Il dilemma dell'imprenditore: “conducente” o “motore” d'azienda?
Riflessioni a ruota libera su se stesso e la categoria, chiamata a continui processi di innovazione, di un uomo d’affari da anni sulla breccia
Scrivo in prima persona perché la domanda che sto per formulare è rivolta a tutti gli imprenditori e quindi anche a me stesso, perché sono un imprenditore anch’io, da tanti anni.
È fors’anche una lettera aperta, rivolta a tutti i miei colleghi che fanno impresa.
Caro imprenditore, prova ad immaginare la tua azienda come un’autovettura, e rispondi a questa domanda: sono seduto al posto di guida oppure sono il motore?
Se la risposta sincera è “Sono seduto al posto di guida”, allora sei stato bravo, perché sai di poter scendere e far guidare un altro.
Magari non sarà un autista bravo come te, ma la macchina può continuare a fare della strada.
Certo, c’è il rischio che vada a sbattere, ma in questo caso hai scelto male il tuo sostituto.
Se invece ti rendi conto di essere tu il motore, allora iniziano i problemi.
Prima di tutto capisci che sei condannato a funzionare sempre perché, se ti fermi, la macchina non può più viaggiare.
Anzi, senza il motore non è neanche più un’auto.
È diventata un insieme di pezzi di ricambio usati. Non vale più nulla.
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L’uomo d’impresa, in solitudine, allo specchio
A questo punto mettiti davanti allo specchio e guardati negli occhi.
Se stai pensando “Okay, ho capito, ma terrò duro e continuerò ad andare avanti” e pensi che l’altro te stesso ti dica “Bravo, è così che si fa, mai mollare!”, ho una brutta notizia per te, caro il mio imprenditore che non molla mai.
Non sei eterno e quindi prima o poi, spero il più tardi possibile, sarai costretto a lasciare.
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Quella fastidiosa “vocina” del grillo parlante…
Forse è meglio pensarci per tempo: sei d’accordo, caro imprenditore?
Dalla faccia che fai sembra di capire che stai pensando “Uffa, che stress! Non ci passo più davanti a questo specchio. C’è dentro uno che mi dice cose che non mi fa piacere sentire”.
È fastidioso, come il grillo parlante della favola.
“Lo so che ha ragione ma adesso non ho tempo, sono impegnato. Ci penserò”.
Ma intanto passano i mesi e gli anni, e il motore si consuma…
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