È l’economia dei dati a innescare la quarta rivoluzione industriale

Secondo uno studio del WEF, l’uso intelligente dei Big Data creerà il valore di ciò per cui siamo disposti a vivere, lavorare e acquistare...

La gestione dei Big Data sarà determinante per la genesi di nuovi posti di lavoro
La gestione dei Big Data sarà determinante per la genesi di nuovi posti di lavoro

Quali attività nella eurozona hanno il maggior potenziale di impiego? È l’interrogativo cui cerca di rispondere un recente report di Stefan Ellerbeck, editorialista presso il World Economic Forum di Ginevra, uno dei maggiori centri di ricerca socio-economica internazionali.

Precisiamolo subito: con il rilassamento delle restrizioni sanitarie, hanno segnalato una decisa ripresa il turismo e la hospitality, ovvero le attività che gravitano attorno al settore alberghiero.

Ma anche gli analisti dei dati digitali, così come sono ricercati anche gli esperti di Intelligenza Artificiale e Robotica grazie alla ripartenza della “Quarta Rivoluzione Industriale”, l’alleanza tra le capacità digitali e quelle umane nello sviluppo dei processi industriali e produttivi di ultima generazione.

Malgrado le difficoltà socio-economiche dell’ultimo biennio, gli studiosi del WEF segnalano che, tutto sommato, queste non hanno condotto ad un incremento della disoccupazione.

L’osservazione può sorprendere, specie se si considera che la COVID-19 aveva pesantemente inciso su un comparto manifatturiero UE che, avverte l’ufficio statistico di Bruxelles, cioè Eurostat, in termini di valore lordo della produzione industriale nel 2020 era crollato di quasi il 6 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti.

A queste difficoltà si sarebbero dovute aggiungere quelle dovute al perdurante conflitto Russia-Ucraina e che ancora appesantiscono la fattura energetica comunitaria oltre ogni previsione.

Ebbene, avverte il report del World Economic Forum, malgrado questi presupposti tutt’altro che incoraggianti, la economia dell’eurozona nel secondo quadrimestre dell’anno in corso registra un progresso di oltre il 4 per cento su base annua, ed almeno secondo una interpretazione statistica allontana le previsioni di una recessione.

Perché il Bitcoin “pubblico” piace e circola in due Stati sovrani?

Il tasso di disoccupazione nell’area euro e nell’Unione Europea nel corso di due anni fra il giugno 2020 e il giugno 2022
Il tasso di disoccupazione nell’area euro e nell’Unione Europea nel corso di due anni fra il giugno 2020 e il giugno 2022

La disoccupazione nella UE? Dal 12 per cento di Atene e Madrid al 2,4 di Praga

Conferme positive arrivano anche dal tasso di disoccupazione, che su base mensile si attesta sul 6 per cento. (GRAFICO 1)

Naturalmente si tratta di un valore mediano, che parte da un massimo del 12 per cento di senza lavoro in Grecia e Spagna, ed arriva al minimo del 2,4 per cento della Repubblica Ceca.

In generale, osservano gli studiosi del WEF, al momento si conferma che la disoccupazione in Europa è calata dell’1,3 per cento rispetto ai valori del 2021.

Come anticipato all’inizio, sono hospitality e turismo i settori che guidano la ripresa lavorativa nel nostro continente.

Tra il primo quadrimestre 2021 ed il corrispondente periodo nel 2022, Eurostat infatti registra un balzo del 25 per cento degli impieghi nel settore della ristorazione, passati da 1,1 a 1,4 milioni di lavoratori.

Parallelo a questo dato troviamo le mansioni collegate alla assistenza della clientela, i “personal service workers”.

È anch’essa una categoria che gravita sul mondo del turismo, e comprende anche camerieri, baristi e guide di viaggio.

Ebbene, anche in questi ambiti il tasso di occupazione è progredito del 15,6 per cento e ha raggiunto i 7,6 milioni di salariati.

Queste le professioni, osservano gli esperti, che hanno beneficiato degli allentamenti sociali dovuti alla discesa dei contagi pandemici.

Tornando alla graduatoria delle occupazioni vincenti nel dopo pandemia troviamo al terzo posto gli informatici, di cui le ultime rilevazioni confermano un incremento di 9,6 punti percentuali, ed un totale di impieghi che ora si attesta sui 4,5 milioni di addetti.

In controtendenza, con un calo dell’12.6 per cento, ci sono invece le attività che riguardano l’agricoltura, la pesca, e la silvicoltura.

Economia circolare e uso efficace delle risorse in Svizzera

Il grafico delle 10 posizioni lavorative con maggior sviluppo nell’Unione Europea fra i primi quadrimestri del 2021 e del 2022
Il grafico delle 10 posizioni lavorative con maggior sviluppo nell’Unione Europea fra i primi quadrimestri del 2021 e del 2022

Il 40 per cento della forza lavoro dell’eurozona vuole cambiare ramo di attività

Gli studiosi tuttavia invitano ad interpretare queste rilevazioni come anticipatrici di nuove tendenze sociali.

Infatti, ben il 40 per cento della forza lavoro della eurozona oggi è intenzionata non soltanto a cambiare lavoro, ma addirittura a cambiare ramo di attività.

È il risultato dei lunghi periodi di isolamento, i famosi lockdown, che abbiamo sperimentato durante la COVID-19.

Si tratta di una rivoluzione epocale, il “great reshuffle”, come la definiscono gli studiosi

Nel frattempo, tra il desiderio di abbandonare il proprio ufficio e la firma di un nuovo contratto di lavoro molti si convertono al precariato, alla “gig economy”, in cui proprio il settore hospitality offre abbondanti opportunità, specie ai professionisti che sanno portare valore aggiunto grazie alle loro competenze digitali.

Ma oggi questa silenziosa evoluzione delle professioni non è che agli inizi

Il desiderio di cambiare vita presto verrà presto soddisfatto dall’arrivo di nuove attività.

Blockchain, AI e IoT: al via in settembre gli incentivi dell’Italia

Ignazio Cassis, Presidente della Confederazione Elvetica, al World Economic Forum di Davos (Foto: Alexis Maçon/World Economic Forum)
Ignazio Cassis, Presidente della Confederazione Elvetica, al World Economic Forum di Davos (Foto: Alexis Maçon/World Economic Forum)

Ben 97 milioni di nuovi impieghi nell’Unione Europea entro i prossimi tre anni

Entro i prossimi tre anni, anticipano infatti gli esperti, nella eurozona il mercato del lavoro proporrà ben 97 milioni di nuovi impieghi.

A queste mansioni spetterà coordinare le attività tradizionali e quelle digitali che la Intelligenza Artificiale, grazie ad una robotica governata proprio dagli algoritmi numerici, infine tradurrà in plusvalore di prodotto.

Insomma: sarà l’uso intelligente dei dati a creare il valore di ciò per cui noi siamo disposti a vivere, lavorare ed acquistare.

Ecco sintetizzato dalle statistiche di Eurostat elaborate dal WEF il futuro che ci attende, la “quarta rivoluzione industriale”, verso cui siamo in cammino e pronta a trasformare gli 85 milioni di posti di lavoro attualmente disponibili nella UE.

Come sempre, ci saranno occupazioni che vincono ed altre che perdono.

Ma in ogni caso, rassicurano gli esperti del World Economic Forum, gli scompensi di questa transizione saranno controbilanciati dalla creazione di nuove professioni in settori ancora non ipotizzabili.

L’impronta dell’innovazione per attrarre aziende e turismo

Le altissime personalità svizzere e internazionali alla presentazione della
Le altissime personalità svizzere e internazionali alla presentazione della "Digital Trust Label" al World Economic Forum 2022 di Davos