Come pulire l’aria soffocante di Nuova Delhi: lo studio

Come pulire l’aria soffocante di Nuova Delhi: lo studio

Una ricerca sul particolato che asfissia le città dell’India settentrionale rivela quali sono le sostanze particolarmente dannose alla salute

Inquinamento: cosa contiene lo smog indiano
La vista della Porta dell’India da Rajpath, Nuova Delhi, mostra la densità della coltre di smog che soffoca la città (Foto: Envato)

L’aria dell’India è la più inquinata del mondo: in nessun altro Paese si respira la quantità di particolato che aleggia nell’atmosfera delle città del subcontinente indiano. Un problema conosciuto da tempo, ma su cui non si è ancora riusciti ad intervenire in maniera efficace.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il fenomeno provoca oltre un milione di morti l’anno. Il governo indiano ha quindi deciso di agire nel 2019, dotandosi di un ambizioso programma per il miglioramento della qualità dell’aria: per portarlo a compimento, però, è necessario avere più informazioni sul tipo di particolato che opprime le grandi città delle pianure del Gange.

Molte delle risposte fondamentali per avanzare in questo progetto sono arrivate grazie a uno studio internazionale condotto dai ricercatori del Paul Scherrer Institute (PSI) in Svizzera. La ricerca mostra per la prima volta la composizione del particolato che soffoca i centri abitati dell’India settentrionale, riuscendo a definire quali siano le sostanze particolarmente dannose per la salute.

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Uno studio sull'inquinamento dell'aria in India
André Prévôt, a sinistra, e Imad El Haddad all’interno del Laboratory for Atmospheric Chemistry del Paul Scherrer Institute PSI (Foto: Mahir Dzambegovic/Istituto Paul Scherrer)

Smog in India: il progetto per migliorare la qualità dell’aria

In India, l’inquinamento dell’aria è un problema molto serio: le 10 città più inquinate del mondo si trovano tutte nell’India settentrionale, e i dati raccolti dalla NASA mostrano che 4 indiani su 10 respirano aria 5 volte al di sopra del limite di sicurezza indicato dall’OMS (dati del 2018).

Il problema dell’aria pesante nella penisola, soprattutto al nord, non è una novità: la prima legge tesa a regolare l’inquinamento atmosferico in India risale al 1981. La normativa, nota come Air (Prevention and Control of Pollution) Act, non riuscì mai ad essere incisiva: le norme erano così scarsamente applicate che negli anni è diventato uso comune definire l’Air Act come una legge “senza denti”. A cominciare dal fatto che l’Air Act include soltanto le forme di inquinamento più evidenti, come quelle legate all’industria, lasciando da parte fonti rilevanti come discariche, attività agricole ed emissioni dei veicoli a motore.

La svolta è arrivata nel 2019, quando il Ministero dell’Ambiente, delle Foreste e dei Cambiamenti Climatici del Governo indiano ha lanciato il Programma Nazionale Aria Pulita (NCAP), una strategia nazionale a lungo termine che punta ad affrontare il problema in maniera globale in tutto il Paese.

Inizialmente l’obiettivo del programma NCAP era quello di ridurre del 20-30 per cento le concentrazioni di PM10 e PM2,5 entro il 2024 (rispetto alle concentrazioni registrate nel 2017). L’obiettivo è stato successivamente rivisto: il governo indiano ora punta a raggiungere il -40 per cento entro il 2026.

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India, un progetto per migliorare la qualità dell'aria
L’India si è dotata di una legge per regolare la qualità dell’aria già negli Anni 80, ma questa normativa non considerava fonti di inquinamento importanti sorgenti rilevanti come discariche, attività agricole ed emissioni dei veicoli a motore (Foto: Neil Palmer/CIAT)

Nuova Delhi soffocata dall’inquinamento da particolato

Il programma NCAP non può che concentrarsi sulle città maggiormente colpite dalla piaga dell’inquinamento dell’aria. Perciò il governo si è dotato di un Central Pollution Control Board (CPCB) che ha il compito di segnalare le città non conformi agli standard nazionali di qualità dell’aria ambientale (NAAQS) per il PM 10 e il NO2. Nel 2021 la conta delle città attenzionate è salita a 132: tra queste ci sono sconfinate metropoli come Bangalore, Calcutta e Mumbai, ma anche città al di sotto del milione di abitanti come Kolhapur e Jalandhar.

Nuova Delhi, in questo scenario, ha un triste primato: la capitale, con la sua area metropolitana che ospita quasi 30 milioni di abitanti, è considerata la città con la più alta concentrazione di particolato al mondo. Nel 2014 l’OMS l’aveva definita la città più inquinata del pianeta, primato confermato due anni dopo dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti.

La gravità della situazione è stata evidente durante quello che è noto come The Great Smog in Delhi, un grave evento di inquinamento che, a partire dal novembre 2016, ha costretto il governo indiano a sospendere i viaggi di treni ed aerei per scarsa visibilità e a chiudere quasi 6.000 scuole, arrivando fino a vietare completamente l’ingresso ai mezzi pesanti in città.

Gli eventi del 2016 mostrano l’urgenza di trovare una strategia efficace per mitigare il problema dell’inquinamento. E, per farlo, è fondamentale identificare e quantificare le fonti di PM2,5 più significative, i loro contributi locali e regionali e la tossicità del particolato, in modo da poter valutare gli impatti sulla salute.

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Un progetto per pulire l'aria dell'India settentrionale
La pesante nube di smog tossico che ha accompagnato la giornata di Nuova Delhi il 7 novembre 2017 (Sumitmpsd/Wikipedia)

Nuovo studio sull’inquinamento dell’aria nel nord India

Alcune importanti informazioni che permetteranno al Programma Nazionale per l’Aria Pulita di passare al successivo capitolo sono state fornite per la prima volta da uno studio condotto dai membri del Laboratory for Atmospheric Chemistry del PSI, con partner provenienti da India, Cina, Germania, Danimarca, Francia, Spagna e Svizzera.

Nello studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, i ricercatori hanno determinato non solo la quantità e l’origine del particolato nell’aria, ma anche il suo potenziale ossidativo, un fattore importante per l’effetto nocivo che un composto chimico può avere sulle cellule viventi.

Negli ultimi quattro anni, i ricercatori avevano già acquisito molti dati sull’aria di Nuova Delhi, dimostrando anche per la prima volta che nei cieli della capitale indiana i processi chimici avvengono in modo diverso rispetto ad altre grandi città analizzate. Questa volta il team era interessato alle fonti di emissione di particolato e all’effetto patogeno di alcune sostanze. Secondo lo studio, la combustione incompleta gioca un ruolo particolarmente importante nello stato di salute dell’aria di Delhi.

In particolare, la combustione di biomassa o rifiuti è uno dei principali fattori che contribuiscono alla formazione di particolato e smog. Tra questi spicca la combustione di sterco di mucca per il riscaldamento e la cottura, che produce alti livelli di particolato. A ciò si aggiunge il parco veicoli obsoleto, in particolare i piccoli veicoli chiamati tuk tuk, molto diffusi in India, e gli scooter a motore con inefficienti motori a due tempi.

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Qualità dell'aria: le fonti di smog in India
Dei tuk tuk nella città indiana di Hyderabad: secondo il nuovo studio, il parco veicoli vetusti è una importante fonte d’inquinamento per l’aria di Nuova Delhi (Foto: Luca Sartoni/Wikipedia)

Il primo nemico per la salute è la combustione incompleta

La quantità di particolato nell’aria è un fattore importante, spiegano gli scienziati, ma non l’unico. La nocività per la salute di una particella di polvere dipende dalla sua composizione chimica e dal suo potenziale ossidativo, cioè dalla quantità di stress che un composto chimico esercita sulle cellule viventi e, in ultima analisi, su interi organi come i polmoni o i vasi sanguigni.

Il team ha determinato questo potenziale ossidativo e lo ha messo in relazione con le fonti di particolato locali e regionali. Nonostante la composizione chimica del particolato fosse diversa da una località all’altra, si è riusciti a ricondurre l’elevato potenziale ossidativo degli aerosol organici in particolare alla combustione incompleta di biomasse e combustibili fossili, insieme ai loro prodotti di ossidazione organica nell’atmosfera.

La ricerca a Nuova Delhi è finanziata dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione. La prima fase del programma quadriennale si sta avviando verso la conclusione.

Per il responsabile del programma André Prévôt, si è trattato di un successo completo e di un importante contributo alla valutazione della qualità dell’aria per i 900 milioni di persone che vivono nelle pianure del fiume Gange.

Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga“, afferma Prévôt. “L’India ha bisogno di misure rigorose e di un monitoraggio a lungo termine, oltre che di un cambiamento della società e di una maggiore consapevolezza del pubblico in materia di protezione ambientale“. L’India non avrà aria pulita nel giro di qualche mese, ma il processo di guarigione è finalmente iniziato.

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India, lo studio che può aiutare a ripulire l'aria di Delhi
Lo smog che soffoca la città di Nuova Delhi sotto la lente degli scienziati: lo studio che può contribuire a ripulire l’aria dell’India (Foto: wili hybrid/Wikipedia)