Le sfide dell’economia della terza età, uno dei grandi temi per il futuro dell’Occidente e dei Paesi più popolosi, richiede di avere le idee chiare

L’offerta di prodotti e servizi nell’economia di mercato si è sempre adattata ai cambiamenti della società come, per esempio, il progressivo innalzamento dell’età media della popolazione dei Paesi a maggior reddito.

Non è una situazione nuova né inaspettata ma, siccome dobbiamo sempre trovare un nome a tutto, ecco l’ennesimo neologismo.

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Quella definizione un po’… “cinica e bara” di “Silver Economy”

Viene definita così l’economia costruita sulle risorse accantonate e possedute dalla fascia di popolazione anziana che, per consistenza ed estensione, costituisce un mercato in costante espansione.

Sinceramente quella definizione “costruita sulle risorse accantonate” è di un cinismo inquietante. In pratica, è la “economia dei vecchi ricchi”.

Un invito a spendere che suona male per chi non ha “risorse accantonate” da usare per viaggi, crociere, trattamenti estetici e così via.

Se la “Silver Economy” avesse invece lo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano, tutte e non soltanto quelle che hanno accumulato risorse da spendere, allora sarebbe diverso perché con i capelli grigi aumentano le necessità di tutela sia della salute che della qualità della vita, a prescindere dal patrimonio.

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Il programma Next Age e un mercato che vale 5,7 trilioni di euro

Next Age è il primo programma in Europa di accelerazione dedicato alle startup tecnologiche che hanno sviluppato soluzioni per quella fascia di popolazione che va dai 50 anni in su.

Si tratta di un mercato che si stima raggiungerà il valore di 5,7 trilioni di euro, pari a un terzo del PIL europeo, entro il 2025.

Next Age nasce su iniziativa di CDP Venture Capital assieme a AC75 Startup Accelerator, l’acceleratore di startup promosso da Fondazione Marche insieme a Fondazione Cariverona e Università Politecnica delle Marche, alla società di venture capital internazionale SOSV, che gestisce programmi di sviluppo di startup in fase iniziale, e vede la presenza di Intesa Sanpaolo e Amplifon in qualità di main partner oltre che dell’Istituto Nazionale Ricovero e Cura Anziani (INRCA) e dello UK National Innovation Center for Aging.

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Ben quattro i pilastri del futuro: salute, tecnologia, finanza, svago

Il programma Next Age si sviluppa su quattro pilastri.

Il primo è quello della salute e del benessere, che prende in seria considerazione anche il benessere cognitivo, la chiave per avere anche un benessere fisico.

Il secondo tema sono tutte quelle soluzioni che permettono alla fascia di popolazione di vivere con dignità e sicurezza personale, dove preferisce.

La tecnologia di innovazione sarà fondamentale per dare una libertà di scelta che oggi, spesso, viene a mancare perché si è costretti a rimanere a casa da soli.

Il terzo pilastro è quello della sicurezza finanziaria, ovvero soluzioni che possano permettere a questa fascia demografica di pensare con un certo anticipo a tutto quello che verrà successivamente.

Ultimo, ma non meno importante, è il pilastro del divertimento e del tempo libero.

Mantenere la possibilità di poter socializzare, divertirsi e impiegare il tempo libero nel miglior modo possibile, consente di contralstare la solitudine.

Una popolazione più attiva e sana ha un impatto minore sulla spesa degli Stati.

Lo stiamo vedendo in Italia, in Europa, ma anche in Nazioni più giovani come India, Pakistan, Indonesia e Cina.

Chiamiamola “Next Age Economy”, suona meglio.

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