Il genere umano a un passo dalla... telepatia grazie ad Alter Ego

Arnav Kapur, dottorando al MIT di Boston, ha messo a punto un dispositivo in grado di leggere le parole sub-vocalizzate attraverso il cranio

Telepatia: Arnav Kapur del MIT e il dispositivo AlterEgo
AlterEgo, congegnato dall’inventore e ricercatore indiano Arnav Kapur del Massachusetts Institute of Technology, è un apparecchio “indossabile” in grado di leggere le parole sub-vocalizzate (Foto: Lemelson-MIT Program)

Arnav Kapur è un giovane studente di dottorato e ricercatore nato a Delhi. Viene considerato una “stella nascente” presso il MIT Media Lab, laboratorio di ricerca presso la prestigiosa università del Massachusetts Institute of Technology.

Il MIT Media Laboratory segue un approccio interdisciplinare, attingendo sia dalle materie scientifiche più avanzate, sia dall’arte e dal design.

Un criterio se vogliamo neo-rinascimentale, nel quale evidentemente lo studioso indiano si trova benissimo: essendo lui stesso artista e comunicatore, oltre che inventore prolifico, oggi di un’inedita forma di telepatia.

Sulla sua pagina presso il sito Web Lemelson-MIT, team dedicato alla promozione dei nuovi inventori e imprenditori fondato dall’inventore Jerome Lemelson e da sua moglie Dorothy, egli viene ben descritto.

Risulta “un amante della scienza, della matematica e delle arti, discipline in grado di offrire prospettive uniche e che Arnav considera tutte ugualmente importanti: è dal loro incontro che si possono trovare nuove soluzioni ai problemi del mondo”.

Fra le sue altre invenzioni c’è l’ISGEC, una nuova piattaforma per migliorare i calcoli dell’espressione genica (il processo attraverso cui l’informazione contenuta in un gene, costituita da DNA, viene convertita in una macromolecola funzionale, tipicamente una proteina); un drone stampabile da una stampante 3D; un dispositivo per aiutare gli ipovedenti.

Inoltre, ha collaborato alla progettazione di un rover lunare e ha sviluppato insieme ad altri un’installazione artistica esposta al museo Tate Modern di Londra.

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Telepatia: il funzionamento del dispositivo AlterEgo del MIT
Grazie ad AlterEgo, congegnato da Arnav Kapur del Massachusetts Institute of Technology, si crea una sorta di “conversazione con se stessi” e con il sistema esterno al quale si vuole accedere
(Illustrazione: Lemelson-MIT Program)

L’ultima invenzione per un’integrazione sempre maggiore fra uomo e macchina

L’ultima invenzione si chiama AlterEgo: si tratta di un apparecchio “indossabile”, l’ultimo grido in fatto di tecnologia, nella ricerca di un’integrazione sempre maggiore fra uomo e macchina, in grado di leggere le parole sub-vocalizzate.

Si tratta dei vocaboli pronunciati soltanto internamente dall’utente, senza emettere fiato dalla gola, facendogliele ascoltare in tempo reale attraverso un sistema audio che utilizza la conduzione ossea del cranio.

Curiosamente AlterEgo mette in pratica due tecnologie già immaginate in diverse opere di fantascienza, compreso il mio romanzo “The Montecristo Project”: Il modulo vocale del Muto, uno dei personaggi principali, e il sistema di comunicazione di alcune giovani spie della Grande Repubblica Popolare cinese.

Le applicazioni di tale tecnologia, al di là dell’immaginario spionistico, sono molteplici e potenzialmente preziose: comunicare con altre persone o con computer remoti senza bisogno di articolare parole e compiere azioni fisiche.

Aiutare chi ha difficoltà a parlare o a sentire in seguiti a una malattia o a un incidente. Comunicare con il pensiero, alla fine: è la telepatia.

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Telepatia: Arnav Kapur del MIT e il dispositivo AlterEgo
Ultimo grido in fatto di tecnologia nella ricerca di un’integrazione sempre maggiore fra uomo e macchina, AlterEgo è un apparecchio “indossabile” in grado di leggere le parole sub-vocalizzate
(Foto: Lemelson-MIT Program)

Analisi degli impulsi neuro-muscolari del sistema vocale interno per estrarne il parlato

Quando parliamo ad alta voce il nostro cervello trasmette segnali elettrici a oltre 100 muscoli e alle corde vocali.

Se però parliamo “a noi stessi” internamente, il cervello continua a trasmettere questi segnali, anche se non attiviamo i relativi muscoli.

AlterEgo analizza tali impulsi neuro-muscolari del sistema vocale interno per estrarne il parlato, rilevandoli dalla superficie della pelle.

Quindi le informazioni raccolte dai segnali elettrici sono inviate a un software AI capace di dare un senso ai dati e quindi restituirli come segnali audio intellegibili, attraverso un modulo audio a conduzione ossea.

In questo modo si crea una sorta di “conversazione con se stessi” e con il sistema attraverso cui accedere, ad esempio, a informazioni e a servizi.

Oppure l’utente può discorrere con altre persone, consentendo una comunicazione in tempo reale.

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Telepatia: il dispositivo Vision Pro di Apple per il digitale
Da un certo punto di vista l’approccio di Arnav Kapur ricorda quello di Apple per il Vision Pro, che integra le tecnologie più avanzate per ampliare le possibilità di lavorare con il digitale
(Foto: Apple)

Una nuova interfaccia fra natura e cultura, che ricorda da vicino Vision Pro di Apple

Oltre ad aiutare in modo estremamente veloce ed efficace, rispetto ai sistemi attuali, persone con deficit di comunicazione, ma ancora capaci di utilizzare il proprio sistema vocale interno (senza peraltro interventi chirurgici invasivi), AlterEgo potrebbe rivelarsi prezioso nel ritardare gli effetti di decadimento cognitivo di malattie come l’Alzheimer, registrando internamente le informazioni semantiche a cui accedere in un secondo tempo.

Ma anche per i cosiddetto normo-dotati l’apparecchio potrebbe rivelarsi utile, permettendo un nuovo metodo per collegarsi a computer o sistemi di comunicazione in modo “privato” e rapido.

Da un certo punto di vista l’approccio del dottor Kapur ricorda quello di Apple per il suo Vision Pro, che integra tutte le tecnologie attualmente più avanzate per ampliare le possibilità di lavorare con il digitale, superando i limiti intrinseci dei sistemi a realtà virtuale o aumentata precedenti.

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Telepatia: Arnav Kapur del MIT e il dispositivo AlterEgo
Grazie ad AlterEgo, congegnato da Arnav Kapur del Massachusetts Institute of Technology, si crea una sorta di “conversazione con se stessi” e con il sistema esterno al quale si vuole accedere
(Foto: Lemelson-MIT Program)

Un essere umano neo-rinascimentale in virtù della lucida visione del CERN e del MIT

Prima di qualunque alzata di scudi, sappiate che abbiamo scritto “uomo” nell’accezione più generale di essere umano, quindi il discorso vale per qualunque sesso o genere.

Detto ciò, la figura di Arnav Kapur colpisce per la sua completezza, soprattutto in Italia dove lo scienziato deve “essere solo razionale” e non capire nulla di arte e comunicazione, o viceversa l’uomo di cultura deve capire solo le materie umanistiche, arrivando a “vantarsi” di non sapere nulla di matematica o di computer.

Questa impostazione post-crociana è per fortuna da tempo superata in luoghi come il CERN o, come in questo caso, il MIT.

Nei laboratori di ricerca più avanzati al mondo è assolutamente normale che la parte umanistica e la parte razionale-matematica dialoghino e che da tale dialogo nascano le idee migliori.

Un giovane scienziato-artista come Arnav Kapur ne è uno degli esempi migliori, e questo dovrebbe farci riflettere tutti.

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L’AlterEgo consente un interfacciamento con i dispositivi attraverso il linguaggio silenzioso

Telepatia: Arnav Kapur del MIT e il dispositivo AlterEgo
AlterEgo, congegnato dall’inventore e ricercatore indiano Arnav Kapur del Massachusetts Institute of Technology, è un apparecchio “indossabile” in grado di leggere le parole sub-vocalizzate (Foto: Lemelson-MIT Program)