Perché a Bologna l’Università ONU su AI, Big Data e sul clima

Sì delle Nazioni Unite all'idea dell’Emilia-Romagna di un ateneo sull’Intelligenza Artificiale per gestire i cambiamenti dell'habitat umano

Università ONU: la sede centrale dell'Università dell'Organizzazione delle Nazioni Unite a Tokyo in Giappone
La sede centrale dell’Università dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a Tokyo in Giappone

Adesso anche un’Università ONU: l’Emilia-Romagna è sempre più un centro d’eccellenza internazionale per la ricerca, la scienza, l’Intelligenza Artificiale e i Big Data.
Il Consiglio dell’Università delle Nazioni Unite ha infatti accolto la proposta della Regione, presentata insieme al Ministero degli Affari Esteri italiano nel dicembre 2020, di istituire al Tecnopolo di Bologna un nuovo istituto della United Nations University dedicato ai Big Data e all’Intelligenza Artificiale per la gestione del cambiamento dell’habitat umano.
Lo ha annunciato il Presidente Stefano Bonaccini, cui il Rettore UNU, David Malone, ha comunicato ufficialmente in una lettera la decisione assunta nella 78esima seduta del Consiglio dell’Università ONU.
Si tratta di un via libera che chiude con parere positivo l’istruttoria tecnica avviata sul progetto della Regione, definito insieme all’Università di Bologna, e presentato dalla Farnesina per conto dell’Emilia-Romagna.

Il Tecnopolo accende il super computer per illuminare il futuro

Università ONU: l’Istituto UNU "Big Data e Intelligenza Artificiale per la Gestione del Cambiamento dell'Habitat Umano" o IBAHC troverà sede all’interno del Tecnopolo di Bologna
L’Istituto UNU “Big Data e Intelligenza Artificiale per la Gestione del Cambiamento dell’Habitat Umano” o IBAHC troverà sede all’interno del Tecnopolo di Bologna

Che cosa farà l’UNU “Big Data e Intelligenza Artificiale per la Gestione del Cambiamento dell’Habitat Umano”?

Che cosa farà l’Istituto UNU “Big Data e Intelligenza Artificiale per la Gestione del Cambiamento dell’Habitat Umano” o IBAHC, in sigla?
Il nuovo istituto, che avrà come partner istituzionale l’Università di Bologna e opererà nel contesto accademico che comprende tutti gli atenei con sede in Emilia-Romagna (l’Università di Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma, Cattolica di Piacenza e il Politecnico di Milano) potrà anche contare sul sostegno del Centro per la Conservazione del Patrimonio Sostenibile (SHeC) dell’Università per Stranieri di Perugia e della Rete delle Cattedre UNESCO del Mediterraneo.
Utilizzerà il supercalcolo, i Big Data e l’Intelligenza Artificiale per studiare i cambiamenti dell’habitat umano indotti dal climate change, con un’attenzione specifica ai complessi problemi del cosiddetto “Global South” e alle trasformazioni sociali, economiche e culturali che si stanno verificando come conseguenza di una serie di fattori quali l’urbanizzazione, le migrazioni internazionali e interne, le sfide e le opportunità sociali ed economiche generate dall’innovazione tecnologica.

Il Tecnopolo di Bologna al centro della rivoluzione digitale

Università ONU: la sede centrale dell'Università dell'Organizzazione delle Nazioni Unite a Tokyo in Giappone
La sede centrale dell’Università dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a Tokyo in Giappone

Dinamiche complesse, però corrispondenti a moltissimi degli obiettivi dell’Agenda delle Nazioni Unite 2030

Si tratta di dinamiche complesse, che corrispondono a molti degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile e che assumono un interesse particolare se riferite all’area del Mediterraneo, che costituisce un sistema ambientale unico a livello globale, per le sue caratteristiche geografiche, il suo ambiente naturale, le sue società e le sue culture.
Centrale per l’Istituto sarà lo sviluppo di attività innovative, intersettoriali e transdisciplinari di ricerca e istruzione superiore in una duplice prospettiva.
La prima riguarda la necessità di anticipare le conseguenze del cambiamento climatico sulle società e sulle comunità umane in tutti i suoi aspetti fisici, socioeconomici, culturali e sanitari.
La seconda chiama in causa il ruolo che le nuove tecnologie, in particolare l’elaborazione ad alte prestazioni (HPC), possono giocare nella comprensione e nella valutazione di complessi problemi globali, grazie a potenti simulazioni e analisi di grandi quantità di dati.
La combinazione delle due prospettive consentirà agli scienziati di svolgere attività di ricerca e istruzione di alta qualità basata sui dati, nel campo della sostenibilità e dei cambiamenti climatici, per fornire consulenza scientifica indipendente e sostegno alle politiche per lo sviluppo sostenibile globale e affrontare le sfide delle transizioni verdi e digitali.

Inaugurato a Bologna il Data Center del Centro Meteo Europeo

Università ONU: l’Istituto UNU "Big Data e Intelligenza Artificiale per la Gestione del Cambiamento dell'Habitat Umano" o IBAHC troverà sede all’interno del Tecnopolo di Bologna
L’Istituto UNU “Big Data e Intelligenza Artificiale per la Gestione del Cambiamento dell’Habitat Umano” o IBAHC troverà sede all’interno del Tecnopolo di Bologna

Nel 2024 giungerà anche l’innovativo Centro dell’ONU per la Resilienza delle Coste ai Cambiamenti Climatici

L’IBAHC esplorerà prospettive rivoluzionarie a supporto di nuove sinergie per il collegamento di competenze, laboratori e infrastrutture R&I a livello globale.
L’obiettivo sarà quello di comprendere e anticipare l’impatto sociale dei cambiamenti climatici nel contesto delle sfide scientifiche, tecnologiche, industriali, ambientali, sociali ed economiche future ed emergenti legate alla transizione verso un pianeta più sostenibile per migliorare la sicurezza, il benessere e la prosperità globali.
Assieme al Centro delle Nazioni Unite per la Resilienza delle Coste ai Cambiamenti Climatici, che sarà ospitato nel Tecnopolo a partire dal 2024, l’infrastruttura bolognese si candida dunque a diventare motore di studio e di ricerca mondiale sul climate change, in perfetta sintonia con quanto previsto dal Patto per il Lavoro e per il Clima.
La tecnologia, i Big Data e l’Intelligenza Artificiale vengono messi a disposizione per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Video, i lavori in timelapse del nuovo Centro Meteo Europeo

Il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in missione a New York, negli Stati Uniti d’America
Il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in missione a New York, negli Stati Uniti d’America

Stefano Bonaccini: “In Emilia-Romagna arriveranno da noi ricercatori, esperti e conoscenze davvero uniche”

“Una notizia straordinaria, che giunge a due anni esatti dalla proposta avanzata d’intesa con il Ministero degli Esteri di candidare l’Emilia-Romagna e il Tecnopolo di Bologna come sede dell’Università delle Nazioni Unite dedicata allo studio dei cambiamenti dell’habitat umano indotti dal cambiamento climatico. Nella nostra regione e in Italia arriveranno ricercatori, esperti e conoscenze davvero uniche, che si aggiungeranno a infrastrutture già oggi di portata internazionale assoluta come il supercomputer Leonardo e il Data Center del Centro Meteo europeo”, ha affermato il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
“Un risultato di squadra, raggiunto grazie all’approfondito lavoro svolto con le tante istituzioni coinvolte e con il fondamentale supporto della United Nations University, e che conferma ancora una volta l’Emilia-Romagna come centro d’eccellenza a livello internazionale per le attività di ricerca, scienza, Intelligenza Artificiale e Big Data. E con la nostra regione il Paese”.
E ancora: “È grazie all’ecosistema accademico, culturale e produttivo del territorio regionale, che mette insieme università, centri di ricerca, cluster per l’innovazione e infrastrutture, che la Data Valley dell’Emilia-Romagna diventa sempre più attrattiva e capace di mettere le proprie competenze a servizio delle sfide future”.
“Insieme all’Assessora Paola Salomoni e allo staff tecnico dell’Assessorato, che ha attivamente contribuito al progetto, insieme al Rettore Giovanni Molari e all’Ateneo di Bologna desidero ringraziare l’allora Ministro Luigi Di Maio, il Consiglio dell’UNU, il Rettore dell’Università e il Segretario Generale delle Nazioni Unite per la fiducia che hanno dimostrato verso l’intero ‘sistema Emilia-Romagna’. E ringrazio l’attuale Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, con il quale siamo già lavoro per realizzare le condizioni che adesso dovranno portare all’arrivo della Università ONU in Italia al Tecnopolo di Bologna…”.

Nascerà a Bologna un gemello digitale della Terra su larga scala

Università ONU: il logotipo dell'Università dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (UNU)
Il logotipo dell’Università dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (UNU)

Prima della città petroniana, in cinquant’anni creati soltanto altri dodici istituti accademici UNU nel mondo

L’Università delle Nazioni Unite (UNU), dall’inglese United Nations University, il braccio accademico dell’ONU, venne creata il 6 dicembre 1973 a Tokyo con l’adozione della Risoluzione 3081 dell’Assemblea Generale, e ha tuttora la propria sede principale nella capitale del Giappone.
L’Università dell’ONU si occupa, a livello accademico e di ricerca, di problemi globali come la sopravvivenza, lo sviluppo ed il welfare, temi che rientrano nelle aree di interesse delle Nazioni Unite e dei suoi Stati membri.
Nonostante lo status di università, l’UNU non è un’Università nel senso tradizionale del termine: essa è soprattutto un centro di ricerca, una think tank del sistema delle Nazioni Unite che raggruppa professori e ricercatori di tutto il mondo e che rappresenta il legame tra l’ONU e la comunità accademica e decisionale internazionale.
L’Università dell’ONU si propone di creare e trasferire conoscenza e di rafforzare le competenze individuali ed istituzionali per far avanzare i principi dello Statuto delle Nazioni Unite.
L’UNU promuove ricerca e programmi educativi nell’ambito dello sviluppo sostenibile, dando un aiuto particolare ai Paesi in via di sviluppo.

Fotogallery, l’infrastruttura delle previsioni del tempo 4.0

Università ONU: David Malone, Rettore dell’Università dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, all’atto di stringere la mano di Ernest Aryeetey, Vice Cancelliere dell'Università del Ghana: Accra accoglie l’Institute for Natural Resources in Africa (UNU-INRA)
David Malone, Rettore dell’Università dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (UNU), all’atto di stringere la mano di Ernest Aryeetey, Vice Cancelliere dell’Università del Ghana: Accra accoglie l’Institute for Natural Resources in Africa (UNU-INRA)

La sede centrale dell’UNU è a Tokyo sotto il controllo di David Malone, con uffici periferici a Bonn, New York e Parigi

L’Università delle Nazioni Unite ha a capo un Rettore, dal primo marzo 2013 il canadese perfettamente bilingue David Malone, direttore accademico ed amministrativo e Sottosegretario Generale dell’ONU.
La sede dell’Università è a Tokyo, dispone di un Vice-Rettorato a Bonn e due uffici di collegamento all’ONU a New York e all’UNESCO a Parigi.
Il consiglio dell’UNU è l’organo direttivo dell’Università ed è composto di 24 membri, tra cui il Segretario Generale dell’ONU e il Direttore Generale dell’UNESCO.
L’Università dell’ONU è composta da istituti e programmi dislocati in 12 Paesi: il Centre for Policy Research (UNU-CPR) a New York, negli Stati Uniti; l’Institute on Comparative Regional Integration Studies (UNU-CRIS) a Bruges, in Belgio; l’Institute for Environment and Human Security a (UNU-EHS) a Bonn, in Germania; l’Institute for Integrated Management of Material Fluxes and of Resources (UNU-FLORES) a Dresda, in Germania; l’Institute for the Advanced Study of Sustainability (UNU-IAS) a Tokyo, in Giappone; l’International Institute for Global Health (UNU-IIGH) a Kuala Lumpur, in Malaysia; l’Institute for Natural Resources in Africa (UNU-INRA) ad Accra, in Ghana; l’Institute for Water, Environment and Health (UNU-INWEH) ad Hamilton, in Canada; l’Institute in Macau (UNU Macau) a Macao, in Cina; il Maastricht Economic and Social Research and Training Institute on Innovation and Technology (UNU-MERIT) a Maastricht, nei Paesi Bassi; il World Institute for Development Economics Research (UNU-WIDER) a Helsinki, in Finlandia.

La Data Valley Emilia-Romagna è sempre più realtà tangibile…

La presentazione del Big Data Technopole di Bologna di Stefano Accorsi

Università ONU: l’Istituto UNU
L’Istituto UNU "Big Data e Intelligenza Artificiale per la Gestione del Cambiamento dell'Habitat Umano" o IBAHC troverà sede all’interno del Tecnopolo di Bologna