Recepita la Direttiva 2019/907 sui diritti d’autore digitali
Recepita la Direttiva 2019/907 sui diritti d’autore digitali
Copyright: in Italia potrebbe arrivare presto la regolamentazione sulla tutela economica degli autori in virtù della vigenza della normativa UE
Il ministro della cultura Dario Franceschini ha commentato l’adozione da parte del Consiglio dei Ministri dello schema preliminare di decreto legislativo che si propone di fornire una compensazione equa e corretta degli editori per l’uso dei loro articoli da parte di piattaforme online, social network inclusi. Si punta a rafforzare la tutela degli autori tramite l’adozione di norme chiare e meccanismi trasparenti, dando il giusto rilievo a questi creatori di contenuti.
“Nell’elaborare questo provvedimento, condiviso con tutte le realtà del settore, si è deciso di prediligere la tutela degli autori, dando loro il giusto rilievo. Senza il gesto creativo, non esisterebbe contenuto: di questo bisogna tener conto lungo tutta la filiera del settore, tanto più considerando il notevole salto tecnologico conosciuto negli ultimi anni. Il valore autoriale, così come quello degli artisti interpreti ed esecutori, dev’essere difeso anche attraverso la maggior trasparenza da parte delle piattaforme digitali”.
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Cosa prevede il provvedimento sui diritti d’autore digitali?
Il provvedimento, che andrà in esame in Parlamento e verrà soggetto alle dovute discussioni, verrà messo a punto con un testo ufficiale a cura del Ministero della Cultura e dipartimento per l’editoria dopo aver ascoltato le associazioni di categoria.
Il provvedimento vorrebbe che le piattaforme online, social inclusi, abbiano l’obbligo di ottenere un’autorizzazione da parte dei titolari dei diritti nel momento in cui vengono condivise opere protette dal diritto d’autore. Unica eccezione sono le enciclopedie online e i testi di divulgazione scientifica o didattica.
Ci potrebbero essere anche delle novità anche per quanto riguarda gli editori dei giornali per l’uso online dei contenuti da parte dei prestatori di servizi delle società d’informazione, di monitoraggio media e rassegne stampa: in base alle normative, gli editori possono fare accordi per vedersi riconosciuto un compenso equo. Potrebbe inoltre essere prevista una quota dei proventi attribuiti agli editori perfino ai giornalisti. Questa legge non si applicherebbe in caso di uso privato o non commerciale, e nemmeno in caso di collegamenti ipertestuali o estratti molto, molto brevi.
Si tratta ancora di un progetto preliminare, e dunque abbastanza vago nel suo articolarsi, ma che mette davanti a tutto i diritti di una categoria fino a questo momento messa in ombra dalle regole della divulgazione a tutti i costi.
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