Attenzione al… fruttosio anziché ai valori del colesterolo
Attenzione al… fruttosio anziché ai valori del colesterolo
Bisogna stare in guardia dall’elevato consumo di zuccheri: prove crescenti indicano in effetti un aumento di incidenza delle malattie croniche
Il perché si debba prestare attenzione agli zuccheri anziché ai livelli di colesterolo è legato a prove crescenti che indicano come il consumo di fruttosio sia legato a un aumento dell’incidenza di malattie croniche.
Mentre in passato ci sono state parecchie ricerche in merito all’assunzione di grassi associata a malattie croniche, il consumo di zucchero è diventato una delle principali preoccupazioni in relazione a patologie cardiovascolari e metaboliche.
Biochimicamente, gli zuccheri sono costituiti da monosaccaridi (glucosio, fruttosio, galattosio) e disaccaridi (saccarosio, maltosio, lattosio), esclusi gli oligosaccaridi.
Si trovano naturalmente in alcuni alimenti, come frutta e verdura, in coesistenza con altri micronutrienti e, pertanto, hanno un valore “nutrizionale”.
Lo stesso non si può dire della farina raffinata, che gli altri micronutrienti li toglie per poi “rivenderli” come integratori.
Al contrario, gli zuccheri aggiunti, che includono quelli raffinati, miele, sciroppi e altri dolcificanti calorici addizionati agli alimenti o ai pasti durante la lavorazione o a casa, non forniscono benefici nutrizionali.
Le bevande zuccherate includono bibite, succhi di frutta, beveroni energetici, eccetera.
Sebbene fruttosio e glucosio abbiano effetti “caloricamente” simili, hanno metabolismi notevolmente diversi nel corpo umano.
Infatti, dopo l’assorbimento, sia il fruttosio che il glucosio vengono assimilati nella circolazione del sangue e raggiungono il fegato.
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Importante: così lo zucchero stimola la secrezione di insulina
L’aumento del glucosio nel sangue stimola la secrezione di insulina, portando ad un suo maggiore assorbimento nei muscoli e nel tessuto adiposo, aumenta la sintesi di glicogeno, accresce la sintesi degli acidi grassi (una via metabolica della cellula che genera acido palmitico, un acido grasso saturo a 16 atomi di carbonio) nel tessuto adiposo e induce la produzione di una proteina (lipoproteina lipasi) nei muscoli e nel tessuto adiposo.
Il fruttosio, invece, non stimola la secrezione di insulina nella stessa misura e viene assorbito principalmente nel fegato, dove stimola la lipogenesi (o sintesi degli acidi grassi).
Esso produce acidi grassi saturi, che negli individui obesi e resistenti all’insulina (cioè insulino-resistenti o affetti da diabete di tipo 2) può fornire fino al 50 per cento degli acidi grassi saturi sotto forma di trigliceridi.
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Il “colesterolo cattivo” ha un’origine ben precisa: i trigliceridi
Ed è dai trigliceridi che proviene il “colesterolo cattivo”.
Nel 2014, un lavoro scientifico ha dimostrato che questo può essere aterogeno (ossia di fattore o sostanza, capace di favorire la comparsa di lesioni) tanto quanto i grassi saturi della dieta.
Ma c’è di più: le ricerche confermano che gli zuccheri aggiunti sono causa di ipertensione mediata dall’aumento dell’acido urico (che non viene da un eccesso di proteine, bensì dal fruttosio!).
L’acido urico è una molecola organica di origine naturale, si forma nei tetrapodi come sottoprodotto del metabolismo delle purine (la purina è una molecola organica eterociclica aromatica).
La ricerca scientifica concorda sul fatto che l’eccesso di zucchero nella dieta provoca anche un aumento di peso e obesità in eccesso, la dislipidemia (aumento di trigliceridi e di colesterolo LDL), l’insulino-resistenza e diabete mellito (tipo 2) nonché la steatosi epatica non alcolica.
Nel 2015, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha quindi raccomandato (onde ridurre l’onere delle malattie croniche non trasmissibili) di limitare l’assunzione di “zucchero libero” (zuccheri aggiunti e zuccheri naturalmente presenti nel succo e nei concentrati di frutta) in bambini e adulti a meno del 10 per cento dell’apporto energetico totale e idealmente.
E a meno del 5 per cento per ulteriori benefici per la salute.
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Dà problemi una dieta senza grassi per il “rischio colesterolo”
Ma se si fa una dieta senza grassi perché vi hanno terrorizzato circa i rischi cardiovascolari del colesterolo, vuol dire che mangiate molti più zuccheri raffinati (le chilocalorie dei grassi sono doppie rispetto ai carboidrati).
E i carboidrati raffinati e gli zuccheri aggiunti aumentano il rischio aterogeno perché producono grassi saturi.
E non è il “finto light” che vi può salvare, perché ciò che ha pochi grassi ha sempre molti zuccheri nascosti: quindi occorre imparare a diffidare della pubblicità e a leggere le etichette degli alimenti.
Non è curioso che in Paesi civili come il nostro, alcune delle raccomandazioni dell’OMS non vengano seriamente messe in pratica?
E che i consigli nutrizionali o di dieta praticamente manchino nel rapporto tra medico e paziente?
Perché sullo zucchero e sulla farina raffinata sono almeno tre le raccomandazioni: 1) ridurre il rischio cardiovascolare; 2) ridurre diabete e obesità e sindrome metabolica; 3) ridurre la possibilità che si sviluppi un tumore (che di zucchero si nutre).
E di queste patologie, i suggerimenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono sempre i medesimi tre, in sequenza: 1) modificare la dieta in senso di indice e carico glicemico/insulinemico; 2) insegnare alle persone a fare attività fisica in quanto il movimento obbliga lo zucchero ad entrare nel muscolo per fare “da benzina”; 3) se tutto questo non funziona, usare i farmaci, ma come terza scelta, e non come unica.
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Glucosio e farina generano… 8 volte la dipendenza della droga
Ci si rende conto che togliere lo zucchero (e la farina raffinata) dalla dieta sia difficile perché genera 8 volte più dipendenza della cocaina, ma non è con la “pillolina” che si risolvono i problemi.
Dobbiamo svegliarci e diventare i protagonisti attivi della difesa della nostra salute.
Agiamo oggi stesso, perché il costo di farmaci che non curano non ha alcun senso: sono soltanto cerotti sui sintomi, mentre la malattia va avanti e diventa cronica.
E più essa cronicizza, più necessitate di assistenza, di medicine, e di esami o ricoveri o altro.
Come possiamo farlo? Possiamo farlo agendo sulla dieta e liberandoci dalle catene di ignoranza, supponenza, sovraccarico e confusione delle informazioni erronee che ci vengono propinate quotidianamente.
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