“The Montecristo Project - La Prima Colonia”? Un libro-mondo

Dalla coscienza artificiale alla tecnica "aumentata", il primo romanzo di Edoardo Volpi Kellermann realizza la letteratura del terzo millennio

"The Montecristo Project - La Prima Colonia": la copertina cartacea
“The Montecristo Project – La Prima Colonia”: la copertina cartacea

È un’opera inattesa e intrigante, il primo romanzo di Edoardo Volpi Kellermann, appena uscito per Delos Book, sia in versione digitale (dall’8 marzo) che cartacea (dal 17 maggio).
Innanzitutto per il formato: un libro aumentato, in cui è presente una Wikipedia interna che si sviluppa in parallelo alla trama e dove simboli (“Glifi”) e QRCode rimandano alle pagine di un sito Internet “in perenne sviluppo”, come afferma l’autore, dove a ogni scena verranno integrati ulteriori info, musica, animazioni, “easter egg”.
Il tutto organizzato in modo da non disturbare la lettura lineare, in un tentativo di integrazione dei due mondi (digitale e analogico, virtuale e reale) che ci pare sia riuscito discretamente bene in questa fase iniziale, ma che risulta ancora più interessante come potenzialità di sviluppo con le tecnologie in prossimo arrivo: realtà aumentata, carta elettronica, eccetera.

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"The Montecristo Project - La Prima Colonia": un'illustrazione del personaggio di Bea
“The Montecristo Project – La Prima Colonia”: un’illustrazione del personaggio di Bea

Coscienza Artificiale vs. Intelligenza Artificiale

L’argomento è prettamente fantascientifico, ma neppure troppo: la nascita della prima coscienza artificiale in un futuro laboratorio italiano, scavato sotto l’isola di Montecristo.
La coscienza artificiale è un obiettivo scientifico ancora piuttosto lontano. Quella che attualmente chiamiamo Intelligenza Artificiale è un sistema di complessi algoritmi in grado di imparare, ad esempio, a riconoscere immagini, volti o le frasi pronunciate da un interlocutore umano, ma ancora del tutto incapaci di comprensione semantica, di contestualizzazione, di capire realmente ciò che viene detto o chiesto loro (creando fra l’altro dei problemi e dei rischi sociali molto seri, come lo stesso autore ci spiega nel suo articolo “L’Algoritmo della Stupidità Sociale” pubblicato su Innovando.News).
Ancora non possediamo una teoria scientifica acclarata su cosa sia e su come funzioni la nostra coscienza, la nostra capacità di essere consapevoli di esistere, di pensare.
Ricercatori come Sir Roger Penrose pensano che l’attuale computer algoritmico, costruito sul modello della cosiddetta “Macchina di Turing”, sia del tutto insufficiente al raggiungimento di una cosiddetta “Intelligenza Artificiale Forte”, capace di “pensare su se stessa”, arrivando a ipotizzare un funzionamento del nostro cervello basato direttamente su principi quantistici (tesi tuttora controversa) e la necessità addirittura di scoprire una nuova fisica per poter un giorno raggiungere la capacità di creare un essere consapevole. “The Montecristo Project” in parte si appoggia a questa tesi scientifica.

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"The Montecristo Project - La Prima Colonia": l'interfaccia della saga
“The Montecristo Project – La Prima Colonia”: l’interfaccia della saga

Le fondamenta di una storia che data al 1993

Nato come sviluppo di un racconto del 1993 che già aveva suscitato l’interesse di un regista italiano e di una casa produttrice internazionale, “The Montecristo Project” è un romanzo di ampio respiro (un “Romanzo-Mondo”, lo definisce Edoardo Volpi Kellermann, molto appassionato di John Ronald Reuel Tolkien) con scene spesso brevi, quasi fulminee, ma sempre curate: si sente che c’è dietro un pensiero maturato per molto tempo.
I protagonisti e le protagoniste danno vita a una trama corale, in una Toscana non molto lontana del futuro (2075-2077) dove l’evidente amore per i propri luoghi d’origine si sposa con una visione storico-filosofica ben più ampia nel tempo e nello spazio-
Il libro è talmente ricco di idee che sembra di leggere un romanzo di fantascienza dell’epoca d’oro degli Anni 40 americana, ma con il punto di vista di un autore moderno, privo dì quelle ingenuità e di quelle intenzioni didascaliche che talvolta rendono antiquati i libri che apprezzavamo nella nostra infanzia.

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"The Montecristo Project - La Prima Colonia": la landing page di EuCeAR
“The Montecristo Project – La Prima Colonia”: la landing page di EuCeAR

Un più che spontaneo…“Romanzo-Mondo”

“The Montecristo Project” descrive un universo narrativo complesso e articolato, multiculturale, né utopico né distopico, ricco di fenomeni riconoscibili come evoluzione di quelli del mondo odierno (e che in qualche caso ha anticipato tematiche assolutamente attuali, visto che secondo l’autore sono idee già concepite nel 2010), ma con problematiche del tutto diverse.
Si pagano ancora le follie climatiche dei nostri tempi ad esempio, ma il problema energetico appare del tutto superato.
In compenso con gli equilibri internazionali totalmente cambiati, si affacciano nuovi rischi e nuove sfide sociali e, sì, pure etiche.
L’etica scientifica e i problemi di diritto internazionale sono fra le tematiche più sentite, insieme a spunti filosofici non banali sul problema dell’essere, della consapevolezza di sé.
I cambi stilistici, volutamente spiazzanti, alternano parti di scrittura classica e moderna, talvolta con sprazzi di sperimentazione, rendendo la lettura dell’opera un’esperienza stimolante, mai banale.
Eppure anche quando parla di concetti complessi – si tratta effettivamente di fantascienza high-tech, o hard che dir si voglia – lo scrittore si lascia seguire senza grande sforzo, probabilmente grazie all’esperienza di educatore e divulgatore scientifico.

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"The Montecristo Project - La Prima Colonia": un'illustrazione dell'Isola di Torvalds
“The Montecristo Project – La Prima Colonia”: un’illustrazione dell’Isola di Torvalds

Un finale aperto che può convincere tutti

Edoardo Volpi Kellermann (in sigla “EVK”) sa scrivere e coinvolgere, sa emozionare e intrigare senza indulgere in eccessi: uno stile essenziale che ricorda un po’ quello di Arthur C. Clarke mischiato con gli ironici cambi di prospettiva “all’ultima riga” caratteristici di Roger Zelazny.
Un bel complimento, ce ne rendiamo conto, ma il libro è davvero divertente, di lettura immediata nonostante la struttura narrativa sottostante piuttosto articolata e malgrado la parte “aumentata” del testo, che arricchisce l’esperienza, ma che talvolta potrebbe risultare una distrazione. È anche vero che a una prima lettura si può tranquillamente ignorare.
Insomma, questo nuovo misconosciuto autore promette bene. Vedremo se nelle prossime due parti del romanzo saprà mantenere le promesse.

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