Sustainable Product Policy Initiative: nuovi materiali e politiche UE

Prodotti sostenibili ed economia circolare dovranno diventare la norma: sintesi dell’ultimo pacchetto di misure varate dalla Commisione Europea

Sustainable products: Sustainable Product Policy Initiative
La Sustainable Product Policy Initiative (SPI) punta a rendere i beni fisici presenti sul mercato europeo più rispettosi dell'ambiente, circolari ed efficienti (Foto: iStock)

Obsolescenza programmata è un termine complicato per definire una realtà che ognuno di noi conosce fin troppo bene. I prodotti che utilizziamo ogni giorno, computer, smartphones, elettrodomestici, mobili e così via, sono “programmati” per durare poco tempo ed essere sostituiti. Questo ha un costo elevatissimo in termini di risorse, inquinamento e naturalmente, spesa per il consumatore. 

L’Unione Europea ha deciso di provare a cambiare drasticamente rotta, varando un pacchetto di misure che puntano a rendere più sostenibili e duraturi i prodotti, in modo da raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica e circolarità entro il 2030 – il cosidetto “Green Deal” europeo. Vediamo di che cosa si tratta.

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Sustainable products: obsolescenza programmata
L’obsolescenza programmata consiste nel progettare i prodotti in modo da avere una vita utile limitata, con un impatto notevole sull’ambiente (Foto: Pexels)

Uscire dal modello “estrarre-usare-sostituire”

L’attuale modello economico basato sul principio di “estrarre-usare-sostituire” è dannoso per l’ambiente, la biodiversità e il clima. Impoverisce le risorse naturali e rende l’Europa dipendente da fonti esterne. Per contrastare questi problemi, l’UE ha deciso di impegnarsi per passare a un modello di economia circolare basato su prodotti più sostenibili.

La Sustainable Product Policy Initiative (SPI) consiste in una serie di norme volte a rendere “quasi tutti i beni fisici presenti sul mercato dell’UE più rispettosi dell’ambiente, circolari ed efficienti sotto il profilo energetico lungo l’intero ciclo di vita, dalla fase di progettazione fino all’uso quotidiano, al cambio di destinazione e alla gestione del fine vita”.

In altre parole si tratterebbe di “programmare” i prodotti di uso comune per durare di più ed essere sostenibili sin dalla fase di progettazione, che genera fino all’80 per cento dell’impatto ambientale del prodotto durante il ciclo di vita. 

Un approccio molto diverso, se non opposto, a quello di oggi, che nel migliore dei casi si concentra sul “fine vita” dei prodotti e sul loro riciclo.

Frans Timmermans, Vicepresidente Esecutivo per il Green Deal europeo, ha dichiarato: “È giunto il momento di porre fine al modello “prendi, produci, rompi e getta”, così dannoso per il nostro pianeta, la nostra salute e la nostra economia. Le proposte odierne garantiranno che solo i prodotti più sostenibili siano venduti in Europa e consentiranno ai consumatori di risparmiare energia, riparare e non sostituire i prodotti rotti e compiere scelte ambientali intelligenti quando ne acquistano di nuovi”.

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Sustainable products: prodotti sostenibili
Dagli smartphone agli elettrodomestici, tutti i prodotti che utilizziamo hanno un impatto sull’ambiente e devono diventare più sostenibili (Foto: Pexels)

Il settore edilizio e quello tessile sotto i riflettori

Le norme delineate nella Sustainable Product Policy Initiative riguarderanno tutti i prodotti di consumo, ma sono due i settori che si sono guadagnati una menzione speciale.

La produzione tessile in Europa è tra le attività che hanno maggiore impatto sull’ambiente, classificandosi al quarto posto dopo l’alimentazione, l’edilizia e la mobilità. Inoltre, è il terzo settore per l’utilizzo di acqua e suolo, e il quinto per l’utilizzo di materie prime primarie.

La strategia dell’UE per i prodotti tessili sostenibili e circolari vuole affrontare questa problematica, stabilendo un obiettivo ambizioso: entro il 2030 tutti i prodotti tessili immessi sul mercato dell’UE dovranno essere riciclabili, realizzati il più possibile con fibre riciclate e prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell’ambiente. Ciò porterà a tessili di alta qualità e durata, ad una riduzione del fast fashion e a servizi di riutilizzo e riparazione vantaggiosi.

Anche l’edilizia è finita sotto i riflettori. Circa la metà delle risorse estratte e consumate e oltre il 30 per cento dei rifiuti totali prodotti annualmente dall’UE sono attribuibili agli immobili, che rappresentano anche il 40 per cento del consumo energetico e il 36 per cento delle emissioni di gas a effetto serra legate all’energia.

Per questo motivo, nel pacchetto di misure ci saranno nuovi requisiti per fare in modo che i prodotti da costruzione siano più ecologici, più resistenti e facili da riparare e riciclare, oltre a regole più chiare per i produttori e nuovi strumenti digitali per semplificare le cose per le piccole imprese. In sostanza, la revisione renderà il settore delle costruzioni più sostenibile e più facile da gestire.

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Sustainable products: settore tessile
Il settore tessile è terzo in Europa per l’utilizzo di acqua e suolo (Foto: iStock)

Riutilizzare e riciclare: verso un’economia circolare

La Commissione ha basato le proposte contenute nella Sustainable Product Policy Initiative sul successo delle attuali norme dell’UE in materia di progettazione ecocompatibile, che hanno già comportato notevoli vantaggi sia per l’ambiente che per i consumatori.  Solo nel 2021, i requisiti di progettazione ecocompatibile hanno consentito ai cittadini europei di risparmiare 120 miliardi, e hanno comportato una riduzione del 10 per cento del consumo annuo di energia per i prodotti interessati.

Entro il 2030 il nuovo quadro potrà assicurare un risparmio di 132 Mtep di energia primaria, pari a circa 150 miliardi di m3 di gas naturale, quasi equivalenti all’importazione di gas russo nell’UE.

L’approccio dell’UE sarà quindi duplice: da un lato si cercherà di immettere sul mercato prodotti realizzati con materiali e processi di produzione sostenibili, mentre dall’altro si continuerà ad incentivare il riciclo, il riuso e lo smaltimento corretto dei prodotti alla fine del loro ciclo di vita. 

Fortunatamente, sono già diverse le aziende che si stanno muovendo in questa direzione. La New Chemical ad esempio, specializzata nel trattamento delle superfici, ha sposato pienamente l’economia circolare. Grazie alla scelta di ingredienti sostenibili e all’adozione di pratiche che hanno ridotto del 30 per cento la plastica degli imballaggi, rappresenta un modello di business che dimostra un impegno concreto per l’ambiente.

L’economia circolare è la chiave per un futuro sostenibile, e l’Europa sta viaggiando verso prodotti e processi ecocompatibili che possono fare la differenza per il pianeta e i cittadini.

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La "Sustainable Product Policy Initiative" illustrata dalla Commissione Europea

Sustainable products: edilizia
L'edilizia è responsabile del 40 per cento del consumo energetico e del 36 per cento delle emissioni di gas a effetto serra dell'UE (Foto: iStock)