Nonino, una... grappa accogliente e dalla comunicazione innovativa
Ecco come nell'omonimo Borgo la famiglia friulana offre un tour fino al cuore della produzione con degustazione finale dei nuovi liquori
Il 21 luglio 2023 sono state ospitate, per un intero pomeriggio, al Borgo Nonino di Persereano, nella campagna friulana di Udine, due famiglie, una italo-ucraina e l’altra italo-canadese, per un tour alla distilleria e una degustazione delle grappe e dell’amaro. Al termine, della visita sono stati organizzati un aperitivo conviviale e le foto di rito.
Si tratta di un innovativo modo di comunicare, capace di catturare l’attenzione di giornalisti, appassionati e turisti.
Nell’occasione il gentile signor Tommaso ha ricevuto gli ospiti in diverse lingue. Dopo il caffè e la sua “napolitudine”, possiamo affermare che esiste un’altra eccellenza regionale italiana, la grappa Nonino con la sua “friulitudine”. Si tratta di prodotti unici e artigianali originari della principale regione del nord est italiano, il Friuli-Venezia Giulia.
Uscendo dal Borgo Nonino, si ha la netta percezione di aver cambiato idea nei confronti di grappa, amaro e aperitivo. Non più prodotti di consumo relegati a fine o inizio pasto, ma emozioni da provare in qualsiasi momento.
Tommaso, dopo aver spiegato con terminologia appropriata da sommelier e dovizia di particolari come gustare le diverse tipologie di grappe e l’amaro, ha regalato la propria ricetta per un gustoso risotto sfumato alla grappa Nonino.
La prima degustazione ha riguardato il distillato classico di grande qualità da bere dal bicchiere da assaggio adatto (in questo caso un flûte per non scaldare il prodotto) a una temperatura di servizio di dieci-dodici gradi.
È possibile inclinare il flûte per annusare l’aroma: la parte più volatile del distillato sprigiona profumi di frutta fresca, bacche e uva. Dopo aver bevuto, è consigliabile fare ossigenare il palato per garantire il ritorno di retrogusto e aromi.
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Dal tour della distilleria alla degustazioni con gli appositi bicchieri
C’è un’esplosione di sapori aromatici, con effetti speziati e riscaldanti, una straordinaria e intensa sensazione di sapori che persiste per diversi minuti.
Le Grappe e le Acquaviti sono servite a temperatura ambiente in un bicchiere ampio (balloon). Il prodotto, dopo aver riposato qualche minuto all’interno di esso, si ossigena e sprigiona i profumi, e l’armonia naso-palato si completa. La sequenza parte dai distillati di gusto delicato per poi passare a quelli aromatici, concludendo con l’Amaro e un fresco delicato Cocktail.
Durante la degustazione viene ampiamente illustrato il modo corretto di annusare e assaggiare i prodotti, mettendo l’accento sul rapporto personale tra grappa e sensazioni scaturite dall’assaporare il frutto delle peculiarità del territorio friulano, sommate ai ricordi e al vissuto di ciascun individuo.
La degustazione diventa, quindi, viaggio esperienziale di sensazioni, ricordi di essenze, odori e sapori legati alla personalità di ciascuno, in relazione a ciò che offre il territorio e le sue secolari tradizioni.
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Il Borgo Nonino aspetta tutti per un viaggio esperenziale unico
Ma torniamo all’inizio. Il Borgo Nonino è immerso nella campagna friulana, composto da sette antichi fabbricati rurali risalenti all’età napoleonica. Troviamo le cantine adibite a invecchiamento grappa e Amaro sotto sigillo.
A cinquecento metri sono situate le distillerie Nonino, vicine a dieci ettari di bosco realizzato da Benito, il tutto costeggiato dalla Ciclovia Alpe Adria che arriva al mare.
Tutto parte dalle uve cultivar di vite, selezionate per diverse generazioni insieme ad expertising e buon equilibrio tra tradizione e modernità. Ciò ha dato vita a un prodotto che è un’eccellenza regionale italiana riconosciuta a livello mondiale.
Le cinque distillerie artigianali hanno dodici alambicchi in rame discontinui a vapore ciascuna, una per ogni membro della famiglia, più un alambicco per ogni nipote in segno di continuità dell’arte distillatoria.
Il primo dicembre 1973 Benito e Giannola Nonino ebbero l’intuizione geniale: il Monovitigno, che connota un carattere unico distintivo e differenziante e fa di ogni azienda un’impresa di successo. Hanno creato la grappa di vitigno singolo, distillando separatamente le vinacce dell’uva Picolit.
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Per ogni tipo di prodotto un legno dalla stagionatura differente
Il segreto di ogni prodotto Nonino è stata semplicemente la capacità dei maestri nel saper estrarre il meglio del cuore del distillato, scartando le parti nocive e meno nobili, il tutto senza dimenticare la parte svolta dalle botti, con i loro diversi materiali legnosi e il tempo.
I legni utilizzati per le piccole botti barriques sono diversi, e tra essi vanno ricordati la Quercia Nevers, Quercia Limousin, Quercia Grésigne, Quercia ex Sherry e in Acacia, Ciliegio selvatico, Frassino e Pero.
Gli attributi distintivi e fondamentali del metodo Nonino sono almeno tre: una distillazione al cento per cento con metodo artigianale, seguita personalmente dalla famiglia, un invecchiamento naturale in piccole botti e nessuna aggiunta di coloranti per i distillati invecchiati.
La famiglia Nonino di dedica all’arte della distillazione dal 1897 e la sua storia è meritevole di essere dettagliata.
Come già ricordato, nel 1973 i Nonino rivoluzionarono il modo di produrre e presentare la grappa, creando in un singolo vitigno il Monovitigno Nonino.
Il 29 novembre 1975 istituirono il Premio Nonino.
Il 27 novembre 1984 distillarono l’uva intera e creato l’Acquavite d’Uva, certificata dal Decreto Ministeriale 20.20.84.
Il 27 Gennaio 2020 la Nonino fu eletta la migliore distilleria del mondo da una giuria specializzata.
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La Nonino porta avanti la tradizione di famiglia con rinnovato spirito
Ad Orazio Nonino, il capostipite, sono seguiti Luigi, Antonio, Benito con Giannola, Cristina, Antonella, Elisabetta e Francesca Nonino, la sesta generazione, quindi, dei titolari dell’omonima azienda liquoristica friulana.
La nota influencer della grappa Francesca Bardelli Nonino incarna perfettamente il nuovo paradigma di coinvolgimento del cliente, dove è fondamentale instaurare e mantenere un dialogo profondo, autentico e duraturo con i prospector e gli appassionati.
Le scelte comunicative di Francesca sono supportate dalle nuove ricerche presentate dall’Osservatorio Omnichannel Customer Experience della School of Management del Politecnico di Milano, descritte durante il convegno dal titolo “Come Innovare il Customer Engagement: il ruolo dei dati e dell’AI”.
Dove non arriva l’intelligenza artificiale, giocano infatti ancora un ruolo fondamentale l’empatia, l’inventiva e l’intelligenza emotiva.
Parliamo della cosiddetta “Legge Nonino”, forse poco nota ai più, magistralmente decantata da Francescan.
Si tratta dello storytelling di vicende epiche familiari, che fanno presa sugli appassionati.
Non è più soltanto narrazione di un prodotto e ricerca di consensi, bensì una storia di passione, dedizione, cultura e territorio.
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Ecco come la “Legge Nonino” è magistralmente decantata da Francesca
Veniamo nel merito: “Siamo negli Anni Novanta e lo Stato decide che per le grappe invecchiate non si pagano le accise sulla parte degli angeli, la porzione che naturalmente evapora durante l’invecchiamento…”, ci racconta Francesca.
Il limite massimo fissato è un calo del tre per cento. I funzionari dell’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane rilevano un calo del sei per cento (il doppio di quello che prevedeva la normativa).
Continua l’influencer friulana: “la prospettiva era quella di pagare milioni di lire di penale, e i miei nonni erano disperati!”.
La differenza di calo si può spiegare con le diverse dimensioni delle botti, più grandi di quelle prese come riferimento, più piccine di quelle utilizzate dalla famiglia Nonino.
“Pagare una penale così salata da innocenti era inaccettabile, e pensarono così di chiedere aiuto a Federvini. Grazie a loro incontrarono il funzionario giusto. Questo anche perché noi utilizziamo il ciliegio selvatico, tipico delle nostre parti, che dà dei profumi meravigliosi durante l’invecchiamento, ma che è molto più poroso e quindi molto più soggetto ad evaporazione…”.
Venne avviata una nuova sperimentazione, durante la quale vennero messi a confronto i cali derivanti dall’utilizzo di botti di dimensioni differenti. Grazie a questa sperimentazione sul campo, venne firmato il Decreto Ministeriale, che approvò un calo fino al sei per cento per le botti più piccole.
In questo modo nacque la “Legge Nonino”. “Chi avrebbe mai pensato che, dietro un Decreto Ministeriale, ci potesse essere una grappa tanto buona!”, conclude l’influencer.
Francesca Bardelli Nonino non è soltanto un’evangelizzatrice dei prodotti della storica famiglia, ma grazie al proprio stile, alla spiccata intelligenza emotiva, all’expertise specifico e alla competenza comunicativa è diventata soprattutto una evangelizzatrice di emozioni.
Ed è così che ci piace concludere queste riflessioni, pensando di aver narrato un’epopea di straordinaria passione, visione multigenerazionale, qualità e innovazione…
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