Un anello-edificio a 550 metri d’altezza nella skyline di Dubai
Dallo studio d’architettura Znera Space il progetto di un’inedita struttura residenziale circolare lunga 3 chilometri attorno al Burj Khalifa
Lo studio di architettura Znera Space ha realizzato il progetto di un anello-edificio destinato in potenza a cambiare radicalmente la skyline di Dubai.
L’iniziativa in questione è nota come Downtown Circle ed è sostanzialmente l’idea di un anello abitato a 550 metri di altezza sul livello del mare destinato a circondare il Burj Khalifa, il più celebre nonché più alto grattacielo al mondo.
I progettisti sperano che il progetto possa scuotere le tradizionali concezioni di comunità recintate e di living style all’interno di un grattacielo, risultando peraltro completamente sostenibile e autosufficiente.
I rendering artistici mostrano la scala impressionante della struttura, che i fautori sperano possa abbracciare tutto il centro di Dubai con una circonferenza di tre chilometri.
Sarà suddivisa in unità più piccole, che conterranno abitazioni e spazi pubblici, così come attività commerciali e culturali.
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Cinque pilastri di sostegno e due anelli principali, collegati fra loro da una cintura verde
Secondo le notizie circolate a livello nazionale emiratino, il Downtown Circle è composto da cinque livelli e poggerebbe su altrettanti punti di appoggio, o pilastri, conficcati nel terreno sabbioso.
L’enorme campata del cerchio stesso sarebbe composta da due anelli principali tenuti insieme da una cintura verde continua, chiamata Skypark, che collegherebbe verticalmente tra di loro i vari piani, creando un ecosistema ecologico urbano tridimensionale e interconnesso.
Downtown Circle è stato immaginato dai due architetti durante la pandemia di coronavirus, evento che ha fatto nascere in loro l’intuizione di ripensare il modo in cui viviamo nelle città, in particolare nei grattacieli.
L’ambizioso progetto è stato elaborato da Najmus Chowdhry e Nils Remess, co-fondatori di Znera Space, due specialisti della progettazione edilizia, che spesso si concentrano su un’architettura sperimentale che esplori i confini sociali e che affronta le questioni ambientali chiave.
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Najmus Chowdhry: “In un fitto tessuto urbano, c’è un’alternativa per le comunità recintate”
“Volevamo andare alle basi del modo in cui le comunità recintate sono state create come ambienti congegnati secondo uno sviluppo essenzialmente orizzontale”, ha racconta Najmus Chowdhry al quotidiano The National, pur senza rammentare le analogie con il concept museale della Dubai Future Foundation.
“Ma qui a Dubai ciò non è possibile a causa del fitto tessuto urbano. Il modo migliore per esplorare e mettere in pratica questo concetto era proprio quello della nostra Downtown”.
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Nils Remess: “Nella nostra riflessione al centro i rifiuti, il cibo, il traffico e l’inquinamento”
“L’idea era quella di una città verticale”, ha aggiunto Nils Remess, senza infingimenti e senza ricorrere a perifrasi.
“Quando il COVID-19 ha colpito duramente la nostra società, abbiamo riflettuto molto sull’idoneità delle attuali abitazioni ‘collettive’, su come cambiare le cose e come creare una migliore pianificazione urbana”.
E ancora. “Abbiamo preso in considerazione aspetti come lo smaltimento dei rifiuti, la produzione di cibo, i problemi di traffico e l’inquinamento. Abbiamo messo insieme tutte queste cose e siamo arrivati al nuovo concetto del Downtown Circle”.
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