Regno Unito: un satellite mappa l’efficienza energetica degli edifici
Un progetto inglese punta a classificare gli immobili del Paese per valutarne la dispersione di energia e massimizzare l’isolamento termico
Il satellite HotSat-1 avrà il compito di mappare gli edifici del Regno Unito al fine di valutarne la dispersione di energia (Foto: SSTL)
L’efficienza energetica degli edifici è diventata una priorità sempre più importante nel contesto della lotta ai cambiamenti climatici. Nel Regno Unito, un Paese che ha fissato ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, un innovativo progetto sta prendendo forma per affrontare questo problema.
Si chiama HotSat-1, è stato lanciato in orbita il 12 giugno e avrà il compito di mappare attentamente gli edifici del Regno Unito al fine di valutarne la dispersione di energia e migliorare l’efficienza energetica. Approfondiamo…
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HotSat-1: il satellite termico che rivoluziona il monitoraggio degli edifici
Chiamato così per le sue capacità di monitoraggio termico, il satellite HotSat-1, è dotato di un sensore a infrarossi sviluppato con il sostegno delle agenzie spaziali britanniche ed europee. È stato lanciato con successo a bordo di un razzo SpaceX Falcon-9 dalla base spaziale di Vandenberg, in California, ed è l’ultima creazione della start-up londinese SatVu e della Surrey Satellite Technologies (SSTL).
Operando a un’altitudine di 500 chilometri, il satellite è in grado di raggiungere la risoluzione necessaria per rilevare dettagli individuali sui tetti e le pareti degli edifici.
Il Regno Unito, con la stragrande maggioranza delle abitazioni costruite prima del 1970, ha uno dei parchi immobiliari più inefficienti in Europa.
La riqualificazione energetica degli edifici non solo consentirebbe ai proprietari di risparmiare sui costi dell’energia, ma aiuterebbe anche il Paese a raggiungere l’ambizioso obiettivo di neutralità climatica entro il 2050.
Attraverso la mappatura termica fornita da HotSat-1, sarà possibile identificare gli edifici che necessitano di interventi di isolamento termico.
I dati raccolti da HotSat-1 avranno un’ampia gamma di applicazioni, non solo nel settore ambientale, ma anche in quello finanziario, assicurativo e persino militare.
Ad esempio, forniranno informazioni sulle variazioni di temperatura di determinate aree nel tempo, consentendo di monitorare l’inquinamento e individuare eventuali anomalie, come improvvisi cambiamenti di temperatura delle acque dei fiumi, che potrebbero indicare problemi ambientali.
Dalla valutazione delle perdite di calore negli edifici alla misurazione dell’efficienza energetica, i dati geospaziali raccolti da HotSat-1 consentiranno una pianificazione strategica, fondamentale per prendere decisioni informate e promuovere un cammino più rapido verso un futuro sostenibile.
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Non soltanto edifici: dal cielo si conduce infatti una lotta alle isole di calore
HotSat-1 non si limita a mappare la firma termica degli edifici, ma si impegna anche nell’individuazione rapida delle strutture e degli spazi aperti che contribuiscono all’effetto isola di calore urbano.
Durante le giornate soleggiate, materiali come asfalto e cemento assorbono l’energia solare, generando e accumulando calore. Di notte, questi materiali rilasciano gradualmente il calore catturato, mantenendo le città a temperature più elevate rispetto alle aree circostanti.
Questa situazione crea una sorta di microclima all’interno delle aree urbane, con conseguenze significative. Temperature più elevate possono portare a disagio per i residenti, aumentare la domanda di energia per il raffreddamento degli edifici e avere un impatto negativo sulla qualità dell’aria e sulla salute umana.
Le informazioni raccolte da HotSat-1 saranno preziose per gli urbanisti, che potranno prendere decisioni informate sulla piantumazione di alberi per raffreddare l’ambiente.
“Lo spazio svolge già un ruolo vitale nel permetterci di comprendere e mitigare i rischi del cambiamento climatico. HotSat-1 è una pietra miliare per l’evoluzione della tecnologia di osservazione della Terra e per i benefici che può apportare”, ha detto il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Britannica, Paul Bate.
“Si tratta di un brillante esempio di tecnologia britannica all’avanguardia nell’utilizzo dello spazio per migliorare la sostenibilità, in quanto i dati forniti forniranno un quadro più chiaro dell’impatto che il nostro utilizzo di energia ha sul pianeta, consentendo alle organizzazioni di tutti i settori di fare scelte migliori e più attente al clima“.
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Verso un futuro green: il ruolo chiave di edilizia e infrastrutture
Come numerosi altri Paesi che si trovano ad affrontare le sfide dei cambiamenti climatici, il Regno Unito si è posto ambiziosi obiettivi in materia di sostenibilità al fine di guidare la transizione verso un futuro più green. Tra gli obiettivi chiave rientrano la riduzione delle emissioni di gas serra, l’aumento dell’efficienza energetica, la promozione delle energie rinnovabili e la creazione di un’economia meno impattante e dipendente dalle fonti fossili.
L’edilizia è un settore chiave per la sostenibilità. Nel Regno Unito, gli edifici residenziali e commerciali generano il 21 per cento delle emissioni di gas serra. Concentrarsi sull’efficienza energetica, su un isolamento efficiente e sull’uso di energie rinnovabili è cruciale per ridurre queste emissioni. Alla stessa conclusione è giunta la Commissione Europea, che ha recentemente stilato un percorso “a tappe” per azzerare le emissioni di gas serra nel settore residenziale entro il 2050.
Ma non solo: per ridurre l’effetto “isola di calore” e le sue conseguenze, è fondamentale ripensare l’ambiente urbano. Oltre a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, è importante considerare soluzioni come la piantumazione di alberi e l’uso di pavimentazioni naturali, come quelle realizzate da Terra Solida, azienda leader nel settore delle strade ecocompatibili.
In un mondo sempre più impegnato nella lotta ai cambiamenti climatici, è essenziale che le nazioni adottino strategie ambiziose che abbraccino l’edilizia e l’urbanistica come pilastri centrali della transizione verso un futuro sostenibile. Solo attraverso un approccio olistico e integrato, che comprenda un ventaglio di soluzioni diversificate, possiamo preservare il nostro pianeta per le generazioni future.
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