aumentata

Tutti i parchi che partecipano al progetto

La mostra è la prima nel suo genere a essere sviluppata in collaborazione con giardini botanici di tutto il mondo, e per la prima edizione è stata visitabile in dodici diversi giardini.

La seconda edizione, inaugurata a ottobre 2022, coinvolge invece dieci giardini botanici in 8 Paesi: in Australia aderisce l’Adelaide Botanic Garden, negli Stati Uniti il Garden at Elm Bank in Massachusetts, i Marie Selby Botanica Gardens in Florida e il Lady Bird Johnson Wildflower Center in Texas.

A Singapore tocca ai Gardens by the Bay, in Sud africa sono i Walter Sisulu Botanica Garden, in Canada a ospitare la mostra è il Museo di Arte Contemporanea. Unico giardino botanico europeo, i Giardini Nazionali di Atene. A questo si aggiunge il partner primario, i Jerusalem Botanica Gardens.

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Un’App per immergersi nelle opere d’arte

Curata da Hadas Maor e Tal Michael Haring, “Seeing the Invisible” si basa su un principio di condivisione e personalizzazione delle opere, reso possibile proprio grazie alla realtà aumentata e all’App per smartphone sviluppata appositamente per questo progetto.

Tutti e dieci i giardini botanici che collaborano al progetto funzionano da “contenitori” per le stesse opere in AR, ma ogni singolo pezzo è integrato nei differenti ambienti e contesti, e la visione regala un’esperienza diversa e unica.

Ciò che si può vedere ai giardini botanici di Gerusalemme è differente da quello che il visitatore può osservare ai Giardini Nazionali di Atene o ai Gardens by the Bay di Singapore.

L’App è basata su un sistema GPS che individua la posizione del visitatore in tempo reale all’ingresso di ciascuno dei giardini che aderiscono al progetto, presentandone la mappa con il percorso espositivo e le posizioni delle opere d’arte AR.

Camminando lungo il percorso designato, una volta che un visitatore raggiunge fisicamente le vicinanze di un’opera l’App invia un alert accompagnato dalle istruzioni per puntare la fotocamera dello smartphone verso il suolo e avviare così l’esperienza.
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Una seria riduzione dell’impronta di carbonio

Più che una mostra si tratta dunque di una vera e propria esperienza digitale immersiva, offerta in un contesto evocativo come i giardini botanici.

Una forma d’arte che, grazie alla Realtà Aumentata, diventa accessibile a tutti, senza arrecare danno agli ecosistemi e riducendo anche al minimo l’impronta di carbonio.

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‘’Seeing the Invisible’’ è una mostra d'arte contemporanea in realtà aumentata
‘’Seeing the Invisible’’ è una mostra d’arte contemporanea in realtà aumentata

Le connessioni tra natura, arte e tecnologia

Il fil-rouge d’altronde si snoda tra l’ambiente e la sostenibilità, per un’esperienza che esplora i confini e le connessioni tra arte, tecnologia e appunto natura.

L’obiettivo è stimolare riflessione e dibattito su ogni singola tema, creando spazi ed esperienze in cui gli spettatori possono immergersi in contemplazione.

La realtà aumentata gioca un ruolo chiave nel progetto anche per la fruizione della mostra in sé.

Chi visita i giardini botanici per osservare le opere viene infatti invitato a esplorare i giardini senza limitarsi a presentarsi davanti all’opera, e di usare l’App non solo per visualizzarla ma anche per interagirvi e osservare il proprio impatto.

Ed è proprio l’interazione a rendere l’esperienza ancora più completa: la mostra non può essere visitata online ma soltanto presentandosi nei giardini, e l’invito è a “contemplare anche le nozioni contemporanee relative al luogo e al non luogo, ai regni fisici e digitali”.

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‘’Seeing the Invisible’’ è una mostra d'arte contemporanea in realtà aumentata
‘’Seeing the Invisible’’ è una mostra d’arte contemporanea in realtà aumentata

La Realtà Aumentata per superare i confini

L’impiego della realtà aumentata nel campo della cultura e dell’arte è esponenzialmente aumentato negli ultimi due anni, per ragioni molto diverse tra loro ma complementari.

Da un lato la pandemia di COVID-19, che ha spinto i poli artistici e culturali a trovare modi nuovi e innovativi per coinvolgere i visitatori superando distanze e lockdown, dall’altro la volontà di sfruttare la tecnologia per rendere le esperienze ancora più immersive e coinvolgenti e raggiungere sempre più persone.

La possibilità di osservare un’opera d’arte digitale attraverso lo schermo di uno smartphone si coniuga però alla necessità di presentarsi fisicamente nei luoghi in cui le opere stesse vengono esposte, che non sono più soltanto musei e gallerie ma parchi, quartieri e altri ambienti urbani che si trasformano in musei a cielo aperto a disposizione di chiunque abbia uno smartphone o un tablet.

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‘’Seeing the Invisible’’ è una mostra d'arte contemporanea in realtà aumentata
‘’Seeing the Invisible’’ è una mostra d'arte contemporanea in realtà aumentata