Video native e brand awareness perché (ormai) è un connubio inscindibile

I video native hanno un’importanza strategica per la brand awareness, molto più di tutti quei video che vengono pubblicati sui social e sulle piattaforme video.

Secondo gli studi di Kantar, società di data insight e consulenza, il 59% degli intervistati che riceve un native video di pubblicità è in grado di apprezzarne l’utilità, a differenza del 50% di persone che lo ricevono invece sui social e il 51% di persone incappano sul video native direttamente dalle piattaforme video.

Due parole su questo strumento

I video native sono video sponsorizzati e promossi nei contenuti offerti al pubblico. A differenza della pubblicità intrusiva che attira l’attenzione e disturba la fruizione del contenuto, la native advertising ha l’obiettivo di immergere la pubblicità nel contesto senza infastidire.

Qual è la differenza tra contenuti native e promoted post? La differenza, secondo il Guardian, è la capacità di trasformarsi in contenuti virali. Le nuove forme virali di native advertising hanno l’obiettivo di evitare l’arraffo di click tanto per, senza un obiettivo specifico, con il solo gusto e scopo di inserirsi nella navigazione di un utente potenzialmente targettizzato, ma non per forza interessato. In altre parole, il native nasce dall’esigenza di affinare sempre più il contenuto come forma di comunicazione che genera valore, e dunque anche qualità.

Al giorno d’oggi il video advertising favorisce l’engagement in maniera molto più determinante rispetto al solito contenuto testuale fine a se stesso. Ecco perché i video sono così importanti sui social, e sono così determinanti nelle strategie di comunicazioni.

A differenza dei contenuti promossi, i video native non danno fastidio: non gridano ai quattro venti la loro presenza, provocando un certo senso di fastidio. Non serve montare video complicatissimi descrittivi di tutti gli aspetti del brand, e soprattutto questo genere di video devono essere poter visualizzati anche senza audio. Perché non tutti coloro che navigano il web hanno la possibilità di ascoltare una voce che parla. Sempre più spesso, infatti, navighiamo nei momenti “sbagliati”.

Il futuro dell’advertising

Molti professionisti concordano che il video native sia il futuro dell’advertising, e non solo, anche della brand awareness. I dati, per il momento, sembrano confermarne il vantaggio strategico.

Secondo lo studio di Kantar, il vantaggio sarebbe stato misurato rispetto all’esposizione al video sui social e sulle piattaforme video.

eMarketer prevede che la spesa in pubblicità digitale negli USA raggiungerà i 270 miliardi nel 2023, con una componente video sempre più elevata all’interno del marketing mix. Più della metà degli operatori, infatti, sostengono fermamente che il video sia il miglior formato possibile per generare valore.

La ricerca ha misurato l’efficacia del video advertising in ambienti native rispetto ad altri ambienti, e ha dimostrato che i video native migliorano la brand awareness del 26% sul web. Mentre la percentuale è aumentata al 49% quando i native video sono stati associati a una piattaforma social.

Dunque se pensi che un video non possa fare la differenza per la tua comunicazione, fai una prova. Ti renderai conto di quanto questo media sia essenziale per accedere ai nuovi segmenti di mercato.