Le nuove regole UE cambiano social media ed eCommerce

Le nuove regole UE cambiano social media ed eCommerce

Nel nuovo disegno di legge dell’Unione Europea, il DSA o Digital Service Act, le autorità si pongono l’obiettivo di imporre alle multinazionali del web maggiore responsabilità riguardo ai contenuti illegali o nocivi in circolazione sulle piattaforme social. È una lotta senza quartiere – o così sembra – alle fake news.

Il DSA si prefigge, tra le altre cose, l’obiettivo di imporre nuove responsabilità alle Big Tech in materia di contenuti pubblicati attraverso i loro servizi. Molte regole saranno esclusive per tutti quei social media con più di 45 milioni di utenti, come per esempio Facebook, TikTok, YouTube, Twitter e LinkedIn.

I colossi social verranno obbligati ad adottare maggiori controlli in materia di contenuti illegali o nocivi che circolano liberamente, spesso anche troppo liberamente, sulle proprie piattaforme. Una lotta non solo a contenuti vietati ai minori o pericolosi, ma anche alla disinformazione e alle fake news che dilagano, spesso incontrollate. Quella della UE è una presa di posizione importante che, si spera, porterà alla creazione di precedenti interessanti dal punto di vista giuridico per tante altre legislazioni internazionali.

Se è illegale offline, lo è anche online

Questo regolamento,” spiega la Commissione UE, “unico nel suo genere, costringerà le piattaforme social come Facebook, YouTube e Twitter a moderare i contenuti che ospitano.” Attraverso la DSA, che in quanto ad ambizioni risulta essere tanto una prima mondiale in termini di regolamentazione digitale, vengono definiti i parametri di ciò che è legale e giuridicamente accettabile e cosa non lo è.

L’idea di base è che ciò che è illegale offline lo è anche online. La legge “mira a proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di contenuti illegali, per garantire i diritti fondamentali degli utenti”.

Andiamo a vedere all’atto pratico che cosa significano tutte queste parole. Nel DSA, le nuove regole vengono spiegate in modo molto chiaro.

DSA per i social media 2022: cosa cambia?

Il DSA ha come scopo quello di eliminare i dark patterns. Nella proposta di legge viene sancito che la pubblicità non potrà mai più essere mirata a gruppi religiosi specifici, orientamento sessuale o l’etnia di un individuo. Vietata sarà anche la pubblicità destinata ai minori. Ciò comporta quindi anche la volontà di scoraggiare (e mettere al bando) le interfacce utente confuse e poco chiare che obbligano gli utenti a effettuare alcune scelte. Ti è mai successo di non poter rifiutare i cookies di un sito? Oppure ti è mai capitato di trovarti su una pagina che mostra banner pubblicitari fastidiosi che non riesci a rimuovere? Ebbene, probabilmente potevi, ma il modo per farlo era talmente astruso da sembrare quasi fraudolento nelle sue intenzioni.

Massima trasparenza inoltre per gli algoritmi di raccomandazione. D’ora in poi Facebook e Netflix dovranno rendere pubblici quali sono i meccanismi utilizzati per la pubblicazione di certi contenuti raccomandati o suggeriti, rendendo chiare e trasparenti le scelte di profilazione, in modo da scongiurare possibili scorrettezze.

Agli utenti dovrà anche essere fornito un sistema di raccomandazione che non si basa sulla profilazione. Pensiamo per esempio al feed cronologico, e non quello prioritario imposto per esempio da Facebook – e che di solito mostra i contenuti a lui più congeniali.

Le piattaforme social dovranno inoltre impegnarsi a spiegare chiaramente il motivo per cui hanno rimosso alcuni contenuti, oltre a dare agli utenti la possibilità di fare un ricorso, qualora non dovessero condividere la decisione.

Qual è la definizione di contenuto illegale da mettere al bando? Nel DSA – che dovremo leggere meglio – si parla di contenuti illegali o nocivi secondo le leggi nazionali ed europee. Il concetto di illegale è da analizzare a fondo in tutte le sue declinazioni. In ogni caso, le piattaforme social dovranno allontanare tutti quegli utenti che divulgano frequentemente fake news.

DSA per l’eCommerce 2022: cosa cambia?

Nuove direttive anche per gli eCommerce. I siti di vendita online avranno l’obbligo di verificare l’identità dei loro fornitori prima di offrire i loro prodotti. I prodotti saranno inoltre verificati da organismi indipendenti e posti sotto la supervisione della Commissione Europea. In questo modo vengono imposte nuove regole per tutti quei prodotti che dal nulla spuntano, per esempio, su Amazon, aggirando i controlli tradizionalmente imposti dall’UE.

Cosa cambia con il DSA?

Le regole saranno attive a partire da 15 mesi dopo la pubblicazione della norma quadro, così che tutti abbiano il tempo necessario ad adeguarsi.

Grazie al DSA, i regolatori avranno accesso alle dinamiche con cui le piattaforme moderano i contenuti in maniera trasparente e dinamica. Si stima che le piattaforme, per poter far rispettare le regole, avranno bisogno di effettuare nuove assunzioni.

Cosa succede se non si rispettano le regole? Al momento si rischierebbero sanzioni fino al 6% del fatturato globale della piattaforma, o addirittura l’estromissione dai mercati UE in seguito a reiterate violazioni.

Molte piattaforme si sono dette entusiaste riguardo al DSA, legge che dal punto di vista di molti osservatori potrebbe gettare le basi per un regolamento su scala internazionale. Di fatto quello che accadrà sarà tutto da vedere: l’impegno economico per far rispettare le regole sarà notevole, complici le nuove assunzioni che dovranno essere sostenute dai colossi tecnologici per far rispettare le regole. È probabile che le big tech faranno buon viso a cattivo gioco mentre cercano di tamponare le conseguenze di questa legge così da renderla “meno pericolosa” possibile.

Staremo a vedere!