L’omaggio di Sergio Mattarella è alla Svizzera dell’innovazione
Nel segno della diplomazia scientifica la visita del Capo di Stato italiano al Bernerhof, a Palazzo Federale e al Politecnico di Zurigo
Si è appena conclusa la tre giorni della visita nella Confederazione Elvetica del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.
Ricordiamo che anche in questa trasferta, fedele ad una consuetudine iniziata nel 2015, il titolare del Quirinale è stato accompagnato dalla figlia, l’Avvocatessa Laura Mattarella.
Quest’ultima assolve, accanto al padre, le funzioni richieste dal protocollo diplomatico dopo la scomparsa della moglie.
Dopo l’atterraggio all’aeroporto militare di Belp, nel Canton Berna, il Capo di stato italiano è stato ricevuto dal Presidente della Confederazione, Ignazio Cassis, che ha guidato la delegazione delle autorità elvetiche.
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Con Ignazio Cassis, anche Christine Häsler, Monika Schmutz Kirgöz e Sonja Hürlimann
Queste ultime comprendevano, fra l’altro, Christine Häsler, Presidentessa del Consiglio di Stato del Canton Berna, Monika Schmutz Kirgöz, Ambasciatrice di Svizzera a Roma, e Sonja Hürlimann, Responsabile delle relazioni bilaterali con la Unione europea presso il Dipartimento Federale degli Affari Esteri.
Per meglio interpretare l’importanza di questa trasferta, ricordiamo che quella del Presidente italiano è stata la visita di un Capo di Stato, non di un responsabile di Governo.
Dunque, se non la forma, cambiano invece la sostanza e le aspettative collegate a questo incontro, che ha avuto finalità diplomatiche e non politiche.
Se ne è avuta conferma sin dall’arrivo del Presidente Sergio Mattarella che, ossequiate le formalità diplomatiche, si è riservato un momento di incontro con i delegati delle principali comunità italiane presenti nella Confederazione ed espressamente invitati nella capitale federale.
Il giorno seguente Ignazio Cassis, accompagnato dalla Signora Paola Rodoni Cassis, ha coordinato l’incontro del Capo di Stato italiano con il Consiglio Federale e con la popolazione, accorsa in Piazza Federale, attività precedute sul piano culturale da una visita al Museo Paul Klee e alla cattedrale cittadina, la Berner Münster.
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La dovuta attenzione del Quirinale sulla “Black List” del 1999 e l’accordo sui frontalieri
Hanno quindi avuto luogo una serie di colloqui ufficiali, a carattere istituzionale, presso il Bernerhof, attuale sede del Dipartimento Federale delle Finanze, e nella cui Leuchtersaal si è infine svolto un ricevimento di stato fra le due delegazioni.
Oltre al Presidente della Confederazione, ai colloqui ufficiali presso l’ex albergo di lusso nella Città dell’Orso hanno partecipato la Consigliera Federale Simonetta Sommaruga, capo del Dipartimento Federale dell’Ambiente, dei Trasporti, dell’Energia e delle Comunicazioni, il Consigliere Federale Guy Parmelin, capo del Dipartimento Federale dell’Economia, della Formazione e della Ricerca nonché la Consigliera Federale Viola Amherd, capo del Dipartimento Federale della Difesa, della Protezione della Popolazione e dello Sport.
La conferenza stampa tenuta da entrambi i Presidenti presso il Centro Media di Palazzo Federale, se è servita a ricordare i buoni rapporti economico-culturali fra i due Paesi, ha comunque confermato che la cancellazione della Svizzera dalla “Black List” italiana del 1999 riguardante la imposizione delle persone fisiche e la ratifica dell’accordo sulla fiscalità dei frontalieri, al momento ancora in fase consultiva presso le autorità politiche di Roma, riceveranno la massima attenzione da parte del Presidente Mattarella.
Si tratta di una annotazione che, apparentemente di valore diplomatico, tuttavia ha anche un contenuto politico dal momento che in Italia la firma presidenziale è indispensabile affinché i provvedimenti decisi dal Governo diventino legge dello Stato.
Italia e Svizzera: eccellenza nella cooperazione scientifica
All’ETH una lunga teoria di ricercatori “azzurri” guidati da Joël Mesot e Günther Dissertori
Nell’ultimo giorno della permanenza sul suolo elvetico, la delegazione italiana si è recata a Zurigo, al Politecnico Federale, per un incontro rivolto ad argomenti di carattere scientifico.
I due capi di stato sono stati ricevuti da Joël Mesot e Günther Dissertori, rispettivamente Presidente e Rettore dell’ETH, il secondo dei quali originario dell’Alto Adige, divenuto provincia italiana in seguito all’esito della sconfitta austro-ungherese nella Prima Guerra Mondiale.
Particolare attenzione è stata dedicata ai progetti del laboratorio di neuroingegneria, in cui vengono ad esempio condotte ricerche volte a migliorare le protesi: la formazione e la ricerca fanno parte dei molti ambiti in cui la Svizzera e l’Italia mantengono rapporti di stretto e buon vicinato.
Le delegazioni hanno proseguito incontrando i rappresentanti dei Dipartimenti di ricerca del Politecnico Federale e quindi assistito alle presentazioni, in lingua italiana, di alcuni giovani docenti in forza presso l’ateneo zurighese, e che ora segnaliamo volentieri.
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Da Stefano Brusoni a Viola Becattini, da Paola Picotti a Michele Gregorini, “expat” di valore
Si tratta di Stefano Brusoni, già docente di Economia Applicata presso l’Università “Luigi Bocconi” di Milano, ed esperto in procedure che riguardano i settori della tecnologia e della innovazione, e di Viola Becattini, docente di Ingegneria Meccanica e già presente nel maggio di quest’anno al meeting “Diplomazia Scientifica – Italy and Switzerland: Excellence in Scientific Collaboration”, promosso dal Consolato e dall’Ambasciata d’Italia a Berna insieme all’Eidgenössische Technische Hochschule Zürich, appartenente al cosiddetto Settore dei Politecnici Federali, la quale ha intrattenuto le autorità diplomatiche su argomenti legati alla sostenibilità climatica.
Presente e particolamente proattiva anche la biologa Paola Picotti, che ha riferito sulle proprie ricerche in tema di “Biomarcatori per la diagnosi del Morbo di Parkinson”, ed infine c’è stato l’intervento di Michele Gregorini che, terminati gli studi al Politecnico di Milano e l’attività di ricerca presso la statunitense Drexel University di Filadelfia, oggi è ricercatore presso l’ateneo della città sulla Limmat, il quale si è espresso in tema di procedure per la diagnosi delle malattie virali specie a carattere epidemico.
A Zurigo la ricerca italiana incontra la proprietà intellettuale
La conferenza stampa congiunta di Sergio Mattarella e Ignazio Cassis a Berna
Il discorso tenuto da Sergio Mattarella al Politecnico Federale di Zurigo
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