Sostenibilità dell’industria mineraria: una sfida sempre più urgente

Transizione energetica e consumo di risorse: focus sull'ecocompatibilità dell'economia delle estrazioni al World Resources Forum 2023 di Ginevra

Sostenibilità e transizione energetica: il focus in Svizzera
La miniera di Erzberg, in Austria: è una di quelle da cui vengono estratte ogni anno miliardi di tonnellate di roccia (Foto: EMPA)

I metalli si riciclano senza perdere qualità, quindi sono sostenibili per definizione”: è il pensiero di molti, quando si parla della sostenibilità di questo tipo di materiali. Ed è corretto. Ma quello sulla sostenibilità è un discorso più complesso: bisogna considerare il consumo di risorse, l’impatto ambientale del processo di estrazione, i problemi legati alla gestione degli scarti industriali.

Osservati sotto questa lente, i metalli non sono poi così sostenibili. E visto che la transizione ecologica avrà bisogno di consumarne in gran quantità, per le batterie delle auto elettriche e non solo, è sempre più urgente trovare una soluzione per la sostenibilità dei metalli.

Se ne parlerà dal 4 al 6 settembre al “World Resources Forum” 2023, che si terrà a Ginevra. L’evento, che vedrà la partecipazione dell’EMPA, della International Telecommunication Union (ITU) e del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), punta ad avviare un dialogo globale sull’uso di questo tipo di risorse. Per affrontare il discorso sulla sostenibilità dell’industria mineraria ed estrattiva, spiegano gli organizzatori, è richiesto un livello di cooperazione internazionale senza precedenti.

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Sostenibilità e industria mineraria: serve una soluzione
La torre del pozzo di una miniera: l’estrazione e lavorazione delle materie prime è responsabile del 50 per cento delle emissioni globali (Foto: Envato)

Transizione energetica e risorse minerarie: un nodo da sciogliere quanto prima

Ogni anno, nel mondo, vengono estratte oltre 150 miliardi di tonnellate di rocce, per una produzione finale di 65 miliardi di tonnellate di minerali, 72 miliardi di tonnellate di rocce di scarto e 13 miliardi di tonnellate di scarti. Numeri talmente enormi che risultano difficili da visualizzare.

Per avere un’immagine più intuitiva del consumo di risorse in atto, basti sapere che ogni anno viene estratta una quantità di sabbia e ghiaia sufficiente per costruire un muro alto 27 metri e altrettanto largo tutto intorno alla Terra (in cifre, 50 miliardi di tonnellate). È il dato che emerge dal report dell’UNEP “Sand and Sustainability: 10 Strategic Recommendations to Avert a Crisis”, pubblicato nell’aprile 2022.

Attualmente, l’estrazione e lavorazione delle materie prime è responsabile per il 90 per cento della perdita di biodiversità a livello globale e rappresenta il 50 per cento delle emissioni totali di gas serra. E la transizione energetica, insieme al rapido sviluppo di infrastrutture a livello globale, rischia di generare una situazione ancora più critica per quanto concerne lo sfruttamento delle risorse minerarie.

Se è vero che le auto elettriche permettono di circolare a zero emissioni, è altrettanto vero che un EV richiede, in media, almeno 6 volte i metalli contenuti in una vecchia auto con motore endotermico.

Lo stesso vale per l’energia da fonti rinnovabili: una turbina offshore di medie dimensioni contiene circa 67 tonnellate di rame: per estrarre una tale quantità di metallo, spiega l’UNEP, è necessario muovere almeno 50.000 tonnellate di terra e rocce, cinque volte il peso della Torre Eiffel.

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Sostenibilità e transizione ecologica: se ne parla al World Resources Forum 2023
La vista aerea sui rifiuti tossici generati dall’estrazione di rame in una cava a cielo aperto a Geamana, in Romania (Foto: Envato)

Lo sfruttamento delle ricchezze naturali al centro della transizione energetica

Le discussioni intorno al cambiamento climatico tendono spesso a trascurare la questione dello sfruttamento delle risorse naturali, che invece ha un ruolo cruciale nello sviluppo di processi e filiere che siano realmente sostenibili.

Minerali e metalli sono la colonna portante delle principali industrie, tra cui energia, costruzioni, mobilità ed elettronica”, spiega Mathias Schluep, Managing Director del World Resources Forum, che quest’anno si tiene in Svizzera.

Se i governi internazionali e i leader dell’industria non trovano il modo di estrarre e utilizzare queste risorse tenendo a mente una sostenibilità di lungo periodo”, continua Schluep, “la transizione non sarà così verde”.

Quello dello sfruttamento delle risorse è un problema che incombe in maniera sinistra sull’idea di risolvere la crisi climatica a suon di energie rinnovabili e auto elettriche, e che certamente merita maggiore attenzione. Come spiega Patrick Wäger, Head of Technology and Society Laboratory dell’EMPA, “la transizione verso le energie rinnovabili richiedere la mobilizzazione di grandi quantità di materiali grezzi, molti dei quali considerati decisivi”.

Sarà essenziale”, prosegue Wäger, “capire e influenzare opportunamente le dinamiche della transizione energetica e dei materiali in modo da rispettare i confini planetari”, cioè i limiti del pianeta Terra.

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Estrazione di metalli e sostenibilità: il World Resources Forum in Svizzera
Una cava a cielo aperto per l’estrazione di risorse minerarie: secondo l’EMPA, bisogna pensare alla sostenibilità sul lungo periodo (Foto: Envato)

Sostenibilità dei prodotti frutto dell’estrazione: serve un’azione più decisa

L’uso di risorse minerarie e leghe metalliche è cruciale per il raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) tracciati dall’Agenda 2030, ricorda l’UNEP, eppure “gli stessi obiettivi non contengono alcun riferimento ai minerali, all’estrazione mineraria e alle condizioni di lavoro dei minatori in termini di obiettivi”.

Nel corso degli anni, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente ha sostenuto diversi progetti per mitigare il mostruoso impatto ambientale e sociale dell’estrazione mineraria, dalla convenzione sull’uso di cianuro e mercurio al supporto alle esperienze di estrazione artigianale e in piccola scala in Africa.

Alla quinta Assemblea dell’ONU sull’Ambiente, conclusasi nel marzo 2022 a Nairobi, i delegati hanno infine adottato una risoluzione condivisa sull’impatto ambientale della lavorazione di minerali e metalli.

La risoluzione – promossa da Svizzera, Argentina, Repubblica Democratica del Congo, Ghana e Senegal – mette nero su bianco “la necessità di un’azione più decisa a supporto della sostenibilità ambientale delle risorse minerarie”, dall’estrazione al fine vita.

Lo scorso gennaio, per esempio, UNEP e Church of England Pensions Board hanno annunciato la costituzione del Global Tailings Management Institute (GTMI), un istituto indipendente che ha lo scopo di definire gli standard di sicurezza dell’industria mineraria.

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World Resources Forum 2023 a Ginevra: sostenibilità e sfruttamento delle risorse
La colata di scarti minerari, causata dal crollo di una diga in una miniera di diamanti sudafricana a Jagersfontein nel 2022, ha distrutto più di 160 case e contaminato fiumi e pascoli (Foto: Envato)

Un’economia circolare per le risorse minerarie, la cui richiesta quadruplicherà

Sfide e responsabilità, quando si parla di risorse naturali, coinvolgono numerosi attori: da chi estrae le risorse fino al consumatore finale, il problema riguarda tutti. È per questo che la ricerca di soluzioni per la sostenibilità del comparto minerario richiede una cooperazione internazionale senza precedenti, che includa la collaborazione tra pubblico e privato e promuova l’innovazione intersettoriale.

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), infatti, la domanda globale di materie prime fondamentali come sabbia, cobalto e terre rare, è destinata a quadruplicare entro il 2040. Nel caso del litio, la domanda aumenterà di 42 volte.

Il problema, sottolinea l’EMPA, è che siamo ancora indietro con il riciclo e riuso delle risorse minerarie: la strada dell’economia circolare è molto promettente, ed è forse l’unica soluzione efficace per abbattere la domanda di materie prime vergini, ma è ancora in via di assestamento.

Tutti a “Innovazione nella finanza e nelle materie prime sostenibili”

Rame in attesa di essere recuperato in un impianto di riciclo di metalli (Foto: Envato)

Riuso e riciclo di risorse minerarie: la situazione in Europa

Secondo i dati della comunicazione della Commissione Europea “Resilienza delle materie prime critiche: tracciare un percorso verso una maggiore sicurezza e sostenibilità (2020)”, “oltre il 50 per cento di alcuni metalli come il ferro, lo zinco o il platino viene riciclato”, coprendo oltre il 25 per cento del consumo dell’UE.

Ma per altre materie prime la situazione è molto meno incoraggiante: nel caso delle terre rare, per esempio, la produzione secondaria rappresenta soltanto un contributo marginale (l’8 per cento per le terre rare pesanti, il 3 per cento per quelle leggere).

Oltre alla perdita di valore potenziale, particolarmente gravosa per un continente che dipende quasi completamente dalle risorse di Paesi terzi, il ricorso “forzato” a materie prime vergini genera “una fonte di stress evitabile per l’ambiente e il clima”.

È per questo che presso il Laboratorio Federale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali, come in altri importanti istituti di ricerca, si è adottato un approccio che parte dall’uso responsabile delle risorse per stimolare una ricerca in grado di sfruttare i cicli chiusi, soprattutto per quanto riguarda le batterie e i dispositivi elettronici.

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L'ultima edizione dell'Extractive Commodity Trading Report (ECTR) del World Resources Forum

Sostenibilità: World Resources Forum 2023 a Ginevra
Vista di un escavatore a ruota di tazze in una cava a cielo aperto per l’estrazione del carbone (Foto: Envato)