Blockchain: consapevolezza, fiducia e selezione per maneggiarla

Cerchiamo di dipanare la nebbia e di sfatare alcuni falsi miti riguardo il mondo Web3, grazie all’Osservatorio del Politecnico di Milano

Blockchain: il pubblico del convegno “Blockchain & Web3: Time to build” organizzato del Politecnico di Milano
Il pubblico del convegno “Blockchain & Web3: Time to build” organizzato del Politecnico di Milano

Prendiamo spunto dai risultati della ricerca raccolti nel 2022 dall’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano per compiere una ricognizione della tecnologia di registro distribuito o registro condiviso.
In pochi decenni abbiamo assistito ad almeno tre rivoluzioni epocali: il Web 1.0 ci ha consentito la facile fruizione dell’informazione in maniera globale; il Web 2.0 ci ha permesso di trasformarci da spettatori passivi a creatori di contenuti condivisibili; infine, l’ultimo grande salto paradigmatico: ci viene concesso, oltretutto, di co-creare, essere proprietari e scambiare in modo condiviso, distribuito, sicuro e trasparente asset digitali.
La portata di questa evoluzione è oggetto speculativo di filosofi, economisti e addetti ai lavori.
Se il pungolo di questo incipit può essere attribuito al desiderio di maggiore fiducia, alcuni degli effetti appartengono ancora al dominio delle visioni.
Una cosa è certa: questa mutazione vitale sta impattando anche su di noi, cambia le nostre percezioni, menti, linguaggi.
Per descrivere nuove entità servono nuovi linguaggi e nuovi schemi di pensiero. E stiamo ancora scrivendo l’ontologia.
Periodicamente andiamo incontro a queste mutazioni e diventa essenziale acquisire consapevolezza tramite una divulgazione di qualità e un’educazione appoggiata da sperimentazione.

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Blockchain: la sede del Rettorato del Politecnico di Milano in Piazza Leonardo Da Vinci
La sede del Rettorato del Politecnico di Milano in Piazza Leonardo Da Vinci

La lezione di Leonardo da Vinci sul rapporto sempre biunivoco fra pratica e teoria

Come ci ricorda Leonardo da Vinci “Non v’a bona teoria senza bona pratica e non v’a bona pratica senza bona teoria”.
Abbiamo bisogno di metodi, usati con arte e sapienza marziale, che ammorbidiscono le naturali resistenze verso una tecnologia nuova all’apparenza complicata e che ci guidino dolcemente verso il cambiamento.
Nel mondo globale, dove l’innovazione fa la differenza, è necessario creare e diffondere conoscenza e competenza; anche attraverso innovazione digitale.
Visto il proliferare in numero delle piattaforme questa evoluzione si manifesta con una sorta di selezione “net-darwiniana” in cui prevale ciò che è più veloce, sicuro, efficace ed eco-sostenibile.
Nonostante alcune esperienze fallimentari, come il tracollo degli FTX o il caso Terra-Luna, l’interesse per la tecnologia Blockchain e le relative applicazione non è scemata, semmai continua anelando ad una maggiore sicurezza e chiarezza.
La comprensione di cosa non ha funzionato passa anche dalla sperimentazione.

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Tre sottoinsiemi: Internet of Value, Blockchain for business e Decentralized Web

Nel 2022 sono stati portati avanti 278 progetti Blockchain di aziende e pubblica amministrazione nel mondo (+13 per cento rispetto al 2021).
Dal 2016 al 2022 abbiamo assistito a 2.033 iniziative, 1.046 delle quali sono progetti avviati.
Dei 278 progetti nel 2022, 100 appartengono all’applicazione di Internet of Value, 67 a Blockchain for Business e 111 al Decentralized Web.
Le applicazioni derivanti da questa nuova tecnologia si dividono in tre sottoinsiemi principali: Internet of Value, Blockchain for Business e Decentralized Web.

a) Internet of Value: il 28 per cento delle applicazioni riguarda lo scambio di valore

Internet of Value riguarda lo scambio di valore: le criptovalute, stablecoin e CBDC (monete virtuali promosse dalle banche centrali).
Le IoV rappresentano il 28 per cento delle applicazioni e nonostante abbia visto il ridimensionamento degli investimenti in marketing (pensiamo al “Criptowinter”) non smette di suscitare interesse verso attori istituzionali come le banche.
Aumenta anche l’interesse da parte di aziende e merchant.
Come prospettiva potremmo avere Digital Euro fra 18 mesi, accompagnati da una regolamentazione chiara e completa; 59 banche su 100 hanno compreso l’importanza e la potenza del modello, tanto da attivare progetti di IoV.
In attesa di una legittimazione ufficiale, l’Unione Europea ha approvato ufficialmente la Markets in Cripto-Assets Regulation (MICAR), definendo regole per gli attori legati ai cripto-asset.
Anche l’Italia si è mossa creando una sezione speciale del registro OAM (Organismo degli Agenti e Mediatori Creditizi) con lo scopo di censire tutti gli erogatori di servizi legati alle valute digitali.
Palazzo Chigi ha inserito nella Legge di bilancio 2023 alcuni aspetti relativi alla tassazione inerenti ad attività finanziarie con scambi in criptovalute.

b) Blockchain for Business: rimane la parte prevalente della torta al 54 per cento

Questo tipo di applicazioni persegue obiettivi quali la verificabilità dei dati, il coordinamento e la realizzazione di processi affidabili ed efficienti.
Il tema è semplificare l’accesso, la condivisione dei dati garantendone trasparenza e immutabilità oltre che l’implementazione e la realizzazione di processi affidabili attraverso gli smart contract.
Immersi in cambiamenti continui di logica appaiono rilevanti la regolamentazione e la sostenibilità ambientale; ricordiamo la mutazione di Ethereum con il passaggio del meccanismo di consenso da Proof-of-Work a Proof-of-Stake.

c) Decentralized Web alla riscossa con App decentralizzate e Non-Tangible Token

Infine, la terza macro area è incarnata dal Decentralized Web.
Abbiamo assistito alla sua esplosione (+98 per cento rispetto al 2021), in virtù di progetti che si avvicinano al paradigma Web3 con lo sviluppo di DAPP (applicazioni decentralizzate) e delle iniziative legate agli NFT.
Uno sguardo al mercato italiano: cresciuto del 50 per cento tra il 2021 e il 2022 (con un valore di 42 milioni di euro), dove vediamo una nuova entrata del settore Fashion e Retail che rappresenta il 23 per cento degli investimenti, secondo soltanto al Finance (che pesa per il 36 per cento del totale).
Al terzo posto abbiamo il settore automobilistico (10 per cento) e la pubblica amministrazione (7 per cento): 222 progetti (125 nel 2021), di cui 129 start up (90 nel 2021).

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Blockchain: la sede della Banca d’Italia a Palazzo Koch in Via Nazionale a Roma
La sede della Banca d’Italia a Palazzo Koch in Via Nazionale a Roma

Alessandra Perrazzelli: “Anche per la Banca d’Italia è un processo di apprendimento”

Riportiamo in sintesi il punto di vista di Alessandra Perrazzelli, Vice Direttrice della Banca d’Italia e membro del SSM superior Board della BCE: “… Stiamo valutando naturalmente tutti i costi, i rischi e i benefici che derivano dall’utilizzo di soluzioni DLT e questa nostra attività si snoda in tre ambiti diversi… le sperimentazioni su trigger solution e interoperabilità… l’attenzione è posta alla governabilità di queste soluzioni… la seconda linea di azione riguarda tutte le attività di regolamentazione, supervisione e vigilanza… Tale regolamentazione nasce dal dialogo con le aziende e deve essere anche per noi un processo di apprendimento… i nostri criteri fanno sempre riferimento all’affidabilità della governance, alla robustezza dei meccanismi di regolamento, all’interoperabilità con le altre piattaforme, certezza e sicurezza dell’operatività e tutela della clientela…”.
Questa tecnologia ha dato una forte spinta alla collaborazione e alla condivisione di informazioni, introducendo il concetto di “multiparti” che cooperano e competono.
Nei processi il valore aggiunto diventa una tracciabilità trasparente e condivisa con decremento di rischio inerente le frodi.
Un altro esempio è quello delle aste e delle gare di appalto, dove ogni attore ha la garanzia di assenza di manipolazioni.
Il limite alle possibile applicazioni appartiene soltanto alla fantasia e può coinvolgere sia il mondo delle attività ludiche che quelle industriali.
Per non parlare del mondo dei certificati con i DPP (Digital Product Passport) o le competenze (curriculum digitale con competenze accertate, implementazione di un’applicazione Web3 che può essere rappresentata da un Badge Digitale creato con un wallet).

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Blockchain: tre sottoinsiemi interessano l'uso della Blockchain: Internet of Value, Blockchain for business e Decentralized Web
Tre sottoinsiemi interessano l'uso della Blockchain: Internet of Value, Blockchain for business e Decentralized Web

I doveri di trasparenza, processi condivisi, interoperabilità e privacy della Blockchain

Si punta su trasparenza, processi condivisi, inter operabilità e privacy oltre che su strategie di business che includano accesso a servizi esclusivi o esperienze nel meta verso.
Attraverso gli smart contract, la versatilità degli NFT consente di tracciare la filiera in parecchi ambiti (pensiamo a quello del legname).
La pubblica amministrazione può essere aiutata tramite e-voting (ne abbiamo un esempio in Svizzera), con DAO (Organizzazione Autonoma Decentralizzata) per l’e-governance con più trasparenza.
L’Italia può avere un vantaggio significativa, dando importanza alla sua eccellenza con prodotti di qualità e di lusso; i dati inseriti nei token ne garantirebbero l’integrità e l’inviolabilità.
Il token è di proprietà di chi acquista il prodotto e segue tutta la filiera.
La regolamentazione non deve bloccare ciò che sta nascendo, semmai dovrà attribuire valore al mercato che parte.
I temi del futuro sono parecchi: possibilità di inserire informazioni aggiuntive in vari contesti, meccanismi di marketing con realtà aumentata e virtuale.
Il Metaverso è tanto nebuloso quanto pregno di potenzialità.

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Risulta importante diradare la nebbia e i falsi miti che circolano sulle tecnologie di registro distribuito

La reputazione è un fattore importante: almeno tre fake news vanno rispedite al mittente

Veniamo, infine ai falsi miti da sfatare, la reputazione è un fattore importante.
Ne abbiamo individuati tre principali, come ha spiegato il Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger, Francesco Bruschi.

1) Un inquinamento ambientale

In realtà le piattaforme Blockchain si stanno muovendo verso uno sviluppo scalabile e attento alla riduzione del consumo energetico, ad esempio con il passaggio da PoW a PoS.
È vero che i meccanismi di consenso dei validatori consumano energia, ma lo fanno per garantire sicurezza e stabilità.

2) Limitazioni della Blockchain

Va respinto il trilemma secondo il quale non è possibile ottenere contemporaneamente decentralizzazione, sicurezza e scalabilità.
La soluzione viene dal Layer2: la scalabilità la si costruisce su un livello superiore (eccezione sono gli smart contract, che implementano la scalabilità attraverso i rollup, ad esempio Arbitrum o zkSinc)

3) la DeFi è insicura e pericolosa

FTX in realtà aveva poco di decentralizzato, gli utenti conferivano il controllo degli asset a un attore centralizzato. Altri utenti con sistemi decentralizzati non sono stati vittime di perdite.

In conclusione, ci muoviamo attraverso la sperimentazione e la progettualità auspicando l’utilizzo di un framework chiaro, vigilato e regolamentato.
Le aziende cercano il valore aggiunto di queste nuove applicazioni con una sensibilità attenta al tema della salvaguardia del consumatore.

Fonte: Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano (https://www.osservatori.net/it/home)

Via al “Plan B” e a Lugano capitale d’Europa della Blockchain
La brochure del convegno “Blockchain & Web3 Time to build” organizzato del Politecnico di Milano

Blockchain: la copertina del booklet del convegno “Blockchain & Web3: Time to build” organizzato del Politecnico di Milano
La copertina del booklet del convegno “Blockchain & Web3: Time to build” organizzato del Politecnico di Milano